FRANCESCO GABBANI: mi sono ridotto il cachet per suonare e far emozionare. Basta dirette streaming. Intervista

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FRANCESCO GABBANIINTERVISTA
INEDITO ACUSTICO
La sua estate 2020 sui palchi

Intervista
di Luca Trambusti

Nei giorni scorsi sono state annunciate (vedi qui) le prime date del tour estivo di Francesco Gabbani (altre ne arriveranno). “Inedito Acustico”, questo il nome del tour prevede una manciata di concerti diversi da quelli visti in passato, acustici e teatrali. È il modo in cui il cantautore toscano ha deciso di ripresentarsi al pubblico riannodando un filo che si era spezzato durante il lockdown e che veniva un po’ ”tenuto insieme” a fatica dai concerti “surrogati” on line e streaming che hanno riempito le giornate della quarantena.

Abbiamo sentito Francesco Gabbani per parlare del tour, della quarantena, del concerto e della situazione che sta vivendo l’artista toscano e il mondo della musica.

FRANCESCO GABBANIINTERVISTA

Come hai passato il lockdown?
Non mi posso lamentare, l’ho passato serenamente. Vivo in mezzo al verde, non ho sofferto più di tanto. È stato un periodo strano come per tutti. Ho cercato di fare il possibile a livello casalingo con la messa a disposizione di ciò che faccio con dirette social, per fare compagnia, cosa che banalmente mi sembra sia servita.

Hai scritto cose nuove?
No. Mi sono però appuntato delle cose, perché io scrivo a posteriori dopo aver elaborato; ho questo approccio. Nelle prossime canzoni indirettamente entrerà questa atmosfera e questa situazione che ha portato a riflessioni particolari, più approfondite, anche sui rapporti sociali. Ci è stato tolto qualcosa che è dato per scontato, come la vicinanza. È quando ti mancano queste cose che ne comprendi il valore.

Quanto tutto questo ti ha stravolto i piani?
Parecchio! Immaginavo per il disco nuovo (“Viceversa” uscito per il Festival di Sanremo 2020 ndi) un iter diverso. Ho dovuto bloccare il firma copie che andava molto bene, con una media di 500 persone al giorno. Alla fine però cerco di cogliere sempre il lato positivo da ogni situazione. Così, paradossalmente, mi trovo a vivere una cosa nuova. Ho infatti deciso di fare dei concerti atipici che non erano in programma. Non era previsto un tour ma solo l’arena di Verona l’8 ottobre (ora rinviata al 26 aprile 2021).

Che tipo di concerti saranno quelli di “Inedito Acustico”?
Sarà uno spettacolo/concerto, acustico, diverso per le caratteristiche e la dimensione un po’ più intima, con parti “teatrali” dove racconterò la mia storia, in terza persona, tramite l’Amico Fritz. Racconterò e ripercorrerò il percorso artistico, il perché e il come della mia evoluzione. E poi non dico altro (ride ndi). Ho sempre parlato in maniera spontanea durante i concerti, ora però c’è una specie di copione. Sarà un approccio leggero e introspettivo. Mi auguro di far ridere, riflettere ed emozionare, cioè riportare quel dualismo che è la mia caratteristica anche nella scrittura musicale.

In questo tour ci sono pure dei sold out. Te li aspettavi?
Sono sorpreso, non me l’aspettavo di certo e mi fa piacere. Vedo che c’è un segnale, che la gente ha voglia di tornare ad un concerto. Egoisticamente vedere queste cose mi fa bene. Aumenta la consapevolezza del senso di ciò che faccio, perché ci sono momenti in cui non sei sicuro e questo dà fiducia.

Però questi sold out, date le condizioni, vanno pesati…
Probabilmente hanno più valore, anche se gioca il fatto che i posti sono limitati ed è più facile. Però non era così scontato, non tutti quelli che sono in tour hanno questi risultati. Inoltre, considerando ciò che abbiamo vissuto, io gli attribuisco un alto valore simbolico.

Cosa significa per te un concerto oggi? Cosa vuoi dare al pubblico?
Mi viene da dire che mi piace dare semplicemente delle emozioni che passano dalla presenza fisica. Le dirette streaming non sono paragonabili alla dimensione del concerto reale. Inoltre c’è voglia di ricominciare e di elaborare e anche questo può aiutare.

Questi concerti aiutano i lavoratori del settore dello spettacolo?
Sì, e ho scelto di farli anche per dare un mio supporto alle persone che lavorano con me, dai musicisti ai tecnici. È una piccola boccata d’ossigeno a chi lavora in ambito tecnico musicale. Purtroppo non credo che basterà per tutti, anche perché ci sono pochi concerti. La situazione è drammatica.

Alle condizioni attuali, con la ristrettezza delle capienze, ci sono le economie per giustificare i concerti?
Ci sono, ma ovviamente molto ristrette. Io ho scelto di farli guadagnando di meno rispetto alla normalità. Il mio sforzo sta in questo. E poi c’è tutta una condizione tecnico produttiva ridimensionata, minimal. Però, anche se per il rotto della cuffia, un piccolo guadagno per tutti c’è,

Per rivedere una tua produzione più “importante” occorrerà dunque aspettare dunque l’Arena. Cosa stai pensando?
La vedo lontanissima nel tempo. Non ci sto pensando. Sarà un concerto particolare, una grande festa in cui mi preoccuperò di fare uno spettacolo con ospiti. Ma adesso non ho niente di definitivo.

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