GAZZELLE: la rivincita degli imperfetti (Recensione e scaletta)

Condividi

GAZZELLE
9 giugno 2023
Stadio Olimpico
Roma

Recensione di: Bianca Chiabrando
Voto: 7,5

È il 14 gennaio quando su tutti i social spunta la foto di un giovanissimo Gazzelle che si esibisce davanti ad una manciata di persone.

“Oggi il Prato dello Stadio Olimpico è esaurito… fa strano vedere questa foto ma alla fine è sempre uguale. Io che canto la mia vita davanti a qualcuno che ha deciso di ascoltare. Solo che oggi siete un pochino di più..”

Flavio Pardini annuncia così la sua unica data estiva del 2023: 9 giugno, Stadio Olimpico. Effettivamente mancava solo lui all’appello: Gazzelle ha calcato tutti i palchi romani possibili immaginabili, dal Monk, al Palazzo dello Sport, al Parco della Musica.

Trentatré anni, quattro album all’attivo e un contratto con la Maciste Dischi. Da più di sei anni, Gazzelle plasma e viene plasmato dall’indie italiano e ne incarna tutti i valori. Una malinconia esistenziale raccontata con schiettezza, senza fronzoli né sconti.

Sigaretta, Gin Tonic e occhiali da sole.

Sono le 21.30 quando, sul palco dell’Olimpico, fa capolino la frangetta più celebre dell’indie italiano. Gli inseparabili occhiali da sole, che si toglierà per sì e no trenta secondi durante tutto il concerto, non bastano a celare l’emozione sconfinata. A sancire l’esordio allo stadio di Gazzelle è “Meglio così”, durante cui la voce del pubblico sembra coprire quasi del tutto quella del cantautore.

Ci vuole qualche canzone prima che Gazzelle riesca a prendere le misure. Tra un pezzo e l’altro, oltre a sorseggiare un Gin Tonic, non fa che ringraziare i suoi fan ed esprimere incredulità. “Il fatto che io sia qui è una cosa senza sensodice, quasi tra sé e sé, mentre tutti lo incoraggiano a gran voce.

La scaletta è completa anche di alcuni pezzi tratti dall’ultimo disco di Gazzelle, Dentro.
È passato circa un mese dalla sua uscita, divisa in due parti, ma il pubblico padroneggia già perfettamente tutti i testi.

Succede qualcosa di magico durante “Qualcosa che non va”. Nel parterre si accendono dei fumogeni rossi che ricreano dei piccoli falò attorno a cui si formano cerchi di persone riunite a cantare.
Ma dentro c’ho qualcosa che non va/ E non so bene cosa, so soltanto che non va.”
Un inno ai sentimenti di inadeguatezza si diffonde per tutto l’Olimpico e si impadronisce dei fan. Sulle note di “MeltinpotGazzelle tiene una sigaretta tra le dita ricreando un clima da chiacchierata estiva sotto le stelle. Poi, tutt’un tratto, si spengono le luci.

Gazzelle sparisce e appaiono sugli schermi dietro al palco due enormi scritte bianche.

Mo arrivo. Anzi, arriviamo.

Di collaborazioni Gazzelle ne ha fatte parecchie. Quando si è trattato di decidere chi invitare per questa data speciale il cantautore avrà avuto l’imbarazzo della scelta. Il pubblico aspetta con trepidazione l’entrata del primo ospite.

Gazzelle Live Olimpico

Gazzelle riemerge in compagnia di Marco Mengoni, cantando “Il meno possibile”, il loro featuring del 2021. Una strana coppia: due stili completamente diversi e la voce impeccabile di Mengoni che brilla accanto a quella di Gazzelle. Duetto decisamente più azzeccato quello con Mara Sattei, che sale immediatamente dopo Mengoni per cantare “Tuttecose”.

Dopo una pausa di qualche brano, Gazzelle chiama sul palco i suoi fratelli d’etichetta, Mobrici e Fulminacci, come lui artisti della Maciste Dischi. Si esibisce prima Mobrici, con “Sette”, seguito a ruota da Fulminacci con “Milioni”, brano scritto e cantato insieme nell’ultimo album. È come se Gazzelle si rendesse conto dell’eccezionalità dell’evento e volesse generosamente condividerlo anche coi suoi colleghi e amici più stretti.

Sembra che gli ospiti siano finiti finché, a sorpresa, Gazzelle annuncia di voler cantare una cover: “L’amore conta” di Luciano Ligabue. “Spero che ovunque sia mi possa sentire” conclude Gazzelle prima di attaccare a cantare. E sì dà il caso che Ligabue non sia poi tanto lontano: a metà brano compare sul palco per accompagnare Gazzelle sulle note della sua canzone. Come per Mengoni, c’è uno stacco notevole tra i due. In questo caso, però, la dolcezza del momento in cui il maestro e l’allievo si ritrovano insieme su un palco così importante crea un’ondata di emozione.

Tutti insieme “Flavio, dai”.

Tutto il concerto viene accompagnato da alcune animazioni che scorrono sul maxischermo. Sono disegni semplici e colorati da una punta di tristezza, proprio come i testi di Gazzelle. Durante “Flavio”, brano che porta il vero nome del cantante, il pubblico intona come una liturgia il ritornello: Dai, Flavio dai, Flavio dai, Flavio dai. Sembra che stiano cullando Gazzelle, incitandolo e incoraggiandolo con tenerezza. Lo stesso Fulminacci, durante “Milioni”, ha canticchiato queste parole durante gli intermezzi musicali della canzone.

Gazzelle Live Olimpico

Gazzelle dà il meglio durante i pezzi più intimi: “Scusa”, “Tutta la vita”, e l’attesissima “Destri”, chiamata a gran voce da tra un brano e l’altro d giustamente lasciata come dulcis in fundo. Solo sul finale dell’ultimo pezzo, “Non sei tu”, Gazzelle pare rendersi conto di quello che è riuscito a fare durante questa singolare serata e, per un istante, sembra commuoversi.

La rivincita degli imperfetti.

Gazzelle non è certo il tipo di cantante che ci si aspetta di ascoltare allo stadio. Non è un animale da palcoscenico, e rischia spesso di essere sovrastato dall’enorme mole di pubblico. Forse Gazzelle non si è adattato all’Olimpico, ma sicuramente ha fatto in modo che l’Olimpico si adattasse al suo stile. Ha ricreato un ambiente intimo e semplice davanti a fan visibilmente soddisfatti. In un’epoca patinata in cui a vincere è l’impeccabilità, stupisce che le imperfezioni di Gazzelle e i suoi racconti crudi calamitino l’attenzione e le emozioni dei giovanissimi. Un fan alza un cartellone: “Flavio, liberaci dal male”. Gazzelle ride, e risponde: “Amen”.

SCALETTA
Meglio così
Vita paranoia
Però
Sbatti
Nero
E pure…
Qualcosa che non va
È andata com’è andata
Una canzone che non so
Nmrpm
Blu
Coltellata
Meltinpot
Il meno possibile (con Marco Mengoni)
Tuttecose (con Mara Sattei)
Fottuta canzone
Zucchero filato
Sopra
Flavio
Sette (con Mobrici)
Milioni (con Fulminacci)
Non lo dire a nessuno
Settembre
Coprimi le spalle
Ora che ti guardo bene
Belva
Scintille
Smpp
La prima canzone d’amore
Scusa
Idem
L’amore conta (con Ligabue)
Punk
Tutta la vita
Quella te
Destri
Non sei tu

https://www.facebook.com/gazzelledaje


Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *