TIROMANCINO: tra pop d’autore e melodia cantando d’amore con l’orchestra ed un ospite. Recensione
TIROMANCINO a Milano
Fino A Qui Tour
03 Febbraio 2019
Teatro Arcimboldi
Milano
Voto: 7,5
Di Luca Trambusti
TIROMANCINO a Milano
La traiettoria artistica dei Tiromancino è assai particolare: da indie band (anni 90), a cantori dell’amore, passando per il pop d’autore. Inoltre, non è propriamente corretto usare il plurale in quanto dietro un nome da band si nasconde Federico Zapaglione, da sempre autore dell’intera produzione e anima dei Tiromancino.
Nell’ottobre 2018 un riassunto di questo percorso (iniziato discograficamente nel ‘92 ma partito alla fine degli ’80) è stato riassunto in un album/raccolta, dal titolo “Fino a Qui”, che ripropone una serie di hit del “gruppo” risuonate e reinterpetate in compagnia di parecchi colleghi del mondo pop: Jovanotti, Alessandra Amoroso, Tiziano Ferro, Biagio Antonacci, Giuliano Sangiorgi, Elisa e Mannarino, Alborosie, Fabri Fibra, Thegiornalisti, Calcutta, Luca Carboni (appare anche un cameo di Linda, la figlia di Federico).
TIROMANCINO a Milano Scaletta
L’orchestra
Con questo bagaglio Zampaglione ha deciso di partire per un tour teatrale per riproporre la sua storia. Per fare questo sul palco ha chiamato una tradizionale band pop/rock a cui ha aggiunto un trio di fiati e l’Ensemble Symphony Orchestra, orchestra diretta dal Maestro Giacomo Loprieno che vanta anche la collaborazione con numerosi artisti di fama internazionale (Sting, Kylie Monogue, Robbie Williams, Sam Smith, Luis Bacalov e molti altri).
Un raffinato complesso sonoro
Con questa impostazione ha adattato le sue canzoni creando un complesso sonoro molto raffinato, con l’orchestra (10 elementi a corda) che sta “nel suo”, a supporto e non invasiva o in primissimo piano ma ad accentuare i numerosi passaggi melodici che Zampaglione mette in campo. Il risultato è un concerto elegante, diviso tra una pulsione più pop rock ed una preponderante anima melodico sentimentale. In genere il concerto vive in equilibrio tra questi due elementi ed a volte è più propenso ad uno dei due. Alla base di tutto comunque ci sono i sentimenti amorosi, quelli cantati da Zampaglione che ormai è un portavoce della canzone d’amore, per quanto adulta anche se a volte un po’ melensa.
La lunga versione di “Amore impossibile”
Ma ovviamente dal vivo non manca il ritmo, non mancano arrangiamenti complessi (vista anche la formazione sul palco) e così alcuni episodi sono di grande fattura. La sola lunghissima versione di “Amore Impossibile” vale lo spettacolo. Il brano diventa ritmato, brillante, con i fiati a spostarlo verso il R&B (che spesso affiora durante l’intero concerto), con anche un assolo di violino. Molto interessante, accattivante e coinvolgente.
Tra melodia e potenza
Ci sono altri momenti in cui il pop rock prende il sopravvento (e Zampaglione si trasforma anche in chitarrista solista) ed altri in cui tutto diventa più pacato, intimo e melodico. Ma è in generale nell’equilibrio che si trova la giusta misura come ad esempio (uno su tutti) nella versione di “Dove Tutto È A Metà” che parte melodica per poi arrivare a concludersi in maniera più potente.
C’è anche Robert Johnson
Zampaglione inoltre non dimentica nemmeno le sue radici (a volte un po’ lontane) e quelle della musica popolare moderna, omaggiando il blues di Robert Johnson. Il bluesman viene reinterpretato (classicamente) con il canto accompagnato dal solo dobro. E’ l’occasione per ringraziare il padre (presente in sala) per averlo indirizzato verso quella musica mentre i suoi coetanei ascoltavano la disco music. La successiva “Imparare Dal Vento” segue il filone blues, ne viene contagiata ed è ancora eseguita al dobro con un leggero accompagnamento di organo in una chiave blues.
Un ospite sul palco
La serata milanese è stata anche arricchita, come già a Bologna, da un prezioso ospite. Luca Carboni era salito sul palco emiliano ed in questa occasione milanese si è materializzato Jovanotti. Dopo i saluti e complimenti di rito di Lorenzo, quest’ultimo accompagnato alla chitarra acustica da Federico, ha eseguito (ben adattandosi alla propensione “amorosa” di Zampaglione) “Chiaro Di Luna” un delicato brano d’amore contenuto nell’ultimo disco del toscano. Poi insieme hanno proposto, così come su disco, la loro versione di “La Descrizione di Un Attimo” che, come dichiara l’ospite, veniva eseguita live per la prima volta. Il risultato è una interpretazione ritmata, allungata e con parecchie improvvisazioni vocali da parte del solito irruento ed irrefrenabile Jovanotti ed il tripudio del pubblico. (Lorenzo è salito sul palco dopo “Dove Tutto E’ A Metà”)
Il giusto concerto per un teatro
Nel complesso quello dei Tiromancino è un concerto elegante (anche nella parte visuale), a tratti potente, ben costruito per l’ambiente teatrale e che mette in mostra la molteplicità di anime della musica della “band”. Anche agli Arcimboldi di Milano il pubblico ha risposto bene (in giro sta lasciando alcuni sold out) ma soprattutto il consenso milanese è stato molto emotivo, il finale di concerto è stato un trionfo con il pubblico lanciato in un lunghissimo battimani con tanto di standing ovation e Zampaglione a prendersi tutti i favori della platea.
Piacevole (soprattutto nelle parti più poppeggianti e sorprendenti).