LITTLE PIECES OF MARMELADE: la gavetta ci ha fatto bene (Intervista e Photogallery)
LITTLE PIECES OF MARMELADE
Manuel Agnelli ci ha insegnato a stare sul palco
Intervista di Luca Trambusti
Dopo la loro apparizione a X Factor 2020 gli “strani” Little Pieces of Marmelade (LPOM) non hanno mai smesso di calcare le scene, più ancora di quanto già facessero prima di quell’esperienza. Dal 21 ottobre 2022, i due ripartono con un tour a loro nome, che li vedrà nei club a presentare il nuovo disco “Ologenesi”, uscito il 7 ottobre per Vertigo/Believe e prodotto da Manuel Agnelli, loro mentore a Xfactor.
Il duo Little Pieces of Marmelade è composto da Daniele Ciuffreda (DD), batteria e voce, classe 1995, e Francesco Antinori (Frankie), chitarra e cori, classe 1996. Nati e cresciuti entrambi a Filottrano, comune delle Marche in provincia di Ancona (lo stesso paese dei Gang), DD e Frankie condividono da oltre dieci anni un progetto musicale dal suono dirompente, che definiscono Porn rock, Punk the blues, Psychedelic crossover.
Questa estate hanno accompagnato Manuel Agnelli in tour e lo stesso faranno da dicembre quando Agnelli si esibirà nei club per presentare il suo nuovo album da solista.
Ecco cosa racconta Frankie a proposito del disco e dell’imminente loro tour.
Che disco è “Ologenesi”?
Un disco che definirei sperimentale perché abbiamo sperimentato tutto ciò che potavamo. Ci siamo divertiti nello scrivere e produrre, senza mai fissarci delle regole… Anzi no, l’unica “regola” che abbiamo messo era di non stare in uno schema o un riferimento che già c’è. Mentre lo realizzavamo sentivamo che la strada giusta era quando arrivavano cose che in passato non sarebbero state consone.
Quanto ha pesato Manuel Agnelli?
Ha inciso sulla seconda fase, quella dopo la scrittura. Gli abbiamo presentato i provini e lui ha visto la direzione giusta e ha lavorato per tradurre al meglio certe cose, soprattutto sulle parti vocali dove abbiamo sempre usato le voci “dentro” con chitarre e batterie tutto distorto. Lui ci ha messi in riga. Con Manuel ci siamo trovati a nostro agio perché ci ha invogliati a essere liberi, dandoci però una nuova visione delle cose.
Quanto avete scritto pensando ai live?
Per questo giro ci siamo messi da parte questa idea. Tant’è che abbiamo imparato ora a suonare il disco, mentre preparavamo il tour. Il live sarà una cosa diversa, più vivo, meno piatto, più ignorante, dinamico e ruggente.
Com’è stata l’esperienza del tour con Manuel?
Dura, sin dall’inizio perché eravamo tutti con il covid durante le prove che di fatto sono state solo di 4 giorni e in più senza Beatrice (Antolini, tastiere e voce). Imparare un sacco di brani non miei è stata tosta. E in più Manuel voleva una cosa ben precisa, voleva essere libero, altrimenti avrebbe chiamato gli After. Tutto questo però ci gasava e ci divertiva
Qual è stata l’evoluzione del vostro live?
Sui palchi dal 2010 ne abbiamo passate tante. Dopo l’esperienza con Manuel però abbiamo capito quali sono i punti importanti nel live e come mantenerti nel tempo o anche solo banalmente come preservare la voce. I suoi consigli iniziali sono stati molto formativi. Ora ci troveremo a fare un live meno “sbragato” rispetto al passato. È un po’ più psichedelico, in questo tour giocheremo con le luci, sarà un live più dinamico, non solo punk ma con più direzioni. A mio parere i pezzi di questo disco hanno un tiro migliore dal vivo.
Quanto riarrangiate i brani del disco per il live?
Ci sarà il minimo cambio. Qualcosa ovviamente lo abbiamo riarrangiato, ma pensavo peggio. Ho scoperto che il disco è meno statico e ha più power. Certo su disco c’è un limite ai volumi che non è lo stesso che puoi avere nei live.
Che materiale entrerà in scaletta?
Faremo il più possibile del nuovo disco ma anche cose “vecchie” più alcuni pezzi esclusi che proporremo solo dal vivo.
Quanto pesa il live nella vostra musica?
Il live è tutto. Innanzitutto è ormai l’unica fonte di guadagno per un artista. Dalla discografia arrivano solo briciole. È anche un’occasione in cui ti puoi inventare tante cose. Sul palco si accende la parte emozionale del cervello e in concerto non hai le stesse responsabilità del disco, sei meno razionale. D’altronde non ha senso continuare se razionalizzi lo stare sul palco.
Sul palco come vi sentite?
Ci sentiamo una grande libertà, come quando avevamo 14 anni, in questo siamo sempre uguali. Certo le cose nel tempo sono cambiate. Abbiamo fatto 2/300 concerti, che sono una grande gavetta che è giustissimo fare perché altrimenti non arrivi da nessuna parte. Chi arriva è perché si è smazzato un botto di gavetta. Con il crescere del pubblico senti il peso verso il pubblico stesso e non puoi rovinare un live perché sei ubriaco. Prima capitava di tutto, e anche per questo la gavetta è importante, per capire cosa e come fare. Poi cresci e ti rendi conto che devi essere perfetto sul palco.
Dove volete arrivare?
Boh? (ride) Diciamo che prima volevamo solo suonare. Questa voglia l’abbiamo ancora, ma adesso ci rendiamo conto che si sta avverando. Quindi vorremmo suonare sempre di più e fare anche più dischi.
Ma c’è difficoltà a suonare live?
Noi potremmo essere il manifesto della difficoltà. Abbiamo provato di tutto prima di Xfactor. Arrivare lì significa volerci credere a tutti i costi, anche se poi suonare in Tv è diverso che farlo sul palco vero. Nel 2010 abbiamo avuto la fortuna di essere a Filottrano dove per merito di Marino e Sandro dei Gang abbiamo avuto la possibilità di suonare nei festival del paese e da lì uscire e fare un botto di concerti. Nei primi anni ‘10 c’erano molti locali nelle Marche con tante possibilità di suonare. Dopo la pandemia pochi locali hanno tenuto e quindi è ancora più difficile.
QUESTE LE DATE DEL TOUR:
21 ottobre, NEW AGE CLUB – Treviso
22 ottobre, MAMAMIA – Senigallia (AN)
23 ottobre, LOCOMOTIV CLUB – Bologna
3 novembre, HIROSHIMA MON AMOUR – Torino
4 novembre, VIPER THEATER – Firenze
5 novembre, LARGO VENUE – Roma
12 novembre, VIBRA CLUB – Modena
I biglietti sono disponibili in prevendita al seguente link: http://bit.ly/LPOM-Tour2022.
Il tour è prodotto da Kashmir.