JOE BASTIANICH: la musica mi lascia comunicare chi sono veramente (Intervista)

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JOE BASTIANICH & LA TERZA CLASSE
L’America e Napoli unite sotto il country e le emozioni

Intervista di Luca Trambusti

Joe Bastianich è instancabile, capace soprattutto di dare un senso alle sue mille passioni e di trasformarle in un business. Ristoratore (non chef), produttore di vino, agricoltore con attività in Friuli e Toscana, scrittore, noto volto televisivo (in diversi ambiti non solo quello del food) ed anche musicista.

È proprio in quest’ultima veste che in questi giorni si concentrano le attenzioni verso l’italo americano. Torna infatti sul palco, dopo alcune date estive, in compagnia de La Terza Classe, band napoletana di folk (chitarra, banjo, batteria, basso, armonica e cori), dando vita ad un concerto particolare, che ben fotografa la passione musicale di Bastianich, lontana dal pop e più vicina alle sue radici d’oltreoceano.

Parte in questi giorni la versione invernale di questa collaborazione musicale che vedrà Bastianich & La Terza Classe in tour salire sui palchi di alcuni club italiani.

Questo il calendario aggiornato
Sabato 18 dicembre 2021 – Livorno – The Cage
Domenica 19 Dicembre 2021 – Collegno (TO), Lavanderia a Vapore
Lunedì 20 Dicembre 2021 – Cuneo, Teatro Toselli
Mercoledì 22 Dicembre 2021 – Pordenone, Capitol
Lunedì 27 Dicembre 2021 – Milano, Arci Bellezza
Martedì 28 dicembre 2021 – Alghero – Teatro Civico
Giovedì 30 dicembre 2021 – Tropea (VV) – Piazza Ercole (ore 18,00)
Venerdì 31 dicembre 2021 – Catanzaro – Notte Piccante (ore 17,00)
Domenica 2 gennaio 2022 – Napoli – Teatro Bolivar
Mercoledì 5 gennaio 2022 – Chiari (BS) – Auditorium Scuole Primarie
Giovedì 6 gennaio 2022 – Lugagnano di Sona (VR) – Ex Club Il Giardino
Venerdì 7 gennaio 2022 – Roma, Stazione Birra
Sabato 8 gennaio 2022 – Siena – Fori Porta

Come hai conosciuto la band napoletana?
La nostra conoscenza risale ai tempi del programma “On the road” (In onda su Sky arte nel 2018) che era un viaggio in musica per le regioni italiane. Nella puntata su Napoli ho incontrato questi ragazzi che suonavano bluegrass per strada, una cosa rara che mi ha colpito. Siamo diventati amici e sono venuti in America più volte in tour. Sono grandi professionisti, appassionati della tradizione bluegrass e quando dopo il covid ho pensato a questo concerto è stato naturale chiamarli

Già avete una buona esperienza insieme. Che concerto presentate?
Una serata intima con un po’ di bluegrass, folk e country americano, il tutto accompagnato con la narrazione delle mie personali storie, del mio rapporto con l’Italia e la musica. Ci sarà anche qualche brano mio (dall’album “Aka Joe”, uscito a settembre 2019 ndi) ma prevalentemente sarà musica tradizionale americana”.

Dunque un viaggio alle radici della storia d’America, con uno stile che non ha grande visibilità in Italia. Come reagisce il pubblico?
In Italia c’è un forte legame con la tradizione, quindi l’apprezzate e questa è la vera tradizione musicale degli Stati Uniti. Il bluegrass nasce prima del blues, racconta di povertà, di sofferenza, di ventura e di spostamenti. Poi è arrivato il blues, musica nera con canzoni di lavoro. Questa è la narrativa di una certa America.

Queste sono le tue radici americane, qual è invece il rapporto con la musica italiana?
Ho un approccio da studente, ho molto da imparare. Mio padre e mio zio erano musicisti professionisti, suonavano la fisarmonica e io sono cresciuto con repertorio italiano della lirica, ma della musica italiana di ora conosco poco. Con i miei amici Vasco e Lorenzo sto imparando la loro importanza nella musica italiana. Però se ascolti Vasco da straniero e non sai la sua storia, come e quando sono state scritte le sue canzoni non capisci fino in fondo. Chi ama la musica deve essere sempre uno studente per capire cos’è che c’è dietro. Questo vale anche per il bluegrass: va studiato e capito.

La tua è una figura eclettica: imprenditore della ristorazione, sei “Restaurant man”, produttore di vino, scrittore e artista. Quali sono i rapporti tra queste attività?
La ristorazione è il mio lavoro, il vino è l’anima e la musica il mio spirito, l’emozione. Dopo 40 anni nel mondo del cibo la passione è sostituita dalla professione. Per il vino posso trasferire le conoscenze ai miei figli, mentre la musica mi lascia comunicare chi sono veramente.La musica per me rappresenta l’espressione più pura, l’emozione più vicina al cuore. Non sono certo un artista che può fare il pieno a San Siro, ma voglio essere molto autentico. Con il racconto dei miei brani, i libri, le canzoni e una certa tv mi posso definire un narratore. Se riesco a trasmettere emozioni ho fatto bingo


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