MARGHERITA VICARIO: quando il pop è lontano dalla banalità Recensione concerto e scaletta live Milano

Condividi

Quello di MARGHERITA VICARIO è un percorso strano e prezioso. La 36enne romana è figlia e nipote d’arte. Suo padre, Francesco Vicario e suo zio Stefano, sono registi televisivi, il nonno Renato fu anche lui regista, mentre la nonna Rossana Podestà è stata la famosa attrice (divenuta poi, dopo il divorzio dal marito, la compagna di Walter Bonatti, uno dei più importanti alpinisti del mondo).

Non solo musica

Cantautrice, attrice (ha lavorato anche con Woody Allen) e dal 2024 anche regista (“Gloria!”, il suo esordio dietro la macchina da presa, è stato in concorso  al Festival di Berlino), Margherita si è tenuta lontana dal clamore mediatico del pop, non fa parte di quelle star e starlette che frequentano i vari eventi televisivi eppure il suo è un nome ben conosciuto dal pubblico e apprezzato dalla stampa e dai colleghi, anche quelli che appartengono al mainstream (ha collaborazioni con Elodie, Francesca Michielin, Gaia, Rancore, Raphael Gualazzi e Vinicio Capossela). Insomma è in quella bella posizione a metà strada tra il mainstream e l’alternativo. Da questa posizione privilegiata Margherita fa ciò che ritiene meglio per sé stessa.

Il tour

Questa primavera ed estate ha portato in scena un tour in cui ha presentato i suoi due album in studio, il suo ultimo EP e la colonna sonora del film (questi ultimi due, più il secondo album, realizzati con la collaborazione del produttore Davide “Dade” Pavanello) con concerti con band o l’accompagnamento orchestrale. Un tour di 13 date (con sold out) che si sarebbe dovuto concludere l’8 settembre nel cortile del Castello Sforzesco di Milano. L’inclemenza meteo di quel giorno ha costretto al rinvio del concerto, riprogrammato al Fabrique di Milano (location con maggior capienza, ma non ugualmente suggestiva).

Il concerto di chiusura del tour è stato anche occasione per salutare e rimandare l’appuntamento a un prossimo futuro dove, come spiega la stessa Margherita, ci sarà spazio per musica e cinema.

Margherita Vicario mette in scena uno spettacolo durante il quale è impossibile fermarsi, il ballo è contagioso, le ritmiche, a parte pochi episodi, belle serrate. Si passa dalla cassa dritta (di cui la protagonista si dichiara appassionata) al soul, transitando per il folk e la musica leggera anni ’60. Il tutto però segnato da una leggerezza formale ma non sostanziale. Siamo nel mondo del pop, ambito che può avere mille sfumature e quelle di Margherita l’avvicinano alla canzone d’autore, in un bel connubio tra freschezza musicale e testi “parlanti”. Non perde questo profilo nemmeno quando si avvicina alle sue hit, quelle più “popolari” e conosciute da un pubblico peraltro molto appassionato (ad alto tasso femminile) che include anche una bimba di 4 anni che ha richiesto la sua canzone preferita.

Sul palco con lei una band composta da tastiere, chitarra, corista, basso e batteria. C’è molto di suonato e c’è anche un buon supporto di elettronica e il tutto risulta potente e ben strutturato, al servizio di un pop di grande vitalità e impatto.

La sua presenza sul palco

Il concerto però va oltre l’aspetto musicale e coinvolge lo stare sul palco di Margherita. La sua esperienza da attrice (per quanto cinematografica), le permette una grande “scioltezza”, una evidente presenza scenica che si accompagna a una componente caratteriale di spontaneità, di empatia, simpatia e vitalità. Tutti elementi che la portano a un rapporto diretto, semplice con la platea che viene coinvolta e reagisce molto bene a questo scambio.

C’è spazio anche per le riflessioni. Nei bis introducendo “Magia” (una canzone sulla guerra) Margherita lancia un invito pacifista al cessate il fuoco in tutte le guerre e dopo il brano il pubblico intona un “Palestina Libera” supportato dalla stessa protagonista sul palco.

Margherita Vicario mostra (o ha mostrato visto che il tour è concluso) dal vivo le sue capacità musicali e comunicative, dimostra come ci possa essere una via meno banale al pop che, come dice il nome stesso, guarda sì alla leggerezza ma nel suo caso contiene semi molto fertili in senso di consapevolezza e di contenuti (musicali e testuali). C’è il divertimento, c’è la musica, c’è la leggerezza ma mai la banalità.

Ora la musicista romana dice di voler aprire un nuovo ciclo. La speranza è che faccia tesoro di quanto successo e riparta da quanto fatto sinora, dalla qualità del suo lavoro sia in studio che sul palco, come davanti o dietro una cinepresa. Attendiamo il suo ritorno con un occhio di riguardo. Da non dimenticare.

MARGHERITA VICARIO Recensione concerto e scaletta live Milano

SCALETTA:

Oltre ai brani indicati ha eseguito “DNA” dopo “Come va”, un frammento di “Per un bacio” dopo “Se riesco parto” e “Romeo” dopo “Orango Tango”


Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *