THE CURE: un live di testa (Recensione e scaletta)

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THE CURE
LOST WORLD TOUR 2022
04 novembre 2022

Mediolanum Forum
Milano

Recensione di Luca Trambusti
Voto: 7

Dopo Bologna, Firenze e Padova si chiude a Milano la parte italiana, tutta sold out, del tour dei The Cure. Esattamente sei anni dopo la loro ultima apparizione (1 e 2 novembre 2016 Leggi qui la recensione) Robert Smith e soci tornano nel palazzetto milanese con un lungo concerto che inizia alle 20,20 e termina alle 23,00.

La parte europea del “Lost World Tour 2022” anticipa l’imminente uscita di un nuovo album dal titolo “Songs Of A Lost World” e i live sono l’occasione per “centellinare” le nuove canzoni di un album che Smith definisce “very dark” o meglio ancora “una delle cose più cupe che la band abbia realizzato”. Dopo l’introduzione in scaletta degli inediti “Alone” (che apre il concerto), “Endsong” (che chiude la prima parte) e “And Nothing Is Forever” nella data di Milano si è aggiunta anche la prima esecuzione di “A Fragile Thing”, che sarà contenuta nel disco in uscita. Una vera chicca per il pubblico del Forum con un brano in cui piano e chitarra si uniscono in un contesto sonoro molto marcato.

Attesissimi da un pubblico che li ama molto, i Cure portano in scena un concerto potente, con una bella produzione, un’ottima qualità sonora e tanta musica. L’architettura della serata vede la suddivisione in tre parti distinte tra loro. Più lungo “il primo tempo”, più corti gli altri due.

The Cure Live Milano forum Novembre 2022

Sin da subito si capisce che il tiro della serata sarà “alto”, sia dal punto di vista sonoro che da quello emotivo. L’inizio arriva sul rumore di un temporale a cui segue una lunga intro musicale che porta all’esecuzione del primo inedito (“Alone” in scaletta sin dalla prima data del tour). Il suono (eccellente dal punto di vista acustico ma anche di mix) è maestoso, pieno, con un basso che per tutta la serata si rivelerà incessante e profondo. La voce di Smith arriva chiara e si distende su un intreccio di chitarre, tastiere, piano e la solida base ritmica.

Il concerto scorre su una scaletta che nella fase iniziale non lascia grandi spazi alle hit ma a quei brani che ben disegnano le sonorità e lo stile della band inglese. Di fondo c’è un’anticipazione di quello che arriverà che appunto Smith ha definito, cupo, dark. Anche qui l’atmosfera è quella, senza nessuna concessione iniziale al pop. Le canzoni si susseguono con ampie finestre musicali che a volte però appaiono un po’ ripetitive, monotone e ridondanti. Fanno bella mostra assoli di chitarra e lunghe digressioni sulle canzoni. Gli ultimi due brani prima parte (“From the Edge of the Deep Green Sea” e l’inedita “Endsong”) si fondono tra loro e diventano infiniti, quanto appassionanti.

The Cure Live Milano novembre 2022

Mentre la musica fluisce, sul video wall alle spalle della band, scorrono immagini evocative a volte emozionanti (la terra vista dallo spazio, lo spazio stellato, un tramonto), elaborazioni video del gruppo che suona o proiezioni grafiche astratte, spesso in tema con le sonorità o la canzone. Si tratta comunque sempre di “visual” e non di classiche immagini di “palco” o dei singoli musicisti. Sono quindi “coreografie” visive correlate all’impatto musicale a cui si uniscono anche effetti luce molto scenografici. Due piccoli schermi ai lati del palco rimandano un’immagine (per lo più fissa) con una visione laterale del palco e quindi poco attrattivi, portando a concentrarsi su ciò che succede con una visione “diretta” dello show. I membri della band sono molto statici, l’unico incessantemente in movimento (sino a un certo punto del concerto) è il rientrante bassista Simon Gallup.

Scaletta Live Milano The Cure

La seconda parte del concerto dei The Cure è quella più “concettuale”, emotivamente forte ma poco coinvolgente ed emozionale. Ma tutto cambia nel “terzo atto” quando i Cure aprono la porta al pop e alle loro hit. A quel punto diverso è anche l’atteggiamento del pubblico, che riprende “vita” e partecipa al concerto con grande energia e foga. Riemergono anche i telefonini sino a quel momento per lo più tenuti nelle tasche.

È sull’entusiasmo partecipativo della platea che Rober Smith e soci, con una furba chiusura pop, si portano a casa pubblico e concerto.

Nelle quasi tre ore che la band regala al pubblico, c’è spazio per tante sensazioni, c’è tempo per appassionarsi e per distrarsi, c’è il momento per ascoltare e quello finale per gioire. In generale però il set visto pare molto di testa e poco di pancia, un concerto un po’ subìto e te ne accorgi anche guardando il pubblico che a volte sembra “schiacciato” dalla musica, più ascoltatore quasi passivo (per quanto soddisfatto) che vero partecipante all’evento. Sono mancati quei momenti di estrema condivisione, il ballare su brani epocali, schiacciati da una forte pressione sonora e da un suono non solare, brillante. Ma questi sono i Cure, molteplici, spiazzanti e umorali.

Qualche limite c’è stato, ma … averne di concerti così!


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3 pensieri riguardo “<strong>THE CURE: un live di testa (Recensione e scaletta)</strong>

  • Non lasciavano ballare e muoversi negli anelli. Sono stata ripresa da uno Stuart perché non dovevo stare in piedi!!! Forse il pubblico non ha potuto muoversi, più che essere schiacciato nell’immobilità della non partecipazione.

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  • Gentile signor trambusti, nonostante la quasi totale privazione della libertà personale in quel luogo,i the cure sono riusciti in un attimo a creare un atmosfera di magia assoluta e a raggiungere l anima nostra, fino all’ultima vibrazione,in certe circostanze ogni esternazione sembra sacrilega,guardare Smith da un cellulare è offensivo, secondo me c erano fin troppe lucine….io li vidi al forum trent’anni fa,posso assicurarle che questi artisti non hanno bisogno di scalette furbe o scenografie ben studiate, è la sincerità della loro arte che è assoluta,non mente e non può deludere

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  • RolampoAlterego

    Con la mente ero sotto il palco a pagare ma, per motivi anagrafici, (come immagino molti altri) mi sono trattenuto…Peccato solo per quelli che, durante i momenti più intensi (e meno pop) hanno generato un flusso ininterrotto tra bar e bagni per introdurre ed espellere liquidi…Veri appassionati??

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