LITFIBA: nel paradiso del rock (Recensione e scaletta)

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LITFIBA
L’ULTIMO GIRONE
Il concerto d’addio
22 dicembre 2022
Mediolanum Forum
Milano

Recensione di Luca Trambusti
Voto: impossibile determinarlo

Alla fine il fatidico momento è arrivato. I Litfiba, dopo 44 anni, hanno girato l’interruttore, spento le luci sul palco e chiuso la loro carriera. Carriera live iniziata il 6 dicembre 1980, quando i Litfiba uscivano per la prima volta dalla cantina di Via dei Bardi 32 a Firenze e, di fronte a 150 persone, si esibivano alla Rokkoteca Brighton di Settignano (Firenze).

I festeggiamenti de “L’ultimo girone”

Da aprile scorso Ghigo e Piero erano in tour, quello che avevano nominato “L’ultimo girone”, i concerti di addio ad una lunga e turbolenta avventura. Partiti dai club, hanno prolungato sull’estate, fatto un giro di saluti all’estero e poi sul palco del Mediolanum Forum di Milano, senza rimpianti, senza nostalgia, hanno chiuso la loro carriera. Ora si aprono strade e porte diverse, separati, ognuno a proprio nome, ognuno concentrato solo sulla propria nuova vita artistica.

A Milano l’ultimo concerto non è stato un funerale ma piuttosto (come d’altronde tutto il tour) una festa celebrativa di un lavoro durato quattro decenni e simbolicamente rappresentato dalla XXXX che campeggiavano sul fondale del palco. Non voleva essere un momento nostalgico e così è stato. La potenza sonora, l’anima e l’essenza rock non hanno concesso sbavature o deragliamenti. Tutto si è svolto nel solco del più classico dei concerti dei Litfiba, senza lacrime, senza sentimentalismi o rimpianti.

Oltre due ore di rock

Otre due ore di sferragliante rock hanno mostrato nuovamente quale sia il tiro della band che attraverso la scaletta ha ripercorso alcune delle tappe salienti della sua storia, sempre all’insegna della musica, della credibilità, dell’impegno e della “ribellione” ad alcuni elementi del sistema. Il risultato è quello di un rock che aveva raggiunto una sua grande maturità, rivolgendosi a un pubblico adulto che ha sempre seguito l’evoluzione artistica della band.

Con Pelù a mostrare un nuovo tatuaggio con il nome della band indelebilmente scritto sulla pancia fatto proprio in occasione della fine della storia (come a dire che i Litfiba saranno sempre con lui) (https://www.instagram.com/p/Cme7gQcP6k6/) il concerto inizia e subito l’atmosfera, l’aria dell’evento si svelano senza mistero. L’introduzione è di grande potenza, il volume alto e gli strumenti picchiano forte. Poi nelle oltre due ore del concerto ci sono tutti gli elementi che da sempre contraddistinguono il gruppo fiorentino: la passione per il rock  nelle sue diverse declinazioni e l’esplicazione in forma concreta del Litfiba pensiero. Ci sono stati tutti gli ingredienti: le chitarre, il ritmo, i riti dello “scapezzolamento” (con ben sette regine di cuori), il rito purificatore, il sostegno alle diverse cause internazionali e umanitarie (Curdistan, Iran, Afganistan), l’attenzione all’ambiente, il ricordo dei morti di mafia, la libertà personale, il ricordo degli amici che non ci sono più e tutte quelle tematiche care alla band che entrano sempre in un loro concerto.

La storia

Ma l’analisi di questo live deve necessariamente andare oltre gli assoli dei vari strumenti, i riff di chitarra, le canzoni scelte e i suoni proposti. È pur sempre un concerto d’addio e ciò porta, senza rimpianti, un bilancio, un’analisi del percorso fatto dalla band. I protagonisti sono stati inevitabilmente Piero Pelù, frontman di razza e belva da palcoscenico e Ghigo Renzulli, il chitarrista dagli assoli misurati, anima tranquilla della band, non certo figura di riferimento sul palco, ma innegabilmente autore e gestore del suono della band. Accanto a loro si sono succeduti tanti artisti di grande livello, intorno a loro e tra di loro si sono scatenate bufere, separazioni con notai a spartire i diritti. Ma in oltre 40 anni di attività i Litfiba hanno scritto pagine (e dischi anche se l’ultimo era del 2016) importanti e fondamentali per il rock italiano. Lo hanno fatto con una propria lettura, originale e coerente, sono stati per tanti anni i veri rappresentanti (popolari) di questo genere. E lo hanno fatto senza costumi, senza trucco, senza provocazioni apparenti, ma presentando una proposta artistica credibile e dal sapore internazionale e che ha saputo, con le parole e i fatti, andare oltre la semplicità e la superficialità di certa musica. Una storia importante che ora giunge alla fine. Ma come ha detto Ghigo nella nostra intervista (LEGGI QUI) “È una scelta forte ma ogni cosa ha termine. È bello e divertente finire così, è la giusta conclusione.”

L’addio con il pubblico e tra loro

Il concerto di ieri sera sul finale ha dimostrato anche due cose: l’attaccamento del pubblico alla band. A fine spettacolo quando il sipario sulla musica era già calato con una devastante versione di “Cangaceiro” il pubblico era tutto in piedi ad applaudire. Pochi, pochissimi se ne sono andati prima dell’ultima nota, cosa che invece solitamente capita. Tutti erano lì, consapevoli della fine ma in qualche modo “tramortiti” dall’evento e dalla realtà dei fatti. Un caloroso abbraccio che si cercava di allungare il più possibile prima di cedere definitivamente le armi all’ineluttabilità delle cose.

Altro aspetto notato a fine show è quello sulle dinamiche di coppia. In quel finale Pelù ha preso la scena, Ghigo è rimasto quasi un passo indietro, sebbene parte del pubblico chiamasse anche il suo nome (ma i più erano per Piero). Tra loro però nessun segno di “passione”, nessun momento uno accanto all’altro, in scena nemmeno un fugace abbraccio (sarebbe stato bello vederlo), una pacca, un gesto di vicinanza, un qualcosa a suggellare il momento e ciò che è stato.

Ora tutto è veramente finito, si aprono le possibili carriere soliste eppure, anche se come dicono i Litfiba “Il paradiso è un’assurda bugia”, ora loro insieme saliranno nel paradiso del rock. Il problema per il pubblico è che questo luogo è troppo lontano da raggiungere e quindi dovremo rassegnarci e vivere nel ricordo.

SCALETTA

Intro
Proibito
Tex
Resta
Eroi Nel Vento
Apapaia
Istanbul+ Yassassin
Vivere Il Mio Tempo
Fata Morgana
Bambino
Il Volo
Spirito
Regina Di Cuori
Paname + Assoli
Lacio Drom
El Diablo
Ballata
La Musica Fa
Il Vento
Pioggia Di Luce
Lulu’ E Marlene
Dimmi Il Nome
Lo Spettacolo
Gioconda
Cangaceiro


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3 pensieri riguardo “<strong>LITFIBA: nel paradiso del rock (Recensione e scaletta)</strong>

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