KINGS OF CONVENIENCE: una coinvolgente magia acustica. (Recensione Concerto)
KINGS OF CONVENIENCE
01 novembre 2021
Teatro degli Arcimboldi Ore 21,00
Milano
Recensione di Luca Trambusti
voto: 8
Con un doppio spettacolo milanese (ore 13,00 e ore 21,00) il duo norvegese dei Kings Of Convenience chiude il tour italiano. Prima del capoluogo lombardo si erano esibiti a Catania e in una doppia data a Bologna. Gli show nel nostro paese hanno beneficiato della nuova normativa che permetteva la capienza al 100% dei teatri. La prevendita era partita con un numero ridotto di tagliandi, la successiva possibilità di riempire un teatro ha invece permesso di poter riaprire la biglietteria mettendo in vendita altri posti. Ed è stato un bene perché la serata agli Arcimboldi ha visto un’ottima capienza e soprattutto un pubblico entusiasta.
Il duo acustico norvegese formato da Erlend Øye e Eirik Glambæk Bøe sono stati accolti (con qualche minuto di ritardo) da una platea attenta e soprattutto innamorata della loro musica. I due hanno una lunga storia artistica e di amicizia alle spalle che sembrava essersi interrotta e che invece è ripresa, dopo dodici anni di stop, questa estate con l’uscita del disco “Peace Or Love” (leggi qui la recensione su NEWSIC). Era quindi un ritorno atteso.
Le premesse per un concerto “difficile” ci potrebbero essere tutte: due chitarre acustiche, due voci su un palco spoglio possono avere anche una “pericolosa” deriva. Invece per i Kings Of Convenience non è assolutamente così e tengono la barra ben dritta per tutto lo spettacolo. Appena le loro chitarre iniziano a suonare, a intrecciarsi ad alternarsi si crea una magia unica, accattivante. I suoni delle chitarre sono caldissimi, le loro voci disegnano melodie ed armonie che rapiscono e aprono le porte ad un mondo tra l’onirico e l’incantato.
In un’ora e mezza di concerto (la giusta durata) riescono a catturare e mantenere l’attenzione del pubblico che si gode il concerto nel massimo silenzio (evento raro) e concentrazione per poi esplodere in sentiti applausi alla fine di ogni brano.
Erlend Øye e Eirik Glambæk sanno intrattenere il pubblico con divertenti battute (alcune in italiano), riempiendo gli spazi morti per le accordature che, complice l’umidità della giornata, non riuscivano a conservare a lungo. Con gag tra loro, battute con la platea, inviti a battere le mani e ad alzarsi, c’è anche un aspetto teatral/divertente che favorisce il clima disteso e “morbido” della serata. Certo non è un concerto da “guardare”, nel senso che la scena è abbastanza statica: in due sul palco in piedi o seduti non offrono certo “distrazioni”, così come le luci che sono sobrie ed essenziali al limite del minimalismo. Ma è giusto così perché l’atmosfera, la magia, la coesione la crea solo ed esclusivamente la musica.
Sul finire della prima parte del concerto i due invitano sul palcoDavide Bertolini (contrabasso) e Tobias Hett (violino) e con loro, grazie anche agli ottimi interventi di violino, arricchiscono, senza snaturarne la sostanza, la loro musica. Saranno nuovamente in quattro per l’ultimo brano del concerto, l’acclamato “I’d Rather Dance With You”.
Concerto affascinante, avvolgente, coinvolgente, cullante, rilassante e corroborante.
Scaletta
Comb My Hair
Ask For Help
Cayman Islands
Angel
Killers
Love Is Lonely Thing
Fever
Mrs. Cold
24-25
Stay out of Trouble (con Davide Bertolini (contrabbasso) e Tobias Hett (violino))
Rocky Trail (con Davide Bertolini (contrabbasso) e Tobias Hett (violino))
Boat Behind (con Davide Bertolini (contrabbasso) e Tobias Hett (violino))
Catholic Country (con Davide Bertolini (contrabbasso) e Tobias Hett (violino))
Misread (con Davide Bertolini (contrabbasso) e Tobias Hett (violino))
BIS
Homesick
Know How
I’d Rather Dance With You (con Davide Bertolini (contrabbasso) e Tobias Hett (violino))