NENEH CHERRY: la black music e le sue sfumature. Recensione

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NENEH CHERRY live Milano
27 Febbraio 2019
Circolo Magnolia
Milano Segrate

Voto 7,5
Testo e Foto di Giorgio Zito

NENEH CHERRY live Milano
Sul palco tanti strumenti

Non c’è il pubblico delle grandi occasioni per l’unica data italiana del tour europeo di Neneh Cherry a supporto dell’ultimo album “Broken Politics”, anche se alla fine la sala esterna del Magnolia sarà piena. Il palco, dall’allestimento semplice, si presenta pieno zeppo di strumenti dall’accostamento inconsueto: un’arpa, tastiere elettroniche, percussioni, basso, vibrafono, e alle spalle, a dominare dall’alto, una postazione da dj.

Musicisti e Dj

Ad accompagnare Neneh Cherry troviamo una band notevole, in cui ognuno dei componenti è in grado di sostituirsi agli altri, in una continua girandola. Quattro bravissimi musicisti e un dj a tirare le fila e spingere sul ritmo, coadiuvato in questo dal bassista e dalla percussionista. Una band che spicca anche per la commistione di elementi di origini eterogenee e diverse per provenienza ed età anagrafica, ed equamente divisa tra uomini e donne: un bassista di origini orientali, una vibrafonista e percussionista afro, una arpista e tastierista occidentale, un percussionista, e un dj. 

Una band impeccabile

Una band impeccabile, sempre al servizio della voce della cantante svedese, che in poco più di un’ora e un quarto ha dimostrato di essere ancora perfettamente al centro della scena della musica contemporanea. Una musica, la sua, che sfugge ad ogni definizione, inglobando in sé echi di black music in ogni sua sfumatura, rap, trip hop, reggae e elettronica.

NENEH CHERRY live Milano
Un’arpa apre il concerto

Apre il concerto il suono delicato dell’arpa per introdurre “Cheap Breakfast Special” e già dalla canzone seguente, “Fallen Leaves”, il concerto prende quota, in un susseguirsi di brani coinvolgenti, provenienti in massima parte dal nuovo album. Dalla scatenata “Blank Project”, in cui la Cherry, sul piccolo palco del Magnolia, circondata dalle strumentazioni, sembra muoversi quasi come una leonessa in gabbia, all’intensa “Synchronised Devotion”, al trip hop di “Soldier” e di “Kong”, che nel finale si colora di reggae.

Coinvolgente e divertente

Sempre sorridente e molto comunicativa, la cantante si dichiara contenta di essere tornata in un posto che ha frequentato molto da piccola, quando accompagnava il padre Don Cherry, che qui veniva sovente ad esibirsi alle feste dell’Unità. Coinvolgente e divertente, dotata di una naturale simpatia, padroneggia il palco con estrema semplicità e senza pose da star, non dimenticando il lato più cantautorale e impegnato quando presenta brani quali “Shot Gun Shack” e “Black Monday”.

Musica totale

Quello proposto dalla Cherry è un concetto di musica che potremmo definire totale, in grado di spaziare dall’elettronica al jazz, dal rap al funky, dal soul al dub, tutto rivisto in una chiave estremamente attuale. Dispiace solo per l’assenza nei bis della tanto attesa “7 Seconds”, presente in tutte le precedenti date del tour: unica nota negativa di una serata altrimenti quasi perfetta.

Set list:

Cheap Breakfast Special
Fallen Leaves
Shot Gun Shack
Deep Vein Thrombosis
Kong
Poem Daddy
Blank Project
Synchronised Devotion
Black Monday
Natural Skin Deep
Manchild
Soldier

Encore:

Faster Than the Truth
Buffalo Stance


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