VASCO BRONDI: quando le canzoni non invecchiano Recensione live e scaletta concerto Milano

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Il ritorno di VASCO BRONDI all’Alcatraz di Milano arriva con l’occasione di celebrare i 10 anni di “Costellazioni”, il terzo disco firmato Luci della Centrale Elettrica, il progetto iniziale del cantautore ferrarese (d’adozione, veronese di nascita). Al primo intervento parlato di Vasco (ne seguiranno altri nel corso del concerto) il protagonista della serata ricorda anche che sempre nel 2014 per la prima volta si è esibito sul palco del club milanese (era il 9 aprile 2014). “Fu una sorpresa – ricorda – pensavamo di allestire la sala in versione ridotta come capita ed invece la vendita dei biglietti è esplosa”.

“Costellazioni” esce nel 2014 terzo capitolo de Le Luci della Centrale Elettrica, progetto iniziato in solitudine con quel sorprendente gioiello che è stato “Canzoni da spiaggia deturpata” pubblicato nel 2008 e vincitore della Targa Tenco come miglior disco d’esordio dell’anno.

Costellazioni

Con i due dischi successivi la scrittura e lo stile artistico di Vasco Brondi si sono evoluti, e dal radicalismo ed urgenza espressiva dell’esordio il cantautore si è spostato verso una canzone d’autore più strutturata e “matura” amplificando la propria cifra e narrazione poetica. “Costellazioni” certifica questo percorso, questa crescita e resta ancora oggi un album di grande spessore. “Era l’inizio della fine della mia gioventù,” ricorda Vasco Brondi a proposito di quell’album. “Un disco provinciale e spaziale, nato da immenso smarrimento e immensa libertà.”

Si celebra il disco…

Il concerto è diviso in due parti: la prima interamente dedicata al disco celebrato, la seconda ripercorre il suo percorso di 16 anni di musica. “Costellazioni” viene riproposto, con nuovi arrangiamenti, quasi per intero, 13 canzoni sulle 15 del disco, solo “Blues del delta del Po” e “Unaguerralampopop” restano fuori. C’è tutta la varietà dell’album “Ti vendo bene” riporta alla mente i CCCP/CSI, ci sono le dolci melodie di “Un bar sulla via Lattea”, il punk, la poesia. Nei racconti con cui introduce alcuni brani ripercorre la storia della nascita di quel disco e gli episodi legati alla sua composizione e realizzazione. Vasco racconta del suo pellegrinare tra Ferrara, Milano (dove quel disco è nato), Bologna e poi il ritorno a Ferrara, un “nomadismo” che spesso Vasco canta e descrive. Scopriamo (o ricordiamo) così che “Destini generali” mutua il suo titolo da un libro di poesie di Franco Fortini acquistato su una bancarella a Bologna. “Una cosa spirituale” è un brano in più del disco (“mi hanno invitato a non metterlo”) una delle cosiddette composizioni minori “quindi preferita dai cantanti”. Ricorda anche la storia di “40 km”.

VASCO BRONDI Recensione live e scaletta concerto Milano

Tutto, sebbene alle spalle ci sia una “Signora” band, è essenziale, pulito, diritto. Niente fronzoli, solo le canzoni con la loro poetica, le melodie, la rabbia e la forza espressiva del loro autore con, nonostante le variazioni, una grande e riconoscibile unità di fondo. Vasco ha saputo conquistare un pubblico che è cresciuto con lui ma che ancora oggi ricorda a memoria le canzoni di quel disco (e anche tutte le altre), le canta incessantemente.

e si va oltre

Finita la prima parte Brondi affronta il suo repertorio, ripercorre il proprio percorso, il passaggio da Luci della Centrale Elettrica sino al rimpossessarsi del vero nome Vasco Brondi. La seconda parte fotografa questo percorso, con brani che spaziano nel tempo.

Illumina tutto” (singolo del 2024) ha una grande melodia, “Cara catastrofe” (2010) è dura e secca, con “Qui” (2017) sale il ritmo e “3000metri”, scritta per il film dell’amico Paolo Cognetti, è una riflessione sulle montagne. Arriva poi il momento di “Piromani” (2008), il brano con cui tutto è iniziato che introduce con un racconto anche divertente che ne ripercorre la storia, prima di regalare una versione acida, secca, voce chitarra acustica e violino (RodrigoD’Erasmo ospite) che conserva ancora la sua urgenza e forza espressiva, il suo urlo esistenziale. Infine “Unsegnodivita” (dal nuovo omonimo disco marzo 2024) dedicata a quanto sta succedendo in Palestina, d’altronde il testo fotografa perfettamente la situazione quando dice “Bombardano, bombardano e tutti guardano/Non arrivano le provviste/Non arrivano le voci e le promesse”.

Figlio degli anni ’00 Vasco Brondi è un bellissimo esempio di “percorso”, di crescita con una grande credibilità e forza. A dieci anni di distanza le canzoni di “Costellazioni” conservano una loro forza, con fascino e bellezza, restando attuali. Riascoltarle e riviverle non sposta l’asse emotiva allora come oggi.

Vasco in scena

Vasco Brondi non è quello che si può definire un “animale da palcoscenico”. Quello che mette in scena non è uno spettacolo “fulminante”, ma più “celebrale”, emotivo, in qualche modo “d’ascolto”. Più che per la forma attrae la sostanza, il suo “personaggio” così apparentemente fuori da ogni schema e “moda”, fa dell’essenzialità la sua cifra stilistica, anche se è passato dalla scarna musica degli esordi a una più strutturata. Ha mantenuto però la parola come elemento principale del suo essere cantautore.

Sul palco con lui: Andrea Faccioli, Angelo Trabace, Daniela Savoldi, Niccolò Fornabaio, Gabriele Lazzarotti eFederico Dragogna che dieci anni fa “Costellazioni” lo aveva prodotto. Sul palco fanno anche la loro apparizione i violinisti Clara Rigoletti (che accompagna buona parte del secondo “tempo” del concerto) e Rodrigo D’Erasmo (che sul disco “Costellazioni” appare in due brani).

Scaletta

La terra, l’Emilia, la luna
Macbeth nella nebbia
Le ragazze stanno bene
Padre Nostro dei satelliti
Ti vendi bene
Questo scontro tranquillo
I Sonic Youth
Un bar sulla Via lattea
Firmamento
Punk sentimentale
I destini generali
Una cosa spirituale
40 Km

Seconda parte
Illumina tutto (con Clara Rigoletti)
Incendio
Cara catastrofe
Chakra
Qui (esce Chiara Rigoletti)
3000 metri
Piromani
A forma di fulmine
Un segno di vita

Bis
Quando tornerai dall’estero
Mistica
Nel profondo Veneto

https://www.facebook.com/vascobrondii

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