TAYLOR SWIFT: la regina pop dello spettacolo Recensione e scaletta

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E finalmente il momento è arrivato!

Dopo tante campagne massmediatiche, dopo aver descritto TAYLOR SWIFT come la salvatrice del mondo e della musica e non solo, l’artista americana che smuove i PIL, alle 20.00 esatte è apparsa sul mega palco dello Stadio di San Siro per tornare a regalare la sua musica al pubblico italiano e non solo.

Il ritorno in Italia

Erano 13 anni che la star mancava dall’Italia dove per la prima volta era arrivata il 15 marzo 2011 al Forum di Milano non sold out. Da allora le cose sono totalmente cambiate. Nel nostro paese, così come nel resto del mondo, la sua crescita è stata esponenziale sino ad arrivare a questo “Eras Tour”, campione d’incassi, di follie e summa artistica del percorso della 34enne della Pennsylvania.

Molto ci sarebbe da dire sulla sua storia artistica, soprattutto ci sarebbe da analizzare e interpretare il suo ruolo mediatico e le motivazioni che l’hanno portata a un tale livello di popolarità e di successo, ma sebbene tutto questo s’intrecci con quanto successo a San Siro (e sta succedendo nel mondo) in questa occasione occorre attenersi ai fatti e descrivere e analizzare ciò che è successo nella prima delle due lunghe caldi notti milanesi.

Lo stadio

Entrando nello stadio la prima cosa che si nota è la disposizione del palco: non si trova nella posizione degli ultimi decenni, ovvero sul lato lungo della struttura, ma in quello corto, sotto le “curve” con il prato quasi interamente percorso da una lunga passerella a forma di “t” con un rombo al centro. Ed è su questa appendice che si svolgerà la maggior parte dello spettacolo. Una tale conformazione avvicina parecchio gli spettatori del parterre alla cantante (che con tale vicinanza coglie anche l’occasione per abbracciare una bimba spettatrice appoggiata alla passerella).

Il palco vero e proprio è chiuso da un enorme struttura su cui è sistemato uno schermo immenso dove vengono proiettate immagini di palco e visual e ai due lati del quale trova posto la band. Ma in schermo per visual si trasforma anche la passerella. Nel rombo al centro della struttura lungo il campo, ma anche sul palco, si trovano delle botole dalle quali salgono e scendono strutture elevabili che in alcune occasioni si trasformano anch’esse in video e che vengono usate per l’ingresso (o l’uscita) in scena delle persone.

San Siro è una bolgia. All’ingresso il boato è immenso, il pubblico tributa sin da subito il suo affetto alla Swift che in alcune occasioni si ferma e raccoglie (“fintamente” stupita) il tributo, gustando il sapere dolce del trionfo. sino a quando non viene intonato il coro “sei bellissima” che quasi la commuove. La popolarità che raccoglie in classifica di vendita e in numero di click qui si trasforma in una forma reale. Il pubblico canta dall’inizio alla fine ogni singola canzone (e sono tutti brani pieni di parole) mimandone i balletti e le mosse trasportandoci tutti in una sorta di “tik tok” reale tangibile. Ma non c’è solo il canto: molto del pubblico femminile ha adottato un dress code “tayloriano”. Ecco allora che dominano le paillettes e gli stivaloni e per l’occasione ognuno regala spazio alla Taylor Swift che c’è dentro di sé. Spettacolo nello spettacolo. Con il calare del buio fa suggestione anche la marea di braccialetti che s’illuminano a secondo delle canzoni, della musica e della dislocazione fisica nello stadio. All’ingresso ad ogni spettatore (come per i Coldplay) viene fornito questo dispositivo (non riciclabile, puro RAEE ma tanto per decenni nessuno lo getterà via) che poi verrà “comandato” durante lo spettacolo in modo da adeguarlo alle esigenze del concerto.

Lo show

Sul palco succede di tutto: tre ore e 15 di concerto sono un susseguirsi di sorprese, di effetti speciali, di trovate spettacolari e di alta tecnologia. Sembra di trovarsi immersi in un lungo continuo video musicale. Colori, suoni, balletti, coreografie, trovate sceniche è tutto avvolgente e le canzoni sono scusa e contorno per tutto questo, ma ancora riescono a conservare una loro centralità. La band è un po’ defilata, ma soprattutto nella prima parte i musicisti prendono il centro della scena (leggi passerella) e si mischiano con i ballerini unendosi alla protagonista, suonando i loro strumenti, a volte anche in maniera più intima.

Sul palco dunque succede di tutto, si affollano ballerini, scenette, strutture mobili che entrano es escono di scena, costumi diversi, biciclette luminose, nuvole finte, addirittura un cottage in mezzo al bosco e per l’occasione da sotto il palco escono degli abeti. Il tutto correlato all’”era” o alla singola canzone. Lo svolgimento è molto dinamico, non c’è un attimo di tregua, mentre i brani (45 in scaletta) si susseguono uno dietro l’altro senza soluzione di continuità, s’innestano tra loro in una sequenza mozzafiato per la star, che tuttavia non mostra un segno di cedimento, sempre perfetta, senza il fiatone, sembra nemmeno sudare… e la serata è calda.

La perfezione

Se si cerca la perfezione in uno spettacolo totalizzante, allora in questo caso ci siamo. È vero che la macchina è rodata da un lunghissimo tour ma tutto è corretto, sia dal punto di vista tecnico organizzativo, sia dal punto di vista concettuale filosofico. Ogni disco della Taylor si trasforma in un’era con il suo stile e la sua specificità: c’è il pop più tecnologico, il folk, l’anima più indi e quella d’autore e c’è il momento acustico (“Surprise Songs”), quando ogni sera la Swift propone due brani acustici diversi, uno per chitarra e l’altro per piano. Ed è proprio in questo episodio che la Swift ha dato mostra (più o meno voluta) della sua “umanità”. Sopraffatta da un colpo di tosse si è dovuta interrompere, scusarsi e riprendere la canzone (senza nemmeno un goccio d’acqua). Una risposta più o meno velata agli addebiti mossi nei suoi confronti da David Grohl che l’ha accusata di essere “finta”? Chissà!

Lo spettacolo dell’”Eras Tour” è di fatto un viaggio nel mondo musicale e concettuale della popstar americana, è uno specchio di altissimo livello dei tempi moderni, li ricalca e li anticipa alzando il livello tecnologico. È uno show perfettamente “instagrammabile” è il tripudio del telefonino, del concetto dell’evento, dell’esserci, del partecipare ad una moderna opera popolare. Questo aspetto è sempre esistito nella musica (sin dai tempi dell’opera, senza scomodare le messe in scena di Verdi) in questa occasione si sfrutta tutto quello che i tempi moderni mettono a disposizione, si accavallano e sommano tutte le possibilità tecnologiche sul mercato.

Uno spettacolo spettacolare

In sostanza un’asticella altissima che la Swift super agevolmente. Non è però solo un “concerto” ma uno show visuale alimentato anche dalla potenza mediatica della protagonista alla quale va riconosciuto però un grande valore: quello di non puntare sulla sensualità del proprio corpo, di non amplificare l’aspetto sexy della sua figura che invece viene messa al servizio di idee positive e che in qualche modo possono anche favorevolmente incidere con i suoi messaggi sulle nuove generazioni.

Dunque uno spettacolo spettacolare, troppo lungo (e sul finire una parte del pubblico inizia a distrarsi – anche perché l’ultima “era” è quella meno appassionante del lotto). Tutto è marchiato da un’eccessiva spettacolarizzazione, da una forzata costruzione e attenzione ad ogni dettaglio che leva naturalezza, spontaneità e genuinità al concerto. Ha un’anima “cinematografica”, da video clip dove ogni gesto, sguardo, passo, movimento è studiato, calibrato, valutato e ripetuto “alla lettera” sera dopo sera.

Evidentemente tutto questo riesce ad affascinare il mondo.

La scaletta

Lover
Miss Americana & the Heartbreak Prince
Cruel Summer
The Man
You Need to Calm Down
Lover

Fearless
Fearless
You Belong With Me
Love Story

Red
Red – Intro (registrata)
22
We Are Never Ever Getting Back Together
I Knew You Were Trouble
All Too Well

Speak Now
Speak Now – Intro (registrata)
Enchanted

Reputation
…Ready for It?
Delicate
Don’t Blame Me
Look What You Made Me Do

folklore / evermore
cardigan
betty
champagne problems
august
illicit affairs
my tears ricochet
marjorie
willow

1989
Style
Blank Space
Shake It Off
Wildest Dreams
Bad Blood

THE TORTURED POETS DEPARTMENT
Female Rage: The Musical (registrata)
But Daddy I Love Him / So High School
Who’s Afraid of Little Old Me?
Down Bad
Fortnight
The Smallest Man Who Ever Lived
I Can Do It With a Broken Heart

Surprise Songs
the 1 / Wonderland
I Almost Do / The Moment I Knew

Midnights
Lavender Haze
Anti‐Hero
Midnight Rain
Vigilante Shit
Bejeweled
Mastermind
Karma


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