NEGRAMARO: l’eleganza teatrale (Recensione e scaletta)
NEGRAMARO
UNPLUGGED EUROPEAN TOUR 2022
30 settembre 2022
Teatro degli Arcimboldi
Milano
Recensione di Luca Trambusti
Voto: 9
“I piani erano altri”. Lo confessa Giuliano Sangiorgi il giorno prima di salire sul palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano per iniziare il nuovo particolare tour dei Negramaro. “Ci sarebbero stati gli stadi, ma questa estate non c’era proprio spazio” spiega il frontman della band salentina. Così, per colmare una lunga e dolorosa assenza dalle scene live hanno cambiato i loro piani e organizzato un tour teatrale unplugged che li vedrà impegnati in Italia (41 date) e in Europa (10 spettacoli).
Raccontata così potrebbe sembrare una soluzione di ripiego ma in realtà non lo è assolutamente in quanto Sangiorgi e i suoi cinque sodali mettono in scena un grande spettacolo, perfettamente bilanciato sul teatro mantenendo però quell’anima che troviamo negli stadi e nei palasport trasportando tutto nei parametri perfetti per una situazione teatrale.
Le canzoni dei Negramaro vengono rivestite dal punto di vista sonoro, via quella pressione richiesta dagli stadi e, in misura minore dai palasport, sostituita da arrangiamenti molto ricchi e con parecchie sfumature, impreziositi da dinamiche, da pieni e vuoti, da silenzi intensi e momenti sussurrati, situazioni che solo il teatro può permettere e regalare. Tutto questo però senza perdere di potenza e di pathos. Ad aumentare la forza dello spettacolo la vicinanza con il pubblico e l’abilità di Giuliano nel condividere le sue emozioni e passioni, con interpretazioni molto “carnali”.
Anche l’allestimento scenico gioca un ruolo importante: le luci sono essenziale strumento dell’ambientazione, mentre la scena è semplice ma efficace. La band è disposta su due livelli: sotto Giuliano, il chitarrista e il bassista seduti su degli sgabelli (anche se Giuliano ovviamente spesso si alza e raggiunge il fronte palco). Su un’ampia pedana a livello superiore il resto della band. Tutti i componenti nella prima parte sono vestiti con camicia bianca, cravatta e pantaloni neri.
Dal punto di vista sonoro strumentale oltre alla classica dotazione (chitarre, basso, batteria, elettronica e tastiere) trovano spazio molti altri suoni con strumenti particolari: c’è un organetto diatonico (una piccola fisarmonica), l’handpad (lo strumento percussivo simile al carapace di una tartaruga), il didgeridoo (antico strumento australiano a fiato). Tutto a testimoniare la varietà sonora che si spinge sino al mondo etnico.
Il risultato di questa elaborazione porta a un concerto in cui si spazia dal pop rock, ai momenti ritmici, alle ballate e si arriva sino ad accenni country. Spesso la band diventa corale e si avventura in buone digressioni musicali, in cui il cantato fa un passo indietro. Su tutto poi le canzoni, i testi, la passione nel suonare e nell’interpretazione (con Giuliano che s’inginocchia per terra o si dimena molto coinvolto) e il grande calore del pubblico che accompagna con i cori, battito di mani e grande partecipazione emotiva.
Da segnalare le versioni di “La cura del tempo”, la delicata “La prima volta” con Giuliano al pianoforte, l’ottima versione di “Meraviglioso” con un lunghissimo assolo di chitarra finale lasciato alla sei corde di Giuliano, “Via le mani dagli occhi” e sul finale “Solo per te”. A metà del concerto tutto si fa rarefatto ed è il momento della parte prettamente acustica. Si comincia con “Estate” preceduta da un solo di piano di Andrea “Andro” Mariano, a cui segue il ritorno in scena di Giuliano con la chitarra acustica. Si termina, in un continuo ingresso di strumenti, sino a “Sei” dove tornano full band.
Non manca il fattore umano: innanzitutto il ritorno in tour del chitarrista Emanuele “Lele” Spedicato che, perfettamente ristabilito, ha potuto riunirsi sul palco, dopo qualche tour di assenza, ai compagni ed è stato affettuosamente accolto dal pubblico. E poi la prima delle tre date milanesi cadeva nel giorno del compleanno di Andrea “Pupillo” De Rocco con gli auguri di Giuliano e il teatro che si cimenta in un corale “Tanti auguri”.
Infine, Giuliano, sempre attento alle problematiche sociali, extra musicali, prende posizione su quanto sta accadendo in questi giorni in Iran, delle lotte delle donne (e non solo).
Nota: la scaletta (ufficiale) che pubblichiamo ha subito una piccola variazione sul finale. Non è stata eseguita “Attenta” e i bis si sono aperti con “Dalle mie parti” interpretata da Giuliano da solo al piano. “Solo per te” è stata dedicata a Caterina Caselli (da sempre la loro discografica) presente in platea. È iniziata con Giuliano da solo al piano e poi è entrata la band e si è chiusa su una lunga e interessante coda strumentale. Saltata anche “L’immenso”, il concerto si è chiuso con “Mentre tutto scorre”, con il pubblico tutto in piedi a cantare.
Per i Negramaro una bella, elegante e potente prova.