MILES DAVIS: quattro ore di musica live inedita

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La celebre “Bootleg Series” di MILES DAVIS, pur contenendo registrazioni che vanno dal 1955 al 1985, non aveva ancora incluso nessuna esecuzione risalente al biennio 1963/64, che rappresenta un periodo cruciale nell’evoluzione artistica di Davis e ricordato anche per i promettenti esordi del Second Great Quintet.

Oggi, Columbia Records e Legacy Recordings, la divisione catalogo di Sony Music Entertainment, presentano il nuovo cofanetto che entrerà a far parte della Bootleg Series in uscita l’8 novembreMiles in France – Miles Davis Quintet 1963/64: The Bootleg Series, Vol8 che include quattro ore di musica live inedita, suonata in tutte le performance eseguite nel 1963 al Festival Mondial Du Jazz di Antibes (dal 26 al 28 luglio di quell’anno) e al Paris Jazz Festival del 1964 (l’1 ottobre).

Nelle registrazioni del 1963 i musicisti a supporto sono George Coleman, Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams – a cui si aggiunge in quelle del 1964 Wayne Shorter al sax tenore, completando così la formazione del Second Great Quintet.

Miles In France sarà disponibile l’8 novembre in un box in doppia versione (6 CD o 8 LP) e con le nuove note di copertina a cura del giornalista e critico musicale Marcus J. Moore. Sarà inoltre disponibile una versione che comprende un cofanetto da 2 dischi in vinile, contenente solo le registrazioni del 1964, stampati con i colori della bandiera francese. I brani saranno disponibili anche in digitale su tutti i DSP.

Miles in France – Miles Davis Quintet 1963/64: The Bootleg Series, Vol. 8 è prodotto dal team pluripremiato ai Grammy Awards Steve Berkowitz, Richard Seidel e Michael Cuscuna, quest’ultimo recentemente scomparso, e masterizzato ai Battery Studios di New York da Vic Anesini, senior mastering engineer di Sony Music e anch’egli plurivincitore ai Grammy Awards.

Miles in France – Miles Davis Quintet 1963/64: The Bootleg Series, Vol. 8 è prodotto dal team pluripremiato ai Grammy Awards Steve Berkowitz, Richard Seidel e Michael Cuscuna, quest’ultimo recentemente scomparso, e masterizzato ai Battery Studios di New York da Vic Anesini, senior mastering engineer di Sony Music e anch’egli plurivincitore ai Grammy Awards.

Miles Davis era legato alla Francia sia professionalmente che umanamente, tanto da essere la nazione in cui si è esibito di più al di fuori degli Stati Uniti. Non è un caso che molte sue registrazioni dal vivo siano state effettuate proprio in Francia. Il suo esordio in terra transalpina risale al 1949 – quando suonò al Festival International De Jazz a soli 22 anni, mentre nel luglio 1991, a Nizza, tenne il suo ultimo concerto in Francia appena due mesi prima di morire.

Nei primi anni ’60, Miles Davis si presentò in Francia dopo aver cambiato la storia del jazz. Kind of Blue, del 1959, aveva abbandonato l’hard bop per abbracciare la musica modale, che permetteva un’improvvisazione più libera, sposando toni più lenti e persuasivi, apparentemente più semplici ma molto tensivi. Tuttavia, rispetto alla versione in studio di Kind of Blue, gli stessi brani eseguiti dal Quintetto ad Antibes e Parigi, ascoltabili nel nuovo cofanetto, appaiono molto diversi, con picchi drammatici e linee di basso caratterizzate da frasi potenti – offrendo una nuova prospettiva a questo album fondamentale nella storia del jazz.

Nella primavera del 1963 Miles Davis ingaggiò Herbie Hancock al piano, Ron Carter al basso, e Tony Williams alla batteria, andando poi in studio nel maggio di quell’anno con George Coleman al sax tenore per completare l’album Seven Steps To Heaven. Due mesi dopo vennero in Europa per una tourneè, giudicata dalla rivista Downbeat, che assistette alle performance al Festival Mondial Du Jazz come: “superba… [Davis] era in forma strepitosa e al suo meglio dal punto di vista espressivo…”

Ron Carter ricorda l’esperienza con Davis affermando, «“Non ho mai suonato con qualcuno come lui, ovviamente, e non ho mai suonato per così tanto tempo insieme a un altro musicista. Era semplicemente sbalorditivo sentirlo suonare alla sua maniera, con quella sua intensità, col suo ritmo, col suo stile interpretativo serata dopo serata e senza mai dire alla band, ‘Fermatevi.’ Faceva come un chimico con i suoi apprendisti, ci diceva: “prendete questi elementi e combinateli come volete, se succede qualcosa chiamiamo i pompieri.”»

Miles tornò negli Stati Uniti con nuovi propositi musicali, stimolato dall’esperienza francese insieme alla sua nuova formazione. Quando Davis incise E.S.P con il Second Great Quintet nel 1965 dimostrò, nonostante una crisi fisica e spirituale, che era lui il barometro a cui la scena jazz guardava per evolversi. A 60 anni da queste registrazioni, e più di 30 anni dalla sua morte, Miles Davis è ancora la vetta e il culmine, l’essenza dell’audacia, l’icona definitiva.

MILES IN FRANCE – MILES DAVIS QUINTET: The Bootleg Series, Vol8
quattro ore di musica live inedita

Festival Mondial Du Jazz, Antibes/Juan-Les-Pins, July 26, 1963
1. Introduction by André Francis (:46)
2. So What (9:46)
3. All Blues (11:59)
4. Stella By Starlight (14:13)
5. Seven Steps To Heaven (11:01)
6. Walkin’ (10:43)
7. My Funny Valentine (9:55)
8. Joshua (11:02)
9. The Theme (2:59)
10. Closing announcement by André Francis (0:37)

Festival Mondial Du Jazz, Antibes/Juan-Les-Pins July 27, 1963
1. Introduction by André Francis (:52)
2. Autumn Leaves (13:55)
3. Milestones (9:23)
4. I Thought About You (11:47)
5. Joshua (11:31)
6. All Of You (16:44)
7. Walkin’ (16:16)
8. Bye Bye Blackbird (16:49)
9. The Theme (6:06)

Festival Mondial Du Jazz, Antibes/Juan-Les-Pins July 28, 1963
1. Introduction by André Francis (1:21)
2. If I Were A Bell (12:46)
3. So What (12:41)
4. Stella By Starlight (15:47)
5. Walkin’ (18:19)
6. The Theme (:28)

Paris Jazz Festival, Salle Pleyel, October 1, 1964 (1st concert)
1. Autumn Leaves (12:49)
2. So What (9:39)
3. Stella By Starlight (11:05)
4. Walkin’ (9:07)
5. The Theme (0:38)

Paris Jazz Festival, Salle Pleyel, October 1, 1964 (2nd concert)
1. All Of You (16:05)
2. Joshua (12:35)
3. My Funny Valentine (12:18)
4. No Blues (13:13)
5. The Theme (1:05)


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