GIANNA NANNINI: Il rock si fa anche da seduti. Recensione
GIANNA NANNINI Recensione Milano 2018
Fenomenale Tour
13 Aprile 2018
Mediolanum Forum
Assago Milano
Voto: 8
di Luca Trambusti
GIANNA NANNINI Recensione Milano 2018
Nemmeno un grave infortunio al ginocchio causato da una caduta sul palco durante l’esibizione a Genova è riuscito a fermare il tour con cui Gianna Nannini sta portando la sua musica nei palasport.
Così come nel 2015 fece David Grohl dei Foo Fighters, che si ruppe una gamba durante il tour, anche Gianna Nannini ha scelto la soluzione del trono per continuare ad esibirsi.
C’è da dare atto alla cantante toscana di non aver perso un briciolo di energia e d’impatto, anzi, per sopperire alle sue infinite “camminate” in scena ha messo dentro ancora più forza e voglia riuscendo a dare ugualmente uno spettacolo di forte impatto.
La cantante entra in scena portata in braccio da un (corpulento) addetto alla security e viene adagiata sul suo trono reale (niente chitarre come invece aveva Grohl) e da lì, seduta (il più possibile) si esibisce per tutta la serata. Ma stare ferma non è per la Nannini, che pare più sofferente per l’immobilità che per i dolore ed allora aiutata dalle stampelle o saltellando su una gamba si alza ugualmente in piedi ed addirittura si spinge fino ai lati del palco a ringraziare il pubblico alzando la stampella. Insomma nemmeno l’infortunio riesce a placare la senese che oltretutto a Milano si sente di casa. Ovviamente il pubblico la “abbraccia”, non “con pietà” bensì con affetto e riconoscimento per ciò che sta facendo.
Ora può essere che tutta la situazione abbia creato una particolare atmosfera ma sta di fatto che la grinta, l’energia e la potenza del concerto siano risultate amplificate.
Con una scaletta diversa rispetto a quella del dicembre 17 quando in una sorta di warm up il tour passò da Milano (LEGGI QUI RECENSIONE CONCERTO E CONFRONTA LA SCALETTA), Gianna affonda le mani nel suo repertorio e propone poche cose al nuovo disco a cui è riservata la prima parte del concerto e che comunque viene ben accolto dal pubblico.
Ma il cuore, l’essenza del concerto si ha quando la senese si lancia nel mondo del rock e ancora una volta in alcune occasioni si dimostra la miglior artista italiana di fama e successo che sa unire bene, meglio di tutti, il pop ed il rock. E’ infatti quando spinge, pur nei suoi limiti vocali in verità per l’occasione limitati – forse per merito dell’immobilità, che il concerto raggiunge l’apice. E’ quando le chitarre fanno da padrone, quei momenti in cui la melodia si fa da parte (in questo campo altri meglio di lei) e la grinta e l’energia dominano la performance.
A smentire e confermare tutto questo una versione di “Notte Senza cuore” che inizia per voce e piano terminando invece con un vero assalto rock lasciato alla band. Ancora “Contaminata” ( da “Bomboloni” album del 1996) è tra i momenti migliori sebbene l’andamento rock sia meno potente. Come al solito invece “Ragazzo Dell’Europa” non tradisce le aspettative e stupisce per il suo testo scritto in origine nel 1982 e di grandissima attualità. Mentre suona forte la storica “America”, culmine dell’anima rock del concerto
C’è poi l’inno pop rock di “Amandoti” che Gianna ricorda essere una composizione dei CCCP (Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni brano ai tempi cantato con Amanda Lear) dei quali Gianna chiede chi tra il pubblico li conosca (pochi a giudicare dagli applausi) e che dedica al cantante della band emiliana G.L. Ferretti. Il pubblico l’accompagna in un grande coro, molti convinti che sia una sua canzone. C’è infine nei bis la classica rilettura rock del Tenco di “Lontano Dagli Occhi” cantata a pieni polmoni dal pubblico.
La parte finale del concerto è dominato dall’anima più rock, in realtà escludendo l’inizio ed una parentesi più “tranquilla”, l’intera esibizione ha un buon tiro e lascia un’impronta forte e rispetto al precedente tour (che si chiamava “Amore Gigante Tour”) accantona gli archi o quanto meno ne riduce drasticamente (e opportunamente) la presenza.
Ad anticipare l’ultimo brano prima dei bis Gianna fa salire sul palco una ragazza con cui intona un duetto su “No potho reposare” un brano scritto nel 1920 entrato nella tradizione folkloristica sarda e portato al successo dai Tazenda che Gianna definisce la sua canzone preferita. Per “par condicio” fa poi interpretare al pubblico “O Mia Bela Madunina” un classico della canzone milanese.
Dunque in piedi o seduta la Nannini riesce sempre a dare uno spettacolo d’impatto (anche visuale), di grande vitalità e forza. Il trono potrebbe essere quello della regina del pop rock nazionale.