DAVID BYRNE: Sempre un passo avanti. Recensione
DAVID BYRNE a Milano
16 Luglio 2018
Teatro degli Arcimboldi
Milano
Voto. 8,5
Testo e Foto Di Giorgio Zito
DAVID BYRNE a Milano
Si torna sempre con vero interesse a vedere un concerto di David Byrne, artista originale e geniale come pochi altri nel mondo del rock, e anche stavolta l’americano non si è smentito. Accompagnato da undici musicisti straordinari, ha proposto uno spettacolo dalla forte impronta teatrale, anche più che nei tour precedenti, coinvolgendoli tutti. Se nel tour precedente li aveva fatti vestire di bianco e improvvisare un balletto con tanto di tutu, stavolta sono tutti impegnati nelle coreografie dall’inizio alla fine del concerto. Per questo scopo, ognuno ha legato al corpo il proprio strumento, compresi tastierista e percussionisti, lasciandoli così liberi di muoversi per un palco completamente spoglio.
Tante percussioni
Quattro percussionisti, perché il concerto, come buona parte del nuovo disco, è ampiamente dominato dai suoni percussivi e dalle ritmiche travolgenti. I brani del nuovo lavoro “American Utopia” acquisiscono valore aggiunto dalla resa live, e costituiscono l’ossatura del concerto: dalla splendida “Here” posta in apertura (curioso, nel disco è la traccia finale), dove Byrne si presenta da solo sul palco, seduto ad una scrivania, con un cervello in mano, alla “Everybody’s Coming to My House” dai forti richiami ai Talking Heads, dalla intensa “Doing the Right Thing” ad una danzereccia “I Dance Like This”, dal gioiello pop di Everyday Is a Miracle.
Coreografia
Dal repertorio precedente Byrne propone brani alcuni ovviamente molto attesi, altri delle belle sorprese. La prima delle sorprese arriva con il secondo brano in scaletta, “Lazy”. Entra la band e dodici musicisti sul palco, tutti i completo azzurro chiaro e a piedi nudi come veri ballerini, iniziano a muoversi come un corpo di danza, sempre senza smettere di suonare e cantare.
Tante sorprese
Da qui, il concerto riserva sorprese ad ogni brano: dal capolavoro di “I Zimbra” a “Slippery People” con la sua ritmica potente e trascinante, sostenuta da ben sei percussionisti, una strepitosa “Once In a Lifetime”, una versione spettacolare della nera e funky “Blind”, il capolavoro di “This Must Be The Place”, la travolgente “Burning Down the House” con cui chiude il concerto.
Non sono da meno i bis, i primi due (“Dancing Together” e “The Great Curve”) con il pubblico accorso sotto il palco, e soprattutto la conclusiva “Hell You Talmbout”: tutti in fila fronte palco, a cantare i nomi dei ragazzi americani uccisi negli ultimi anni dalle violenze della polizia.
Ancora sorprende
Ancora una volta l’artista newyorkese è riuscito a sorprenderci. Sempre un passo avanti a tutti gli altri, si conferma uno dei geni più limpidi del panorama rock. Un artista che continua a reinventare se stesso, capace di riprendere il proprio repertorio senza citarsi ma rinnovandosi e restando sempre non solo attuale, ma costantemente proiettato nel futuro.
Unica nota negativa l’audio della sala: sembra incredibile che in 90 minuti chi stava al mixer di sala non si sia reso conto del continuo rimbombo di suoni, a tratti davvero fastidioso.
I prossimi appuntamenti:
giovedì 19 luglio 2018 – RAVENNA
venerdì 20 luglio 2018 – PERUGIA
sabato 21 luglio 2018 – TRIESTE