GIANGILBERTO MONTI: uno spettacolo antologico che, tra teatro e musica, ripercorre i “Tempi Strani” (Recensione Concerto Live)
GIANGILBERTO MONTI
TEMPI STRANI
10 giugno 2021
Teatro Munari
Milano
Recensione di Luca Trambusti
Voto: 7
Sono tempi strani, ce lo dice Giangilberto Monti e ce ne accorgiamo anche noi. È una stranezza, per esempio, ritrovarsi in un teatro con altre persone (rigorosamente distanziate e mascherina munite) a godere di un concerto.
Sono tanti i tempi strani che racconta il cantautore milanese Giangilberto Monti con uno spettacolo in bilico tra teatro e canzone (o più semplicemente uno spettacolo di “teatro-canzone”). Sono i tempi del passato e quelli del presente, sono i tempi che hanno preceduto Giangilberto Monti e quelli che il cantautore ha vissuto nei suoi 44 anni di carriera artistica e che con lui stiamo vivendo anche oggi.
“Tempi Strani”, questo il titolo dello spettacolo, prende le mosse dall’ultimo omonimo disco antologico dello chansonnier dei Navigli che, sul disco, ripercorre la propria carriera attraverso la sua scrittura e la rilettura/traduzione/interpretazione dei suoi amati (o maledetti) francesi.
Quelle canzoni diventano l’ossatura dello spettacolo in scena a Milano (tra i primi in città) e le raccorda con interventi teatrali (accompagnate dalle immagini) aggiungendo anche altri brani amati da Monti. Ogni canzone ha un suo legame con i tempi strani presentati nelle storie introduttive. Tra queste troviamo, l’epopea dei teatri, la nascita e lo sviluppo della discografia, i Navigli milanesi, i primi chansonnier con Aristid Bruant, le migrazioni.
Ma Monti ricorda anche il suo maestro Dario Fo, con cui ha lavorato e da lui spesso reinterpretato, e il brano scritto con Mauro Pagani e interpretato da Mia Martini (“devo dire che a me ha portato tanta fortuna” dice con affetto l’autore, a dispetto delle terribili dicerie sulla cantante calabrese).
“Tempi strani” è tutto sommato uno spettacolo godibile che ripercorre i mondi sonori e artistici che animano l’universo di GG Monti, dove musica e teatralità s’incontrano. Così tra il Fo attore (da cui GG attinge molto) e musicista, qualche eco di Gaber, gli chansonnier francesi e la nostrana canzone d’autore il musicista (ma anche scrittore) milanese ripercorre sé stesso con alcune deviazioni.
Dentro l’ora della performance (limitata anche a causa dell’orario del coprifuoco) c’è tutto Monti, la sua teatralità, il suo stare sul palco e la verve interpretativa. Si trovano i suoi maestri e la sua scrittura musicale e l’evoluzione nel tempo. Un concentrato che velocemente racconta il musicista milanese.
Tra i momenti migliori l’interpretazione molto teatrale de “Hanno ammazzato il Mario”, “Il gorilla”, firmata da Brassens e riproposta in Italia sia da De André che da Nanni Svampa (e che Monti presenta mischiando le due interpretazioni) e “Mr Dupont” un grande brano scritto a quattro mani da Monti e Federico Sirianni.
Per l’occasione la serata è stata aperta e chiusa da Ottavia Marini, cantautrice e pianista collaboratrice di Monti. I due insieme hanno recentemente scritto “Maison Milano” presentata in apertura extra spettacolo. La chiusura è stata poi affidata alla sola Marini, la quale al pianoforte ha eseguito un waltzer.
Ad accompagnare Monti sul palco il jazzista Fabrizio Bernasconi al pianoforte, il bluesman Roberto Zorzi alle chitarre e il batterista Alessio Pacifico.
Un piacevole rientro.
La Scaletta:
Maison Milano
Metrò
Il giardiniere
La mia razza
Hanno ammazzato il Mario
Stringimi forte i polsi
La forza dell’amore
Sono il comico
Allo Chat Noir
Il Gorilla
Terra!
Mr Dupont
Balthazar
Paese di piazzisti