ROLLING STONES: Havana Moon non rende giustizia all’evento. Recensione film live

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THE ROLLING STONES
Havana Moon
Film di Paul Dugdale

Voto: 6,5
di Luca Trambusti

Era il 25 Marzo 2016 e la città dell’Havana richiedeva i fari del rock puntati su di se. In quella notte cubana i Rolling Stones erano protagonisti di un grande evento musicale e storico. Per primi i musicisti inglesi portavano il grande rock a Cuba e sopratutto per la prima volta un evento di quella portata nell’isola tropicale richiamava così tanta gente (gratuitamente).

Sebbene ci pensassero da parecchi tempo i RS non avevano ancora avuto la possibilità di realizzare il loro desiderio. Le mutate condizioni di realzione, le reciproche aperture commerciali e politiche ed il relativo “addolcimento” dell’embargo americano hanno permesso che ciò succedesse. Ma è stato un periodo di fortunate ed importanti coincidenze che si sono unite in quei giorni infatti un’altra ben più storica visita ha anticipato il concerto degli Stones: quella di Obama a Castro. In realtà la band inglese ha dovuto spostare il concerto originariamente programmato proprio durante la visita del Presidente americano (come raccontano nell’intervista che apre il film concerto). Oltretutto si sono presi gli strali del Vaticano che contestava l’evento in coincidenza con il Venerdì Santo.

Questi i presupposti della vicenda e del film. Il successo mediatico e di pubblico non poteva che essere immenso e così è stato. Le trionfali cifre che in apertura parlano di 1,2 milioni di persone sono forse da prendere con le pinze ma di sicuro le immagini della platea danno l’idea della grande quantità di spettatori che assistevano allo show (ricordiamo ancora ad ingresso gratuito).

Si è trattato comunque di un grande evento rock con evidenti implicazioni sociali, politiche e storiche.

L’esperienza cubana dei Rolling Stones ha ora un seguito cinematografico. “The Rolling Stones – Havana Moon” racconta (parte di) quel concerto che è stata una grande raccolta delle grandi Hits della band inglese: “Jumpin’ Jack Flash” (che apre lo show), “It’s Only Rock ‘n’ Roll”, “Paint It Black”, “Honky Tonk Women”, “Brown Sugar”, “You Can’t Always Get What You Want” e “(I Can’t Get No) Satisfaction” (che chiude il concerto).

Il film (come ormai consuetudine) sarà in visione in alcune sale d’Italia SOLO il 23 Settembre (elenco delle sale sul sito www.nexodigital.it).

Havana Moon in realtà non rende assolutamente giustizia all’evento. Descrivere e raccontare un concerto a delle persone chiuse in un cinema (o sul divano di casa) è operazione difficile per chiunque. In questo caso la difficoltà era amplificata dall’eccezionalità dell’evento. Era difficile scegliere se puntare al pubblico, all’evento o piuttosto sull’immagine della band. E’ stato fatto un tentativo di mettere insieme tante cose con una maggior attenzione alla band ed al palco…… più ancora che alla musica oltretutto.

Immagini bellissime dal punto di vista tecnico, pur con una grande definizione, lasciano in realtà un po’ freddi dal punto di vista emotivo e musicale. Ricche d’interesse sono invece le scene sul pubblico, di ogni età (e non solo cubano) che si stringe sotto il palco ballando, applaudendo, fumando sigari e dando l’idea di essere consci di far parte di un evento. Questa in effetti era l’atmosfera che si respirava in quell’enorme spianata cittadina. Dunque il film punta tutte le sue carte sull’effetto scenico mettendo così però in secondo piano la passione che regalava la musica in quel preciso contesto. Solo in alcuni momenti si ha un vero coinvolgimento ed empatia tra lo spettatore e ciò che arriva dallo schermo. Per lo più sembra di assistere ad un lezione di tecnica e di ricerca d’immagine. Oltretutto parecchi sono i momenti in cui musica ed immagini sono evidentemente fuori “sync” ed anche l’audio sembra molto “finto” troppo da studio e poco “live”.

Certo la bravura dei Rolling Stones non si discute, la loro professionalità ed esperienza regalano sempre uno spettacolo di ottimo livello ma un conto è nel “cuore pulsante” di un vero concerto altro conto è restituirlo in condizioni diverse più “fredde” e distaccate. E’ invidiabile vedere Jagger alla bella età di 73 anni (26 Luglio 1943) centro focale della scena, muoversi sul palco con tale e tanta energia. Oltre a cantare Sir Mick balla, corre, sculetta agita le mani al meglio del suo repertorio facendo capire che il coinvolgimento in quello spettacolo è massimo (al pari dei suoi sodali che però sono un passo indietro).

Fa invece tenerezza il grande, grandissimo Charlie Watts che a fine concerto indossa un giubbottino e saluta il pubblico con l’aria di quello che ha fretta di andare al circolo anziani per una bella partita a tresette. Tutt’altra roba invece dietro i tamburi.

Alla fine il film non soddisfa fino in fondo, lascia un senso d’incompiuto, poco entusiasmo ed adrenalina. Si ha la sensazione di assistere ad un bello spettacolo senza mai riuscire ad entrare veramente nello spettacolo stesso (pur con le camere ben piazzate sul palco). E’ come guardarlo dalla finestra, da dietro un vetro.

THE ROLLING STONES


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