MAX GAZZE’: finale tour con il botto. Recensione concerto
MAX GAZZE
29 Ottobre 2016
Mediolanum Forum
Milano Assago
Voto: 5,5
di Luca Trambusti
Era un sera speciale quella che ha visto Max Gazzè salire sul palco del Forum di Milano. Una doppia celebrazione: l’ultimo concerto del lungo tour e l’anniversario dell’uscita del suo ultimo fortunato album dal titolo “Maximilian”.
Dopo l’esperienza discografica e live degli amici Gazzè, Silvestri e Fabi ognuno di loro ha preso la sua propria strada. Il risultato però, pur nelle differenze, è stato in ogni caso un successo (con Fabi che è arrivato a conquistare la Targa Tenco per il miglior album dell’anno).
Per Max sono stati due anni intensi e molto ricchi, con il disco che è andato bene ma soprattutto un lungo tour che lo ha portato anche a suonare parecchio all’estero anche fuori dall’Europa. Appena sceso dall’aereo che lo riportava in Italia si è catapultato sul palco del Palalottomatica di Roma per il primo dei due eventi festa conclusivi del tour. Allo show romano è seguito due giorni dopo quello conclusivo a Milano.
La risposta del capoluogo lombardo è stata delle migliori. Sebbene con una capienza ridotta il Forum di Assago (sempre prova impegnativa) era pieno pur senza raggiungere il sold out.
Un ultimo concerto che è stata un’ultima cannonata, proprio in senso acustico!
Dal palco è arrivato un compatto muro sonoro, con una pressione acustica talmente forte da rendere tutto il suono impastato, con la batteria in evidenza ed una poca limpidezza sonora che invece ci si aspetta in queste occasioni. Da questa amalgama sonora emergevano solo le tastiere con i loro suoni a volte anni ’80. Purtroppo in un tale contesto le canzoni perdevano la loro anima portando una linearità che invece non fa parte del mondo sonoro del bravo cantautore romano.
MAX GAZZE
Anche il pubblico sembrava a volte spiazzato da queste “spettinature” che arrivavano dal palco, con arrangiamenti che dilatavano le parti strumentali arrivando a toccare il progressive ed il mondo rock in genere. e comunque classificabile come pop rock (o meglio rock pop) “d’autore”. A parte le immancabili hit, cantate e ballate da tutto il pubblico, il resto del concerto sembrava essere quasi subito passivamente dalla platea sorpresa forse da una così forte pressione sonora. Il momento acustico con i musicisti seduti accanto a Max con i loro strumenti, momento in cui si è sfiorato il folk un po’ lunare, è stato il punto migliore del concerto, quello in cui il coinvolgimento, grazie anche ai siparietti di Max con i musicisti, è stato massimo.
Sul palco oltre a Max al basso, un batterista, un chitarrista, un tastierista ed un fiatista (trombone) che suona anche l’acustica; il solito gruppo fidato che da anni lo accompagna.
Buona e non invasiva la parte “visuale” dello spettacolo: luci belle e sobrie, belle immagini scorrono sugli schermi alle spalle dei musicisti. Visuals colorati che non rimandano scene del concerto. Tra il primo ed il secondo tempo un breve filmato che riassume il 1996, anno dell’uscita del primo disco di Max e che serve per introdurre un brano proprio di quel disco.
In sostanza però il risultato è sembrato un po’ fuori fuoco, fuori luogo. L’impressione era quella di una prova muscolare per riempire il grande spazio di un palazzetto. Forse il contesto migliore per Gazzè è una dimensione più contenuta, non per mancanza di pubblico ma proprio per la caratteristica intrinseca del suo stile musicale. La forza delle canzoni di Gazzè è il pop di qualità, la leggerezza ma non banalità, che le contraddistingue e che male si accompagna ad una così forte forza sonora. I ritornelli fulminanti, le melodie accattivanti in questa occasione sembravano essersi persi, hanno smarrito la loro forza ed impatto “leggero” sostituite da una potenza che non gli appartiene.
MAX GAZZE