ROGER WATERS: immersione nel Pink Floyd sound. Recensione

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ROGER WATERS Live Milano
Us + Them Tour
17 Aprile 2018
Mediolanum Forum
Assago Milano

Voto: 9
Foto e testo di Giorgio Zito

ROGER WATERS Live Milano

Ha lottato per anni Roger Waters contro i fantasmi del suo passato, ma alla fine ha vinto e gli spettacoli che porta in giro per il mondo da alcuni anni ne sono la dimostrazione.

Us + Them tour

Dopo il tour dedicato a “Dark Side of the Moon” e la riproposizione integrale del concept “The Wall”, questa volta il musicista britannico ha deciso di riappropriarsi di quelle canzoni che hanno fatto grande non solo la storia dei Pink Floyd, ma del rock tutto. Ma l’”Us + Them tour” non è solo un omaggio a quella storia, è anche il recupero a nuova vita di quei brani ancora così significativi sia per le musiche che per i testi, tanto che vengono con estrema facilità utilizzati per descrivere i tempi presenti.

Roger Waters Milano
I Pink Floyd

La prima parte del primo set è concepita quasi come una lunga suite senza soluzione di continuità che si apre con “Speak To Me” e con la seguente “Breathe” si è già immersi nel Pink Floyd sound. Un pregevole solo di basso di Waters e la chitarra infuocata di Dave Kilminster ci portano in un viaggio all’indietro nel tempo con “One of This Days”, per riscoprire un suono ancora attualissimo. Il ticchettio di decine di orologi che ci raggiunge da ogni lato del Forum introduce a “Time” e alla ripresa di “Breathe”, con l’ottimo Jonathan Wilson alla seconda voce.

La chitarra slide apre il gioiello “The Great Gig in the Sky”, con le due voci di Jess Wolfe e Holly Laessig delle Lucius che cercano di riproporre il mitico vocalizzo originario, mentre sul mega schermo scorrono cartoni animati raffiguranti un mondo post atomico. Scene di guerra, missili che distruggono obbiettivi e uccidono esseri umani come se si fosse in un videogioco e un mare rosso sangue accompagnano una violenta “Welcome to the Machine” che chiude idealmente questa suite dedicata ai Floyd.

Da solista

Segue un breve set di tre brani dal repertorio solista di Waters: “Deja Vu”, la commovente “The Last Refugee”, in cui ricompare sul megaschermo la figura femminile che ha introdotto il concerto, che ora capiamo essere una profuga che cerca sulla spiaggia tracce della figlia, di cui resta solo una bambola di pezza, e infine “Picture That”, un testo corrosivo sulla società contemporanea, ferocemente contro ogni guerra, con la musica che avvolge il pubblico arrivando da ogni lato, a 360 gradi.

L’acustica di Johnatan Wilson ci riporta nel mondo Pink Floyd e introduce la splendida “Whish You Were Here”, mentre un coro di bambini sale sul palco per accompagnare “Another Brick in the Wall”, tutti incappucciati e in divisa da carcerati, divisa sotto cui comparirà la maglietta del tour con la scritta Resist, un invito a resistere contro ogni sopruso, e così si chiude la prima parte dello show.

Roger Waters Milano
La parte politica

Suoni di sirene, spari e voci di manifestazioni di protesta aprono la seconda parte e da qui riprende la lunga cavalcata con una serie di brani che hanno fatto la storia del rock: si alza il mega schermo centrale che attraversa tutta la platea per il lungo, con la celebre immagine della centrale elettrica, e parte “Dogs”, cantata da Wilson con uno splendido assolo di Kilminster. Per “Pigs” la band indossa maschere da maiali e inscena un party, il grugnito ci avvisa dell’ingresso del maiale gonfiabile che volteggia su tutto il Forum, mentre sullo schermo compare la faccia di Trump, duramente bersagliato per tutta la canzone, riportando tutte le sue frasi più oscene

È l’apice della serata, ed anche la parte più prettamente politica. Con “Money” scorrono sullo schermo tutti i governanti e i potenti del mondo, per la seguente “Us and Them” (cantata da Wilson che si produce anche in un bel solo di chitarra) vediamo ancora scene di proteste e manifestazioni contro Trump, da “Black Lives Matter” a “Refugee welcome”. E’ un set da applausi per esecuzione ed intensità, che cresce ancora con “Brain Damage”, mentre una luna d’argento volteggia sulle teste del pubblico, fino all’apparire del prisma di luce che copra la platea per una incantevole “Eclipse”, forse l’esecuzione più bella, emozionante e coinvolgente di tutto il concerto.

I bis capolavoro

I due bis sono gli ennesimi capolavori della serata, preceduti da un piccolo monologo con cui Waters ringrazia il pubblico, e soprattutto ringrazia gli italiani per l’opera di recupero dei profughi nel Mediterraneo e per essere rimasti umani in un mondo in cui sembra che contino solo soldi e potere: imbraccia la chitarra acustica per una commovente versione di “Mother” e chiude con un’epica “Confortably Numb” cantata in coppia con Wilson.

Waters si è ripreso ciò che è suo: il nome e i brani dei Pink Floyd.

ROGER WATERS Live Milano

Set list
1° set

Speak to Me
Breathe
One of These Days (Pink Floyd)
Time
Breathe (Reprise)
The Great Gig in the Sky
Welcome to the Machine
Déjà Vu
The Last Refugee
Picture That
Wish You Were Here
The Happiest Days of Our Lives
Another Brick in the Wall Part 2
Another Brick in the Wall Part 3

2° set

Dogs
Pigs (Three Different Ones)
Money
Us and Them
Smell the Roses
Brain Damage
Eclipse

bis

Mother
Comfortably Numb


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