DANIELE SILVESTRI: il raccontastorie teatrale (Recensione e scaletta)
DANIELE SILVESTRI
Teatri/22
14 novembre 2022
Teatro degli Arcimboldi
Milano
Recensione di Luca Trambusti
Voto: 8
Partito il 29 ottobre 2022 da Assisi il nuovo tour di Daniele Silvestri sta girando l’Italia (lo farà sino al 30 dicembre con una nuova data a Roma LEGGI QUI) con l’idea di “affinare” il nuovo disco in lavorazione.
“Non solo eseguiremo dei brani inediti – aveva scritto l’artista sui social – ma li scriveremo, riscriveremo, cambieremo e improvviseremo in ogni singola data sotto gli occhi di tutti quelli che verranno a vederci. Spettatori inevitabilmente partecipi – volenti o nolenti – di questa parte sperimentale e creativa dello spettacolo. Il resto…il modo e la forma…i contenuti stessi.. li lascio per ora alla vostra immaginazione”.
Questa forma “creativa” trova lo spazio adatto nei teatri, in una formula che si adatta al luogo, senza essere una semplice trasposizione “geografica” del concerto diventando la corposa e lunga lettura teatrale di un live.
Lo si capisce da subito. La scena che accoglie i musicisti è “piena”: oltre agli strumenti sul palco trovano posto una poltrona e un tavolino. L’inizio del concerto ci porta, nella finzione teatrale, in studio di registrazione mentre scorre il flusso creativo delle nuove composizioni da sistemare e/o scrivere. Arriva così il primo brano inedito presentato nella serata: “Scrupoli” una canzone su una relazione. Segue “Tik Tak” un nuovo brano che però è già conosciuto essendo il singolo uscito poco prima della partenza del tour.
A questo punto al concerto di Milano succede un patatrac….. un problema al mixer sospende lo spettacolo per un’abbondante manciata di minuti, riempita con una jam session percussiva suonata da tutto il gruppo stretti sugli strumenti del batterista e del percussionista. Superato l’inconveniente, con un certo nervosismo di Daniele, l’esibizione è continuata, in forma meno teatrale ma sempre molto “parlata”.
Tutto il concerto ruota intorno al concetto di “raccontare storie”, che è una delle finalità delle canzoni. E così Silvestri ci presenta una lunga lista di sue composizioni che raccontano storie diverse, che esplorano molteplici angolazioni. Ogni brano è introdotto da una breve presentazione così da descriverne il contenuto e coinvolgere il pubblico.
La prima parte dello spettacolo (non è solo un concerto) è quella più intimista, ricercata, poetica anche dal punto di vista sonoro e degli arrangiamenti. Silvestri mette avanti a tutto la sua vena poetica, il suo saper appunto “raccontare” e presenta anche brani meno “frequentati” durante le sue esibizioni live. Non mancano però i suoi cavalli di battaglia: “Acrobati”, “Precario il mondo” (con “Contessa” di Paolo Pietrangeli in coda), “La mia casa” (in una bellissima versione), “Che bella faccia” (con la sua dedica a Berlusconi) e la conclusiva durissima e drammatica (in senso lirico) “Monolocale”.
La teatralità di questo tour la si coglie anche nella forma musicale e in quella scenografica. Tutto è molto “raccolto”, mai sopra le righe e domina l’eleganza sonora, stilistica e interpretativa. Non perfettamente chiara purtroppo la qualità acustica dello spettacolo, soprattutto sulla parte vocale.
Dopo un intervallo (forse un po’ lungo) inizia la seconda parte dello spettacolo (un vero secondo tempo), anch’essa introdotta da una parte teatrale. In scena risalgono Silvestri e i suoi musicisti che si muovono senza musica trasportandoci nuovamente nell’ipotetico studio di registrazione dove si sta lavorando su un nuovo brano. Ovvia introduzione a un ulteriore inedito. La scelta questa sera cade su “Il talento dei gabbiani”, un brano che parla di talent e di provini raccontandoli da diverse angolature: i genitori che accompagnano un giovane artista, il produttore che lo “provina” e l’artista. In quest’ultima “parte” salgono sul palco i Selton (band di ragazzi brasiliani da lungo tempo a Milano, gruppo da scoprire). I tre raccontano l’angolazione dell’artista anche con parti in portoghese.
Il secondo tempo ha un evidente cambio di passo, sia concettuale che stilistico. Tutto si fa più “bandistico”, meno intimo, più concreto, sociale e anche più politico, con brani come “L’uomo con il megafono”, “Il mio nemico” o le “Navi” (team oggi di grande attualità). Menzione speciale per “L’appello”, brano ispirato da Paolo Borsellino e dalla storia della sua (scomparsa) agenda rossa. Durante il brano il pubblico sventola un foglietto rosso, precedentemente consegnato, che “simula” l’agenda rossa del giudice ucciso dalla mafia nel 92 e che è il simbolo del movimento delle Agende Rosse, presieduto da Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo, che, presente in sala, acclamatissimo dal pubblico, si alza e consegna una simbolica agenda rossa a Daniele. “Il mio nemico” invece contiene un intervento audio di Gino Strada, il fondatore di Emergency.
Nella divertita versione corale e semi acustica di ”Il flamenco della doccia” risalgono sul palco i Selton. Per la prima volta, inoltre, Daniele Silvestri si cimenta con una cover di un certo peso (come dice lui: uno dei capolavori della musica italiana) rileggendo “Cara” di Lucio Dalla, con la statua di Dalla che appare sullo schermo alle spalle della band (su cui in realtà scorrono poche immagini). Momento molto emozionante.
Intanto si è fatta “una certa”… mezzanotte è superata e la scaletta è ancora lunga ma la gente non abbandona il teatro, anzi continua ad incitare Silvestri e la band. Si arriva così ai bis con Daniele che risale sul palco scherzando con la platea invitandola ad andarsene vista l’ora. Ma c’è spazio per tre bis: una tiratissima versione di “Aria”, tra musica e luci quasi psichedelica, l’immancabile “Salirò” con il pubblico ballante assiepato sotto il palco. Sulla foto di Gigi Proietti e le note di “Testardo” alle 00:50 (!!!!) si conclude il concerto. Una lunga maratona (anche al netto dell’interruzione iniziale) che però non annoia e che non pare nemmeno così estesa.
Daniele Silvestri ancora una volta mette in campo una dimostrazione di grande versatilità con l’abilità di adeguare perfettamente la sua performance, mai uguale a se stessa, al luogo dove si sta esibendo. Bravo lui e brava la band (molto variegata e “ricca” di elementi).
Scaletta
Scrupoli
Tik Tak
L’uomo intero
Mi persi
Acrobati
La cosa giusta
Io fortunatamente
Precario è il mondo
La mia casa
A dispetto dei pronostici
La classifica
Che bella faccia
Desaparecido
Monolocale
Set 2:
Il talento dei gabbiani
L’uomo col megafono
Strade di Francia
L’autostrada
Cara (cover di Lucio Dalla )
L’appello
Il mondo stretto in una mano
Il flamenco della doccia
Il mio nemico
Le navi
A bocca chiusa
Sono io
Bis:
Aria
Salirò
Testardo
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