CALEXICO: Che la fiesta continui. Recensione concerto live Milano

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CALEXICO
14 Marzo 2018
Alcatraz
Milano

Voto: 7,5
di Luca Trambusti

Foto Giorgio Zito

Calexico Ph Giorgio Zito 01
Calexico Ph Giorgio Zito 01
Calexico14 Marzo 2018AlcatrazMilano
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Quella di Milano è la stata la seconda delle tre date italiane del mini tour di presentazione del nuovo disco dei Calexico dal titolo “The Thread That Keeps Us”. La band dell’Arizona si esibisce in un Alcatraz, nella configurazione ridotta, ben pieno dimostrando che il pubblico italiano ama molto Burns e Convertino i quali rispondono con uno show asciutto, essenziale ed a tratti molto coinvolgente.

Alle 21,30, dopo l’apertura dei Mexican Institute of Sound, la band attacca il concerto e si capisce subito che sarà l’essenzialità a partire da quella scenica una delle chiavi di lettura dello show. In otto sul palco l’entrata in scena si nota e l’approccio allo spettacolo è d’impatto, di grande freschezza, con Joey Burns che pare assai divertito per l’accoglienza riservata alla band.

In realtà il concerto si potrà poi dividere in tre differenti sezioni. La prima è quella della partenza a medio livello ritmico ed adrenalinico. La prima ora si muoverà tra lento e veloce svolgendosi però in “diminuendo”. Un divertente e divertito Burns parla molto, anche di politica americana con riferimenti a Trump ma fa anche un accenno ai risultati delle recenti elezioni italiane, dimostrando così di conoscere anche la situazione del nostro paese. E’ un continuo ringraziare Milano e dimostrare affetto nei confronti del pubblico italiano e milanese, anche attraverso l’uso di poche parole in lingua che comunque portano empatia da parte del pubblico.

Calexico live Milano

Musicalmente la prima parte ha un’altalenante andamento ritmico, da ballate mid tempo, in stile folk (americano), si passa improvvisamente alla cumbia che muove ovviamente tutto il club o a brani in stile mariachi. Sul finire però il ritmo cala lasciando spazio più ad una tensione emotiva che ritmica. Le ballate si fanno più scure, rarefatte, tristi e melodicamente importanti. E’ il momento anche di parecchi brani estratti dal nuovo album, non proprio conosciuto da tutto il pubblico. Alla fine si ha quasi un momento di stanca, forse si stava aspettando altro dalla band di Tucson.

Ecco però che quando gli applausi del pubblico si fanno più stanchi e di circostanza, il gruppo vira decisamente verso quello che ci si aspettava da loro: ritmo, energia, ballo. Si spalanca la porta ed arriva il tex mex più genuino, un suono costruito abbattendo quel muro tra USA e Messico, quello che Trump vorrebbe invece bello alto, speso e solido….. e pagato dai messicani. Nella seconda parte del concerto entrano in gioco quei meccanismi ed incastri ritmici che portano ballo, divertimento, allegria, quell’aria di fiesta che spesso siamo soliti identificare nella musica messicana e latina in genere.

Le due trombe regalano allegria, colori luminosi, il ritmo è martellante ma mai invadente e tutto il club si muove ondeggiando, ballando, saltando seguendo la musica. In sala si formano anche coppie di ballo che si muovono con grande partecipazione. E’ il momento anche in cui la sezione ritmica della band ha il sopravvento e su cui si innestano trombe, fisarmonica ed una chitarra secca, desertica.

La seconda parte del concerto è una mezz’ora senza fiato in cui il pubblico si lascia trascinare, viene preso per mano dai Calexico e portato via, rapito al ritmo di danza e dagli sconfinamenti nel rap in spagnolo.

Al termine Burns e soci salutano, è il consueto “teatrino” della falsa chiusura del concerto. Pochi minuti e la band torna sul palco per i “bis” che proseguono ancora con l’esaltazione ritmica. Un’altra mezz’ora frenetica, di ballo sfrenato e di trascinamento del pubblico, sino ad arrivare (dopo due ore di spettacolo) ad un lungo, coinvolgente, ritmico e divertente gran finale.

In due ore i Calexico ci fanno viaggiare a cavallo tra i due confini (non solo geografici): quello californiano e quello messicano, ci portano a Tijuana partendo da San Diego e ritorno. La loro musica ha molteplici anime , come tutto ciò che è di confine, e l’occasione live le mette in mostra. Certo la fruibilità del concerto, il suo lato divertente ed appassionante esplodono con il ritmo e la parte “ludica” dello spettacolo, quando tutto si fa trascinante e luminoso.

Comunque da seguire.


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