GERMI: la sana contaminazione musicale (Recensione)
GERMI
Manuel Agnelli contamina Marco Parente, Bengala Fire, Bachi Da Pietra e Dario Brunori
30 agosto 2022
Castello Sforzesco
Milano
Recensione di Luca Trambusti
Voto: 8,5
A Milano esiste un piccolo (in senso architettonico) locale con una interessante programmazione culturale che include musica, libri (è anche libreria) e altre forme d’arte. Su quel piccolo (in senso architettonico) palco spesso salgono artisti anche di livello internazionale che propongono live gioiello (talvolta acustici) che vanno oltre la consueta programmazione pop. Dietro questo locale c’è la volontà e la mano (o meglio il portafoglio) di Manuel Agnelli e quindi non a caso il club si chiama “Germi”, proprio come il primo disco in italiano degli Afterhours.
La serata con i Germi
Per una parte dell’estate Germi ha spostato la sua programmazione in uno dei cortili del Castello Sforzesco di Milano curando (all’interno dell’Estate Sforzesca) eventi artistici, culturali e presentazioni di libri. Per concludere questa “residenza” Manuel ha organizzato un concerto che ha visto alternarsi sul palco una serie d’interessanti musicisti: Marco Parente, Bengala Fire, Bachi Da Pietra e il gran finale riservato a Manuel solista e a Dario Brunori anche lui da solista. Agnelli, da bravo e carismatico padrone di casa, ha interagito con tutti gli ospiti, mentre i Bengala Fire hanno fatto da “resident band” per l’esibizione congiunta di Agnelli/Brunori. Lo spirito, confermato anche nei fatti, è quello della contaminazione, come quella dei “germi”.
Le previsioni meteo erano pessime e il cielo sul Castello Sforzesco di Milano era pieno di lampi che minacciavano il peggio. Alla fine, solo minacce ma niente pioggia, però il ritardo con cui è partito il concerto era assai preoccupante.
Marco Parente
Il primo a salire sul palco è Marco Parente, che si esibisce voce, chitarra e basi in un set molto intenso (e anche un po’ difficile) al termine del quale si aggiunge Manuel per una versione “contaminata” di “Neve Ridens” del repertorio di Parente.
Bengala Fire
Non c’è nemmeno bisogno di un cambio palco (e così sarà per tutta la serata) per far salire, chiamati dal padrone di casa, i Bengala Fire, che partono con “In between days” dei Cure. La band, conosciuta per l’esperienza di X Factor, prosegue con brani del proprio repertorio in italiano e inglese, “coverizza” “See Emily Play” dei Pink Floyd (1967) e con uno scatenato Manuel alla voce chiudono l’esibizione rileggendo ottimamente “Damaged Goods” dei Gang of Four.
Bachi da pietra
I Bengala Fire lasciano il palco ai Bachi da Pietra, esperta band che snocciola il proprio repertorio tra post punk e metal in un set durissimo, scuro. Così sarà anche la loro versione con Manuel (“Manuel vieni a difendere il nome del rock and roll” ) di “Punto G” degli Afterhours.
Manuel Agnelli con gli altri
A seguire Agnelli resta solo e diventa protagonista. In versione voce e chitarra propone “Ballata per la mia piccola iena” (bellissima), “1.9.9.6.”, “Non è per sempre”. Poi chiama Marco Parente per eseguire “La mia rivoluzione” (dal disco del 2002 “Trasparente” di Parente prodotto da Manuel Agnelli) che per l’occasione si sposta al piano. Segue “Ci sono molti modi” (ancora After) per poi nuovamente al piano proporre una dura versione di “Proci” il singolo che anticipa il disco solista di Manuel (in arrivo a fine settembre). Per proseguire la sua esibizione Manuel chiama sul palco nuovamente i Bachi da Pietra con cui rilegge “Male di miele”, in una versione “spostata” sul suono della band che l’accompagna.
Dario Brunori
A questo punto arriva sul palco Brunori. Con Manuel e i Bengala Fire propongono “La vita che ricordavo” (Brunori alla chitarra) e “Quello che non c’è” (Brunori al piano).
Intanto si è fatta “una certa”, la mezzanotte si avvicina e il pubblico purtroppo inizia a defluire per problemi di orari di mezzi pubblici (il Castello è magnificamente e praticamente irraggiungibile in macchina essendo nel centro della città). Si paga evidentemente il ritardo iniziale. Peccato perché il set di Brunori è appena iniziato e il cantautore calabrese si trova perfettamente a suo agio in un tale contesto dove riesce ad avere un buon rapporto con il pubblico e in cui emerge tutta la sua ironia e simpatia.
Brunori propone voce e chitarra o voce e piano i suoi brani migliori: “Lametia Milano”, “Come Stai”, “L’uomo nero”, “Canzoni contro la paura”, “La verità” . A mezzanotte e mezzo è ancora lì a suonare… instancabile, divertito e preso bene dalla situazione.
Una magica serata
Al Castello Sforzesco abbiamo assistito alla serata magica di Germi, una di quelle occasioni in cui la musica diventa protagonista, un momento in cui ti riconcili con la musica stessa, capisci che può esserci anche altro oltre il semplice “mercato”, c’è un’essenza e un piacere che passa attraverso l’effetto condivisione, il superamento di steccati e barriere nel nome dell’arte e della sua qualità. D’altronde su quel palco si sono alternati stili diversi e tra loro si sono contaminati, centrando così perfettamente l’obbiettivo e il focus della serata . È la dimostrazione che i diversi dialetti della musica sono assolutamente comprensibili da chiunque e interscambiabili tra loro. Grazie a Manuel e a tutti quanti. Un consiglio a Manuel: perché non far nascere su questa esperienza un qualcosa di più strutturato? Una sorta di “Tora Tora 2”
GERMI on line : https://www.germildc.it/
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