BUD SPENCER BLUES EXPLOSION: il rock made in Italy che ti spettina Recensione

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BUD SPENCER BLUES EXPLOSION recensione
VIVI MUORI BLUES RIPETI TOUR

05 Aprile 2018
Santeria Social Club
Milano

Voto: 7
di Luca Trambusti

ASCOLTA QUI AUDIO INTERVISTA 

BUD SPENCER BLUES EXPLOSION recensione live Milano

E’ partito il 31 marzo 2018 dall’Arci Monk di Roma, il tour di presentazione di “Vivi Muori Blues Ripeti”, il nuovo disco di inediti dei Bud Spencer Blues Explosion, uscito lo scorso 23 marzo per La Tempesta Dischi. La quarta tappa è stata a Milano in una Santeria Social Club completamente imballata.

La band allargata

Il duo romano (che per il tour diventa un quartetto con l’aggiunta di Francesco Pacenza al basso e alla voce e Tiziano Russo alle tastiere e alla voce) si è fatto attendere sino alle 22.20, cosa che il pubblico non ha gradito molto. Dal palco poco illuminato (ma in maniera giusta) si è subito capito quello che sarebbe arrivato durante la serata. Adriano Viterbini alla chitarra e alla voce e Cesare Petulicchio avrebbero fatto dell’energia rock il loro cavallo di battaglia e non ci si poteva aspettare altro.

Ovviamente a guidare la band c’è la chitarra di Viterbini, ottimo strumentista che mette tutta la sua tecnica al servizio della musica e non a favore di se stesso. Sono lunghi assoli i suoi, fatti con grande foga ma estrema precisione. La presenza di una band più “strutturata” permette anche di gestire le dinamiche della band in maniera diversa così basso e tastiera fanno il loro (in realtà le tastiere si sentono meno). L’attenzione però è tutta concentrata sul suono della chitarra, sulle sue dilatazioni musicali che danno grande potenza allo spettacolo.

Rock chitarristico

Quello che si ascolta dal vivo è, ancor più che su disco, assolutamente riportabile, anche dal punto di vista sonoro e d’approccio, agli anni ’70, a quel rock chitarristico di grande impatto che si situa nel triangolo d’oro dove confinano rock, blues ed hard rock (e dove il secondo si sublima nel terzo). A questo poi si aggiunge una certa acidità sonora ed una spruzzata di psichedelia. É una musica che a volte sembra morta ma il cui fuoco, in realtà, cova sotto una spessa coltre di cenere pronta però ad infiammare il pubblico come hanno dimostrato con il loro concerto i BSBE. Dunque se già è un piacere risentire del puro (e classico) rock chitarristico il godimento raddoppia quando gli autori, gli interpreti ed i protagonisti sono italiani ed hanno un approccio poco “nazionale”

I brani sono tirati, il volume è alto, non c’è un momento di pausa, gli attracchi possono essere “sotto volume” ma poi lo svolgimento del brano esplode sempre forte, i testi sono stringati e spesso ripetitivi, la voce è filtrata e “dentro” la musica, in una concezione poco italiana della canzone, le dita corrono veloci sulle sei corde e le braccia picchiano forte sui tamburi e piatti.

Energia e sostanza

Sono l’energia e la sostanza a fare da nutrimento allo show che ha un solo momento più “rilassato”, più intentamente blues ed è quando Davide Toffolo (uno dei Tre Allegri Ragazzi Morti la cui etichetta La Tempesta ha pubblicato il nuovo disco) rigorosamente mascherato sale sul palco per l’esecuzione di “Io e il Demonio” un adattamento in italiano di “Me And The Devil” del bluesman Robert Johnson, ripresa anche poi da Gil Scott Heron.

Tutto corto

L’energia e la bellezza del concerto cozza però con altri problemi. Il gruppo ha iniziato tardi ed ha finito in fretta. In circa un’ora e un quarto è stata liquidata la pratica. Dopo 50 minuti scarsi il gruppo saluta e si scatena il finimondo. Vengono richiamati sul palco a gran voce, con fischi ed urla ed allora la “pausa” di routine dura poco ed i quattro risalgono sul palco, per un ultimo assalto furioso, di quelli che lasciano il segno per la potenza. E’ l’apoteosi dell’incontro tra rock e blues. Il momento “devastate” dello show, complici anche le luci, quello in cui il furore musicale esplode ai massimi livelli, quasi rabbioso.

Al finale impetuoso però non coincide una grande empatia della band con il pubblico ed il liquidare la pratica in così poco tempo lascia un amaro in bocca e la voglia di ancora altri minuti di questa forza.

Un pubblico che disturba

Un appunto invece al pubblico, l’ennesimo. Perché chiacchierare sempre ed incessantemente per tutto il concerto o passare il tempo a farsi i selfie? In diversi punti del locale, quindi con diversi gruppi di persone, le chiacchiere prendevano il posto dell’attenzione alla musica ed allo spettacolo. Intendiamoci, non è Vivaldi o Bach, il cui ascolto richiede il massimo silenzio e concentrazione, è rock. Però se sei ad un concerto presta attenzione a chi in quel momento ti sta dando la sua arte, il suo impegno, la sua passione.

Tu spettatore hai speso dei soldi per ricevere questo e dare rispetto a chi questo ti sta dando. Ed allora ben vengano i commenti, le urla, la passione dell’ascolto ma per cortesia non chiacchiere sull’amico o organizzare le prossime ferie (a proposito si va ad Ibiza questa estate) bevendo una birra o ancora non stare zitte un attimo tra un selfie e l’altro…….. Contiguo alla sala concerti la Santeria ha un bellissimo bar con cocktail buonissimi….. ecco statevene lì…. rispettate chi vuole ascoltare e chi sta suonando.


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