DANIELE SILVESTRI: antenne dritte anche nel live. Un concerto di energia e pensiero. Recensione
DANIELE SILVESTRIrecensione Milano
LA TERRA DAL VIVO SOTTO I PIEDI TOUR
22 Novembre 2019
Mediolanum Forum
Milano / Assago
Voto 8
Di Luca Trambusti
DANIELE SILVESTRIrecensione Milano
Arriva al Forum di Milano il tour nei palasport di Daniele Silvestri. Il “La Terra dal Vivo Sotto i Piedi Tour” è partito, dopo la data zero, alcuni giorni prima dalla sua Roma con una doppietta nel Palasport romano e si concluderà a Torino.
Il palco su cui Silvestri e la sua ottima band si esibiscono entra in profondità sul parterre del palazzetto ed ai lati della struttura ci sono le diverse postazioni per i musicisti. La parte centrale nella quale appare all’opportunità il pianoforte, è a disposizione del cantante e del suo ospite. A chiudere sul fondo del palco ben due batterie.
Il concerto
Silvestri mette in scena un concerto molto lungo: 35 canzoni, per quasi tre ore di show. L’inizio è con un paio di brani d’atmosfera a cui segue uno più lento. Da qui il concerto decolla all’insegna del ritmo e della potenza. Nella parte centrale il cantautore romano elenca, in una sorta di medley e senza soluzione di continuità, alcuni dei suoi maggiori successi in chiave cronologica riportando sullo schermo l’anno di uscita di ogni composizione. Per il resto del concerto nella maggior parte delle occasioni tra un brano e l’altro Silvestri parla, racconta, dice cose, analizza e spesso esprime una collocazione anche extra musicale a ciò che sta cantando e vivendo oggi.
La band e la musica
Il concerto ha due piani di lettura: uno prettamente musicale, l’altro più vicino alla politica, alla denuncia ed all’analisi sociale (e non è certo una novità per Silvestri). Per l’aspetto musicale lo show è ineccepibile. Ad accompagnarlo sul palco una grande e nutrita band composta dagli immancabili Piero Monterisi e Gianluca Misiti, a cui si affiancano per l’occasione Fabio Rondanini (sempre ottimo batterista, in pianta stabile negli Afterhours), Daniele Fiaschi, Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Gabriele Lazzarotti, Duilio Galioto, Marco Santoro e Jose Ramon Caraballo Armas. Un gruppo di musicisti che Silvestri non si stanca mai di elogiare (e ne ha motivo) e di ringraziare. Nell’economia generale del concerto la band in realtà ha un grande peso, a loro vengono lasciati ampi spazi e forniscono un ottimo supporto alle composizioni del cantautore. Per le tre ore non “spariscono” mai dietro l’orizzonte del protagonista, che tende al contrario ad enfatizzarne il ruolo piuttosto che ad oscurarli. È grazie anche alla band, alla sua variegata composizione, che gli arrangiamenti si arricchiscono in sonorità e stile. C’è molto: dal rock’n’roll ai ritmi cubani, dalle chitarre al fagotto, passando per una sezione fiati. In generale comunque il ritmo è sempre una costante ed anche quando questo rallenta il suono si arricchisce di mille interessanti sfumature. “1000 Euro al Mese” poi si trasforma in un divertissement con Jose Ramon Caraballo Armas e la sua tromba “unplugged”.
L’analisi politica e sociale
C’è poi il secondo livello di analisi: quello “politico” e sociale. Silvestri non ha mai fatto mistero della sua appartenenza politica, l’ha detta, l’ha cantata, l’ha fatta chiaramente capire. Le sue canzoni parlano per lui, esprimono il suo pensiero, la sua visione. Ed anche i questa occasione non si esime da polemizzare, protestare, ma anche ricordare, come nel caso di “Appello”. Un brano scritto per Paolo Borsellino, un sentito omaggio al giudice ucciso con un’auto bomba e di cui è scomparsa, subito dopo l’attentato, la famosa agenda rossa, piena di appunti. Il brano viene accolto da tantissimi applausi. Ma in tutto lo show Silvestri non manca di sottolineare, commentare, polemizzare ed ironizzare sulla situazione politica del momento e del passato accompagnandosi in alcuni casi anche con immagini. Pure la scelta dei brani in scaletta va in questo senso: unisce il “personale” ed il “privato”, l’intimo e la rabbia. Il pubblico applaude o fischia a seconda di chi si sta parlando. Sicuramente la platea è dalla sua parte, ne condivide pensieri ed opinioni.
Rancore
Infine, un plauso speciale a Rancore. Il rapper romano accompagna Silvestri in tutto il tour ed interviene in alcuni momenti. Il primo ovviamente è “Argentovivo” il brano che i due hanno presentato a Sanremo 2019. Per l’occasione viene proposto con la presenza (virtuale sullo schermo) di Manuel Agnelli (nello stesso modo appaiono anche Caparezza – ne “La Guerra Del Sale” e Davide Shorty – in “Tempi Modesti”, altro brano di denuncia). Rancore e Silvestri si intrecciano tra di loro regalando una bellissima ed energica rilettura di un grande brano.
Insieme proseguono con “Il Mio Nemico”, un classico del cantautore che il rapper arricchisce con delle sue rime. Il terzo brano di Rancore è una sua composizione, “Arlecchino”, che esegue in “solitudine”. Silvestri gli lascia il palco e la band. Veramente ottimo. Rancore lo troviamo ancora più avanti co protagonista in due brani: tra cui la versione funkettona di “Salirò” che chiude la prima parte dello show e dove anche qui il rapper ci mette del suo.
Daniele ti fa ballare, ridere, divertire ma anche pensare
Se mai ce ne fosse bisogno Silvestri ha dimostrato di essere un cantautore versatile. È capace di scrivere ottimi singoli, con una vena pop di grande qualità ed eleganza e di saper presentare in chiave live le sue composizioni con tanta verve. Daniele ti fa ballare, ridere, divertire ma anche pensare. Con le sue canzoni il cervello non va mai “in folle” anche quando stai ballando o rilassandoti. Soprattutto mantiene questo aspetto anche in chiave live.