OASIS KNEBWORTH 1996: la storia vista dai fan (Recensione)
OASIS KNEBWORTH 1996
Tra musica, storia e storie
Al cinema il 27, 28 e 29 settembre 2021
Recensione film di Luca Trambusti
Voto: 8,5
Nella vastissima area del Knebworth Park (a Nord di Londra, tra la capitale e Cambridge) si sono svolti concerti dei più grandi nomi del rock: dai Led Zeppelin, Genesis, Rolling Stones sino a Robbie Williams. Il 1996 (10 e 11 agosto) sul palco salgono gli Oasis per un concerto memorabile. Innanzitutto perché fu uno show da record con oltre 250.000 paganti nelle due serate e poi perché celebrava il rapidissimo trionfo della band inglese, giunta all’apice del successo in soli due anni, passando dai pub della loro città al trionfo di Knebworth.
Quel concerto, e tutto ciò che è successo, è ora raccontato in un bel documentario che sarà nelle sale cinematografiche per soli tre giorni: il 27, 28 e 29 settembre.
OASIS KNEBWORTH 1996 ha un taglio del tutto particolare: a raccontare il concerto evento sono le voci (tutte fuori campo), le testimonianze e le storie (personali e anche drammatiche) dei fan presenti in quella enorme spianata verde. Alle voci degli spettatori si aggiungono anche quella di alcuni dell’entourage degli Oasis, dei promoter e della band stessa.
Il racconto parte dalla notizia del concerto e il ricordo della caccia ai biglietti da parte degli spettatori. L’acquisto nel ’96 era solo fisico o nella versione più tecnologica via telefono (rigorosamente fisso in quanto i cellulari erano merce rara). Ore di attesa in fila e oltre 250.000 biglietti bruciato in poche ore a fronte di una richiesta stimata in due o tre volte tanto.
In due anni i fratelli Gallagher e soci avevano polverizzato tutte le tappe e pochi mesi prima di questo evento avevano pubblicato il capolavoro “(What’s the Story) Morning Glory?” che stavano portando in tour.
Dalle parole dei giovani fan (molti dei quali oggi intorno e oltre la cinquantina) si percepisce la passione bruciante per questa band, si capisce la comunanza tra pubblico e artisti. Ad aiutare in questo fenomeno anche l’estrazione popolare, da classe operaia, della Manchester povera che porta con sé una storia di riscatto e di conquista vissuta dalla band e apprezzata e agognata dai fan. Come dicono gli stessi spettatori per molti quel concerto ha rappresentato la fine di parecchie cose, in particolar modo della gioventù. Da lì tanto, se non tutto, è cambiato.
Ma alle parole, infuocate di passione dei fan (altrimenti non sarebbero tali) e alle carrellate tra la platea, pre, durante e post concerto, si aggiungono musiche e immagini del palcoscenico.
Nella prima ora del documentario (che testimonia la giornata di sabato e della precedente notte) la musica, con il concerto vero e proprio, resta in secondo piano. Protagonisti sono le persone, i giovani, che fanno riaffiorare ricordi, emozioni, sensazioni, avventure e storie dell’evento in un contesto “Peace & Love”.
Tra i fan presenti all’evento uno, con il suo contributo, fa notare che nel ’96 i concerti si vivevano in maniera diversa. Non si filtrava tutto attraverso lo schermo di un cellulare, forte era la partecipazione emotiva ancora indisturbata dall’avanzamento tecnologico. C’è, dice la voce fuori campo, uno spartiacque: i concerti pre e post internet.
La seconda parte (quella relativo alla seconda data, l’11 agosto) lascia più spazio al palcoscenico e alla musica, qualche canzone viene anche proposta per intero e testimonia l’evento musicale, sino alla conclusiva versione di“I Am the Walrus” supersonica cover dei Beatles, eseguita sotto una pioggia torrenziale e con tanto di fuochi d’artificio a chiusura dello spettacolo.
OASIS KNEBWORTH 1996, diretto dal vincitore del Grammy Award Jake Scott, ha immagini (a volte un po’ sgranate) e audio di qualità e un veloce montaggio che indugia sulla band (in particolare i due Gallagher) ma soprattutto mostra i volti del pubblico.
Liam Gallagher a proposito di quel concerto dice: “Knebworth per me è stata la Woodstock degli anni ’90. Riguardava la musica e le persone. Non ricordo molto, ma non lo dimenticherò mai. Si trattò di un momento biblico”. All’aspetto musicale va aggiunto anche un significato “sociale”. Quel concerto e QUELLA band arrivavano in un contesto economico, politico di grande ripresa per la Gran Bretagna. Gli Oasis incarnavano la voglia di rilancio, l’energia e la felicità di vivere in quel momento. La condivisione dei 125.000 a serata era palpabile, tutti i presenti (sopra e sotto il palco) erano consci di partecipare a qualcosa di unico e di grande. E questa pellicola fa rivivere, trasmettendola, questa atmosfera. A condire il tutto la potenza sonora degli Oasis.
Elenco delle sale dove sarà proiettato il film su www.nexodigital.it e www.oasisknebworth1996.com
Scaletta 10 e 11 agosto 2021