GIORGIA: la voce non si discute. Il resto si migliora. Sul palco anche Mengoni. Recensione concerto live Milano
GIORGIA
Oro Nero Tour
7 Marzo 2018
Mediolanum Forum
Assago Milano
Voto: 6
di Luca Trambusti
Dopo l’uscita di “Oro Nero”, il suo ultimo album in studio, Giorgia ha dedicato molto tempo ai palchi ed alla musica dal vivo. Un primo lungo tour (leggi qui recensione del concerto di Roma), un disco dal vivo con DVD ed ora un nuovo “leg” live fatto di 6 date in 3 palasport a Roma (2 e 3 Marzo), Milano (7 e 8) e Padova (12 e 13).
Queste 6 nuove date ripropongono il loro focus sul disco e sulla carriera della cantante romana e lo fanno con la novità del palco centrale. Lo stage viene infatti sistemato al centro del parterre (un po’ come se fosse un campo di basket) e quindi da ogni posizione del palazzetto è possibile vedere lo spettacolo con buona visibilità. Il resto del parterre è occupato da file di sedie che circondano il palco alla stessa altezza. Ad ogni angolo del quadrato ci sono le postazioni dei musicisti (che poi ruotano di posizione nel corso dello spettacolo). Al centro della scena un albero arricchito con dei punti luce. Il pavimento del palco durante il concerto viene usato come proiettore per i visual mentre 4 grandi schermi sovrastano la scena circondati dall’impianto audio anch’esso diviso in 4 gruppi di diffusori e dai punti luci. Una situazione tecnica nuova e comunque differente da ciò che sinora si è visto in questi concerti. (qualcosa di simile, ma diverso, l’hanno fatto Elio E Le Storie Tese nel loro falso concerto d’addio di Milano). In realtà la configurazione palco non è un elemento secondario nella riuscita di questo concerto.
Con mezz’ora di ritardo alle 21 30 il concerto ha inizio con i musicisti che arrivano agli strumenti direttamente dalla platea, attraversando il pubblico seduto sulle sedie, seguito dall’entrata in scena di Giorgia che mentre esegue Oro Nero, fa un giro completo del palco per un contatto ravvicinato con il pubblico. Da qui il concerto parte con i suoi colori, la sua potenza sonora e la grande ed indiscutibile voce di Giorgia. La scaletta si muove ovviamente tra i brani dell’ultimo disco (abbondantemente metabolizzati dal pubblico) e gli immancabili classici. In scena trovano spazio diversi ospiti: una sezione di “marchin’ drummers” (gli Psycodrummers) che entrano percuotendo tamburi di latta o plastica ed accompagnano l’esecuzione di una ritmica ed ottima versione di “Vivi Davvero”. C’è poi una Brass band che si esibisce in mezzo al pubblico ed anche una crew di ballerini (tra dance e zumba) che si esibisce su una ritmica “Regina Di Notte”. Infine anche la band, l’ottima band, trova un suo momento di gloria scatenandosi su classici rock Blues e scomodando addirittura il buon Jimi Hendrix.
Dunque gli elementi di forza dello show sono innanzitutto le grandi doti vocali di Giorgia (si va anche per questo, conquistati da questo), la sua grande empatia con il pubblico e la simpatia. A ciò si aggiunge: un bello show, la consueta “comunione” Karaoke che però resta in secondo pano e la potenza musicale e sonora della proposta della protagonista. Tuttavia tutto ciò è intaccato dalla struttura scenica e da una somma di problemi tecnici e non solo che hanno inficiato la perfetta riuscita del concerto.
Il primo grande problema è la resa audio. La voce di Giorgia si perde dietro e dentro un muro sonoro. Quando i volumi salgono il suo cantato “sparisce”, si perdono quelle belle sfumature che Giorgia sa regalare. Inoltre la voce è carica di riverbero, probabilmente anche dovuto a rientri dell’impianto o a strani giri delle onde sonore dovuti alle soluzioni tecniche adottate. Per tutto il concerto i tecnici hanno lavorato sul problema e solo nella parte conclusiva dello show hanno trovato una soluzione migliore che ha reso l’audio accettabile. Infine anche sul palco sovente i musicisti hanno dovuto combattere con problemi tecnici: Giorgia con i suo “ear monitor” ed il chitarrista con il suo strumento che ad un certo punto è sparito dall’orizzonte sonoro. Purtroppo però le implicazioni tecniche (peraltro annunciate anche da Giorgia per giustificare il ritardo iniziale) hanno avuto un peso sull’economia generale dell’esibizione. Suonare in condizioni audio non ottimali inficia non solo la qualità sonora ma anche la tensione psicologica e la resa del musicista stesso ed anche l’ascolto del pubblico. Inoltre nella parte finale dei bis, dove Giorgia gioca con le canzoni del 1998, si dilunga un po’ troppo, sia nei ringraziamenti che nell’esposizione dei brani.
Di certo però nelle due ore e mezzo di spettacolo (che è finito a mezzanotte con il pubblico che defluiva sul finale per problemi di orario e di disponibilità dei mezzi pubblici) Giorgia regala momenti molto intensi, sia come potenza che come emozioni e raccoglie un paio di standing ovation (una sull’ottima esecuzione del “classico” “Di sole e D’Azzurro”). Inoltre a sorpresa sulle note del fortunato singolo “Come Neve” sul palco, tra il boato della folla, si materializza Marco Mengoni con il suo nuovo look dai capelli corti ed un diverso abbigliamento ed i due duettano insieme con grande gioia del pubblico e le tante emozioni di Mengoni che ricorda quando da ragazzo andava al Palasport di Roma nelle gradinate a vedere i concerti di Giorgia ed a sognare ed ora si trova sul palco a duettare con il suo idolo.
Infine un altro momento di grande emotività lo si raggiunge quando, nel suo giro di canzoni del ’98 cantate nei bis (Whitney Houston e Titanic tra le altre), Giorgia aggiunge anche “Onde” di Alex Baroni. Sul finale scatta la standing ovation ed un lunghissimo applauso al quale si aggiunge commossa anche Giorgia con le mani e lo sguardo rivolti verso il cielo.
Purtroppo la prima data di Milano è stato un concerto che avrebbe potuto dare di più ma che alla fine si è fermato sulla soglia della bella esibizione lasciando però un senso di incompiuto e di non completo godimento globale.