CRISTIANO GODANO: posso portare il mio disco da solista su piccoli palchi. Intervista
CRISTIANO GODANO
“Mi ero perso il cuore”
Esce il primo disco da solista in attesa dei live
Intervista
di Luca Trambusti
Cristiano Godano ha deciso di uscire dal guscio dei Marlene Kuntz e di presentarsi al pubblico in veste solista con un album dal titolo “Mi ero perso il cuore” disponibile in digitale, CD, doppio vinile da collezione 180gr. Il suo esordio senza la band lo porta lontano dagli standard musicali dei Marlene Kuntz. Via gli spigoli e le chitarre taglienti della band il disco lascia spazio a quello che il musicista definisce alternative folk. Le atmosfere sono dense, intense, pacate, intime e rarefatte e Cristiano arriva, nel nuovo singolo “Com’è possibile”, a citare Bob Dylan cantando “La risposta è lassù / e soffia nell’aria / Quante strade dovrà / di nuovo percorrere / un uomo?”. Solo in un paio di pezzi la base musicale si fa più potente, senza allontanarsi dal medesimo ambito stilistico.
In una chiacchierata con Godano abbiamo parlato del disco, delle scelte e della situazione dei live e delle sue aspettative in merito. Ecco la sintesi di ciò che racconta.
Cristiano Godano, come arriva la scelta o esigenza di fare un disco così lontano da quanto fatto con la band?
Volevo fare qualcosa che non sapesse di Marlene Kuntz, che ne marcasse un’inequivocabile differenza, sia dal punto di vista musicale come da quello lirico. Qui i testi sono più diretti, non c’è mai una frattura tra me e l’io narrante, cosa che invece faccio nella band. In sostanza è un disco molto autobiografico. In questo caso le mie composizioni sono suonate da altri musicisti con diversa sensibilità. Con le mie composizioni per la band Luca e Riccardo (i Marlene Kuntz ndi) fanno altro, ispirati dalla loro visione. Qui, con il gruppo che mi accompagna (Gianni Maroccolo al basso e gli Ustmamò Luca A. Rossi alla chitarra e produzione e Simone Filippi alla batteria ndi) sono riuscito a ottenere qualcosa di diverso. Inoltre, c’è una grande tradizione di cantanti di band rock che hanno sentito l’esigenza, non per vanità, d’immaginare le proprie canzoni in un diverso ambiente musicale
Il disco è stato registrato un anno fa. È poi cambiato qualcosa durante il lockdown?
No, non è cambiato nulla. Le canzoni non parlano del virus ma c’è comunque un legame, uno stato d’animo ben presente nel tessuto sociale di questi tempi. Doveva uscire a metà marzo poi tutto si è pietrificato. Noto però che durante la quarantena si è distribuita molta arte che penso sia stata consolatoria, un regalo prezioso con cui riempire bene il tempo, in maniera non banale perché il ruolo del musicista non è solo quello di far divertire, come invece è stato detto.
Tutto si è pietrificato, inclusi i live. Come valuti la situazione attuale?
Siamo tutti speranzosi. Durante l’estate pare di vedere un allentamento della tensione, la gente esce e si sta vicini, sembra che i distanziamenti siano saltati. Non c’è nessuna polemica o critica; è una presa d’atto, d’altronde le cose non possono che andare così. C’è solo da sperare in zero focolai nuovi per la fine dell’estate. Alla luce di questo non è accettabile chiedere ai musicisti di rispettare le regole quando intorno si vedono assembramenti. A prescindere da tutto un certo tipo di concerti, quelli mainstream, con la regola del distanziamento li vedo difficili. Per questi show più i palchi sono belli e imponenti, più sono cari. Occorre dunque, in relazione alla diminuzione della capienza del pubblico, ridurre costi o abbassare i cachet degli artisti. C’è poi da capire se il pubblico di questi spettacoli accetta un concerto ridimensionato dal punto di vista visivo. Occorre inoltre valutare se per farlo ci sono le dimensioni economiche oppure se occorre alzare ulteriormente i prezzi dei biglietti e chiedersi se il pubblico è disposto ad accettare questi aumenti. Per quanto riguarda i Marlene non abbiamo mai fatto grandi live con un enorme sforzo illuminotecnico per cui si potrebbe valutare. La mia situazione è invece completamente diversa. “Mi ero perso il cuore” è un disco intimo e potente per il quale spero possano succedere situazioni live anche bucoliche. Sarebbe la situazione ideale e magnifica e questo penso si possa fare anche con le vigenti condizioni di sicurezza.
La categoria dei lavoratori dello spettacolo si sta organizzando e inizia a protestare, a farsi vedere. Cosa ne pensi?
Se ti riferisci al recente flash mod di Milano non posso che essere favorevole. Domenica non potevo essere a Milano per altri impegni ma c’è stata tutta la mia disponibilità ed adesione anche se non la presenza fisica. Ho detto agli organizzatori, che peraltro sono colleghi con cui divido molto, di tenermi in considerazione e ho confermato loro la mia completa e futura partecipazione.
I musicisti sono trasparenti agli occhi dei politici. In molti non vedendo i tanti aspetti negativi, pensano solo alla nostra “bella vita”. Non è così. Non abbiamo ammortizzatori e il nostro sistema pensionistico è molto carente. L’unica soluzione è dunque quella dell’unione per pressare la classe politica e per farsi notare da loro.
I prossimi live
A proposito di prossimi appuntamenti live il 2 luglio Cristiano Godano sarà ospite nel cortile della Galleria D’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, esibendosi in un mini live e approfondendo il nuovo album e temi di attualità con Nicola Ricciardi, direttore artistico delle OGR di Torino (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria, verrà trasmesso in streaming sul canale YouTube della GAMeC). Inoltre, presenterà il suo libro “Nuotando nell’aria” il 16 luglio al Circolo dei Lettori di Novara e il 18 luglio al Festival Auronzo Aperta di Auronzo di Cadore (BL). Il 26 luglio sarà ospite della Villa Campolieto di Napoli, all’interno del Festival delle Ville Vesuviane, con il poeta Davide Rondoni per uno spettacolo fra musica e poesia.