KENDRICK LAMAR: l’essenza che coinvolge (Recensione)
KENDRICK LAMAR
23 giugno 2022
ippodromo SNAI San Siro
Milano
Voto: 7,5
Recensione: Luca Trambusti
Foto: Giorgio Zito
L’attesa per il concerto milanese di Kendrick Lamar era altissima. Il rapper di Compton tornava in Italia dopo un’assenza di oltre nove anni: la precedente esibizione era del 19 febbraio 2015, ai Magazzini Generali di Milano. Allora era tutta un’altra cosa. Oggi si ripresenta come una vera e acclamata star e il pubblico così lo accoglie.
Il palco è spoglio, una superficie riflettente verticale per tutta la sua altezza è l’unico elemento scenico non umano al quale si aggiunge, non irrilevante, un corpo di ballo.
Kendrick sale sul palco completamente vestito di bianco e su basi con bassi profondissimi (nessuno strumento on stage) inizia a rappare mentre intorno a lui e con lui i ballerini coreografano la sua musica con l’utilizzo di ombrelli o di torce elettriche che nel buio completo illuminano l’artista. Anche l’impianto luci non crea distrazione, spesso sono fari monocolore (il blu va forte). Sebbene tutto sia ridotto al minimo non c’è l’idea di un vuoto scenico o di un’assenza, perché la presenza di Lamar è carismatica, esaustiva e magnetica e a volte il suo stare in scena sfocia in qualcosa di teatrale.
Il suo rappare ha un flow dinamico incredibile e a volte le parole colpiscono in piena velocità, ricche di contenuti e di significati. Bisogna seguire il ritmo, che è l’elemento “cullante” della proposta di Kendrick il quale però va “letto” (a meno che non si possegga una totale dimestichezza con la lingua) e va “studiato” per approfondire le sue (non banali) tematiche. È un rap di coscienza, d’impegno, privo di quelle banalità e stereotipi che si ritrovano in questo mondo.
Dal palco Lamar “spara parole” e ritmo, con il pubblico (tra cui molti stranieri) che lo segue, infiammandosi quando lo stesso artista invita all’azione. È allora che le mani salgono al cielo e il ballo, simile a un pogo, si fa più intenso. Da parte sua l’artista (che non brilla certo per empatia) mette in scena un rituale che poi diventa collettivo.
In poco meno di un’ora e mezzo questa messa laica, questa esposizione ritmica della vita ha termine. Prima però c’è il sermone finale con l’invito a precetti di rispetto e amore.
Atteso Kendrick Lamar non delude gli amanti del genere che lo hanno accolto con grande calore per questa data anticipatrice del tour europeo che arriverà poi più avanti.
Scaletta:
United in Grief
m.A.A.d city
Money Trees
Backseat Freestyle
The Art of Peer Pressure
Swimming Pools (Drank)
Poetic Justice
Bitch, Don’t Kill My Vibe
N95
Count Me Out
King Kunta
I
Alright
Institutionalized
The Blacker the Berry
Blood.
Dna.
Element.
Silent Hill
Loyalty.
Lust.
Humble.
Love.
Savior