MATTHEW LEE: le sue canzoni r’n’r’ passano da Tchaikovsky ed Elvis con un grande piano infuocato (Recensione)
MATTHEW LEE
13 novembre 2021 Ore 23:00
Blue Note
Milano
Recensione di Luca Trambusti
Voto: 8
Doppio fortunato live al Blue Mote di Milano per l’eclettico e coinvolgente Matthew Lee. Il pianista e autore rock’n’roll, in un piovoso sabato sera milanese, si è presento alle 20,30 (sold out) e alle 23,00 (pienone), ad un chiacchierone pubblico (almeno quello delle 23,00) del famoso locale meneghino.
Pianista di grande talento Matthew Lee oltre alle cover presenta nel suo live alcuni brani del proprio repertorio, composto ormai (dal 2006) di quattro dischi, produzione che si nutre delle sue passioni musicali: il rock’n’roll, il country, il blues e buona parte della black music riproposte con una personale chiave di lettura, a volte più rigorosa a volte mischiata con il pop. Il risultato è piacevole e fresco, stona solo un po’ (ma peccato veniale) l’uso dell’italiano su quelle ritmiche.
Energia e spettacolo uniti a una buona musica, sono anche gli elementi vincenti del suo live, ricco di cover e di brani originali. Le cover vanno da Tchaikovsky a Bennato, passando per Jerry Lee Lewis, Bob Darin e l’immancabile Elvis, ma anche Rossini e accenni di Bach. Non a caso appaiono i compositori classici perché Matthew (e il fratello chitarrista Frank) hanno una formazione da conservatorio sulla quale però ha preso il sopravvento la passione per il R’n’r derivata dagli ascolti paterni. Ed è alle sue (loro) riletture in chiave rock’n’roll del repertorio classico che i due dedicano uno specifico divertente medley.
Tra un virtuosismo pianistico e l’altro Matteo si ispira e omaggia tutto quel panorama di pianisti R’n’r che hanno diffuso negli anni ’50 quello stile musicale. Le sue mani corrono veloci sulla tastiera sempre all’insegna del ritmo e dell’energia coinvolgendo il pubblico che risponde molto bene. È d’altronde impossibile restare fermi e impassibili a quelle “martellate” sul piano a quelle note scintillanti suonate ad una velocità supersonica. Ma c’è spazio anche per la chitarra che a volte si avvicina al rock. Ad accompagnare i due fratelli Orizi ci sono un bassista ed un batterista, pulsante base ritmica su cui si appoggiano i solisti. C’è poi il momento per piano e voce in cui il protagonista con “Gimme a Reason” (dal suo ultimo album “Rock’n’Love”) dà spazio al suo lato intimista, delicato e romantico. Non manca nemmeno “Shout out Christmas” il nuovo atipico singolo per un Natale rock’n’roll pubblicato proprio il giorno prima dell’esibizione milanese.
Con un vestito giallo Matthew cattura l’attenzione del pubblico con un fare istrionico e spettacolare. La prima parte del live si conclude con la consueta performance al piano, suonato al contrario mentre è disteso sopra la tastiera. Performance che come dice lo stesso artista è arrivata agli esordi di carriera per attirare l’attenzione del pubblico e poter così ottenere più ingaggi. Una funambolica performance che diverte ma non è certo il fulcro dello spettacolo per quanto sia attesa da chi sa cosa succede.
Quello di Matthew è uno spettacolo divertente che riporta in scena una musica che sta alla base di tante cose. Nell’ora e mezza di concerto si omaggia il glorioso rock’n’roll degli anni ’50 rivisto in chiave contemporanea senza nessuna velatura malinconica.
Divertente, scanzonato coinvolgente. Peccato solo non aver potuto ballare tra i tavoli del Blue Note.
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