DIODATO: l’eleganza raffinata ma non snob (Recensione concerto)

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DIODATO
Così Speciale Tour
20 aprile 2023
Alcatraz
Milano

Recensione di: Marco Rumori
Voto: 7,5

C’è un nuovo disco da presentare, s’intitola “Così speciale”, è firmato da Diodatoe quindi è ora di rimettersi in moto con i live.

Partito da Padova il nuovo tour del cantautore aostano per il secondo appuntamento in calendario arriva a Milano. Le prime date del tour nei club italiani lo vedranno ancora impegnato il 22 aprile a Torino e il 27 a Bologna. Seguiranno poi a maggio 2023 una manciata di date nei club delle principali capitali europee. La sua musica live proseguirà anche nell’estate 2023.

Scaletta e arrangiamenti

Quello che Diodato porta in scena è un concerto in cui presenta tutte le 10 tracce del nuovo album e una selezione del suo repertorio, che con quattro precedenti album inizia a farsi corposo.

Sono infatti 27 le tracce che Antonio Diodato propone durante il suo live. Lo fa con dei nuovi arrangiamenti che vedono la presenza importante (ma non invasiva) dei fiati, che danno un tocco di colore e aggiungono del soul agli arrangiamenti finali. Oltre ai fiati (sax e tromba) sul palco accanto al protagonista ci sono chitarra, basso, batteria e tastiere, un polistrumentista (tastiere, percussioni e chitarre) e un violinista (che si sposta anche alle percussioni).

I primi quattro brani del live sono interamente dedicati al nuovo album ma già fanno capire in che direzione questo concerto si muoverà: un misto di ballate, melodia e cose più movimentate. È un bel inizio. Sebbene i brani siano nuovi e quindi non ancora metabolizzati dal pubblico l’impatto è tale da catturare immediatamente l’attenzione della platea.

Poi il concerto si muove sul solco del repertorio e anche qui Diodato architetta bene la scaletta introducendo tutta la sua visione della musica che è eterogenea, molto variegata. Ci sono momenti intensi, con altri più leggeri e nel corso del concerto si tocca anche il pop più tenue, quello coinvolgente. Si arriva alla sperimentazione già proposta su disco di “Che casino”, si toccano gli aspetti più melodici, dolci della musica di Diodato (che sono molti e che lo fanno amare al pubblico). Ma ci sono anche quei picchi emotivi in cui le canzoni si srotolano intorno a una semplice chitarra acustica o un piano con le parole che arrivano chiare e dirette. Da segnalare peraltro una sorprendente pulizia sonora e una alta qualità acustica.

Diodato live Milano
I fiati e l’eleganza

Dunque i fiati si prendono i loro spazi e li riempiono più di quanto faccia la chitarra elettrica, lo stesso fa, in misura minore, anche il violino (affidato alle sapienti dita e archetto di Rodrigo D’Erasmo – Afterhours, Manuel Agnelli tra gli altri). Il tutto al servizio di una costruzione sonora molto interessante e coinvolgente.

Elegante è uno degli aggettivi abbinabili a questo concerto e lo è a partire dalla scenografia. Il palco è “addobbato” con sette schermi verticali, uno per ogni musicista, dai quali arrivano le immagini dei colorati fiori che fanno bella mostra sulla copertina del disco. Ad amplificare la bellezza dello stage una scelta luci azzeccata, calda (a parte un faro bianco) che ben si integra con l’atmosfera musicale.

Il coinvolgimento si percepisce chiaramente tra il pubblico che canta, si emoziona alle canzoni di Diodato. Il clou è ovviamente sulle note di “Fai rumore”, il brano che ha portato il cantautore al grande pubblico dopo la vittoria di Sanremo 2020. Altro momento di grande condivisione arriva sulle note della conclusiva “Che vita meravigliosa” (preceduta da una fin troppo lunga serie di ringraziamenti, che includevano anche la mamma.)

Diodato live Milano Scaletta
Un artista in crescita

Per l’occasione vediamo in concerto un Diodato in crescita, che sa mettere a frutto la ormai lunga esperienza live, condividendola con un pubblico più ampio (anche se in realtà il club milanese non era propriamente sold out. Peccato).

Lo show che mette in scena Diodato non è esplosivo, non è di quelli che ti “spettina” o che ti colpisce per la sua potenza. È piuttosto uno show che ti entra sotto pelle, ti avvolge da dentro (e da fuori), ti trasporta in momenti diversi nelle diverse ambientazioni sonore, ti scalda il cuore e ti porta ad ascoltare la musica piuttosto che viverla passivamente.

Ancora sulla crescita del 41enne cantautore c’è da notare il fatto che ha tolto dalla scaletta le cover. Uno dei momenti fermi della sua “vita precedente” (in realtà sino al 2021) era la rilettura, in una bellissima versione, di “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André. Ora di quel brano e di altre cover non c’è più traccia.

Diodato merita tutte le attenzioni e la spinta che si sta mettendo nel suo progetto. Lo merita perché è bravo, elegante (“Far rumore” è iscrivibile tra le grandi canzoni italiane), Diodato è un raffinato ma non snob, tutt’altro che snob.

https://www.facebook.com/DiodatoOfficial


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