CONCERTI: forse si può ripartire.
I LIVE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
C’è uno spiraglio di apertura
Molte cose stanno cambiando in questi giorni. Sembra che, dopo mesi, si stia uscendo dalla parte più dura dell’isolamento e del distanziamento necessario per proteggersi e proteggere dal contagio del coronavirus.
Le nuove norme diramate con l’ultimo DPCM del 16 maggio consentono sin da subito la riapertura di molte attività commerciali, mentre altre sono ancora rimandate di alcuni giorni.
Tra le attività a “ripartenza ritardata” il 15 giugno è prevista la riapertura di teatri, cinema, con quindi anche la possibilità (teorica) di effettuare concerti e spettacoli. Il DPCM include anche la possibilità di fare spettacoli all’aperto.
Ovviamente e inevitabilmente, almeno per il momento, nulla potrà essere come prima. Severe norme anti contagio sono previste, per ogni attività pubblica inclusi anche i (possibili) concerti o spettacoli. La prima limitazione sta nei numeri di presenze del pubblico: massimo 200 persone al chiuso (cinema e teatri) e 1000 all’aperto con posti alternati e preassegnati e mascherina sempre obbligatoria.
Dunque seppur con regole stringenti, che non permettono di vivere l’esperienza di un live con la medesima intensità “pre pandemica”, qualcosa si sta muovendo. Restano però esclusi i grandi eventi e quelli in calendario negli stadi, spazi che sono ancora interdetti al pubblico.
Questa è la teoria. Ma il passaggio alla pratica sarà così semplice ed immediato? Gli organizzatori avranno voglia di assumersi l’impegno economico per un ridotto introito che una tale gestione inevitabilmente comporta? Non si corre il rischio che i prezzi dei biglietti schizzino in alto per garantire delle entrate che permettono la copertura di un evento a pubblico ridotto? Contemporaneamente non saranno tagliati i cachet e le entrate degli artisti (tutti, ma in particolar modo quelli più “deboli”)? Non saranno ridotti i salari a coloro che lavorano intorno alla costruzione e realizzazione di un evento?
E infine il pubblico avrà voglia di tornare ai concerti con queste nuove condizioni (organizzative ed economiche)?
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