I LIVE AL TEMPO DEL COVID: passato e presente si intrecciano ma c’è qualche speranza per il futuro

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I LIVE AL TEMPO DEL COVID
Com’è stato, com’è e come arriverà nel futuro

Di Luca Trambusti

Siamo a oltre un anno di assenza di concerti (ma anche di teatro e cinema). Lo scorso marzo 2020 tutto si congelò, i live rimasero sospesi. I più fiduciosi speravano e auspicavano che di lì a poco si sarebbe ripreso con le normali attività. Con il passare del tempo gli orizzonti però si allontanarono e il traguardo fu l’estate 2020. In effetti nella stagione calda, complice anche il fatto di svolgersi all’aperto, l’attività live sembrò risollevarsi.

I Live al tempo del Covid Qualcuno c’ha provato

Tuttavia in pochi osarono. D’altronde le condizioni organizzative richieste per svolgere i concerti in sicurezza non semplificavano le cose. I distanziamenti e le ridotte capienze penalizzavano la sostenibilità economica degli eventi. Va detto che gli scarsi (in termini numerici) artisti che si avventurarono in tour o anche in singoli concerti spesso lo fecero a cachet ridotti, o nulli, privilegiando la copertura economica delle “maestranze”. Inoltre molti dei concerti erano sostenuti economicamente dalle istituzioni locali, che sono mosse da differenti canoni. Va dato comunque atto di averci provato a tutti quei musicisti che adeguandosi si sono esibiti per il loro pubblico.

I tour degli stranieri

Se per gli artisti italiani (o chi per loro) organizzare un tour o una serie di date in tempi ristretti è stato fattibile, così non è successo per gli stranieri che avevano programmato date nel nostro paese. Organizzare un tour internazionale è operazione molto difficile, che richiede tempi precisi e incastri millimetrici. Far saltare una data significa inceppare un meccanismo che non può conoscere intoppi. Quindi, nell’incertezza MONDIALE tutti i concerti, come i grandi festival, sono saltati, alcuni da subito annullati, altri fiduciosamente rinviati all’estate 2021.

Autunno/inverno 20/21

Purtroppo nell’autunno/inverno 20/21 la situazione sanitaria non è migliorata: club (nel frattempo alcuni, soprattutto quelli piccoli, avevano anche terminato la propria attività), teatri, palazzetti ed ogni altra location era chiusa. In quei mesi la situazione era identica a quella dell’anno precedente. Tour saltati, concerti rinviati, nessuna nuova programmazione in corso.

L’estate 2021 come quella 2020?

Ora siamo alle soglie dell’estate 2021, quella in cui si era ipotizzato il ritorno alla normale programmazione musicale. E invece non è così: i tour, i concerti, i festival, gli eventi, in calendario nell’estate sono stati ancora cancellati o riprogrammati nell’estate 2022. Le tournée nei club o teatrali in calendario nei primi mesi del 2021 sono tutti rinviati alla fine del ‘21, primi del ‘22

Anche per il 2021 vale quanto già detto per la scorsa estate: i concerti degli artisti stranieri richiedono molte certezze (a partire dalla garanzia di mobilità internazionali), e queste nelle attuali condizioni non ci sono. Però qualcosa si muove, pensando soprattutto al panorama nazionale.

Ce la si potrebbe fare

Occorre però fare un passo indietro e riportarci alla scorsa estate. Si stima che agli eventi organizzati nella stagione calda 2020 abbiano partecipato 200.000 spettatori e che i contagi siano stati molto limitati. Questa potrebbe essere una buona premessa su cui ragionare per organizzare eventi estivi. È la dimostrazione che con adeguati e rigorosi protocolli si può pensare a pianificare qualcosa. Così hanno dichiarato che anche per questa estate faranno Gazzè e Silvestri, invitando i colleghi a fare altrettanto, ragionando fin da ora sulla fattibilità dei concerti estivi.

I Live al tempo del CovidNuovi protocolli

Qualcosa si sta muovendo anche nelle norme di legge che governano l’organizzazione degli eventi. Il Ministro Franceschini ha annunciato la prossima revisione delle capienze e, grazie ai colloqui con le parti e con il CTS, la stesura di protocolli che permettano in sicurezza lo svolgimento di concerti oltre che la riapertura di cinema e teatri. Nella proposta di Francechini si parla di aumentare la capienza dei luoghi dello spettacolo dall’attuale 25 al 50 per cento con un massimo di 500 spettatori al chiuso e 1000 all’aperto.

C’è da guardare anche quanto successo in Spagna e Paesi Bassi dove sono stati organizzati dei concerti test con le normali capienze del locale. Il pubblico prima dell’accesso è stato “tamponato” o è arrivato allo show già con il certificato tamponale. All’interno del locale nessun distanziamento ma obbligo di mascherina. Si stanno aspettando i risultati del test.

Nell’attesa delle decisioni definitive del Ministero sul tavolo ci sono molte proposte, avanzate dai differenti elementi della filiera dello spettacolo. Proposte che partono anche dall’esperienza già in essere, allargando le capienze (legandole alle dimensioni del luogo e non più fisse com’è adesso: 200 al chiuso, 400 all’aperto).

La speranza di ricominciare

Quella dello spettacolo (e dei relativi lavoratori) è una situazione in movimento (ma non è certo la sola), la sua ripartenza potrebbe essere un ottimo segnale, purché tutto avvenga SEMPRE nella massima GARANZIA per pubblico e lavoratori del settore e quando l’evoluzione dei contagi lo permetteranno.

Ps: Alle partite italiane degli Europei di calcio sarà ammesso il pubblico, in misura ridotta, negli stadi. Grazie al supporto economico delle Fifa.

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