ESTRA: un rabbioso ritorno Recensione concerto e scaletta live Milano

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Nel 2015 gli ESTRA scesero per l’ultima volta dal palco dopo un tour di 10 date che ne seguiva altre fatte dieci anni prima. Sebbene quello dovesse essere il suggello definitivo di una carriera iniziata nei primi ruggenti di rock anni ’90 Giulio Casale (voce e chitarra), AbeSalvadori (chitarra), EddyBassan (basso) e NicolaAccioGhedin (batteria) – da sempre la stessa medesima formazione – in cuor loro sapevano, dalle reazioni del pubblico e dalle proprie sensazioni, che prima o poi qualcosa sarebbe successo e che “non escludevano il ritorno”. E così è stato.

Il ritorno

Nell’estate 2023 il gruppo di Treviso raccogliendo idee e fondi con un crowdfunding entra in studio e nel 2024 (a distanza di 23 anni da “Tunnel supermarket” l’ultimo album in studio) realizzano un nuovo disco dal titolo “Gli anni venti”, una raccolta di 11 brani che sono una feroce, cinica e disillusa analisi dei primi due decenni del nuovo millennio. Un disco crudo, schierato, che non concede sconti né dal punto di vista musicale né, soprattutto, da quello concettuale. Idee e musica vanno a braccetto.

Dal realizzare un nuovo disco (pubblicato a maggio) a risalire tutti insieme sul palco il passo è brevissimo, anzi scontato e infatti a novembre 2024 partono per un tour di sei date che si è concluso con il live di Milano, dopo questo calendario:

26 novembre – Locomotiv Club – Bologna 
27 novembre  – Combo Social Club – Firenze
28 novembre – Wishlist – Roma
29 novembre – Grapes – Pontremoli (Ms)
5 dicembre – CAP10100 – Torino
6 dicembre – ARCI Bellezza – Milano

Se Giulio Casale lo avevamo già visto in altre occasioni, da solista o impegnato nella rilettura di Gaber o di De André (Leggi qui), rivedere tutta la band insieme è, per chi gli anni ’90 li ha vissuti, un tuffo al cuore. Attenzione però perché tra il pubblico non ci sono solo i “reduci” ma si notano anche molti con qualche anno in meno, fruitori “di riflesso” che per qualche strano percorso alla fine si sono ritrovati nella casella “Estra” accanto a qualcuno che di anni ne ha un po’ di più. Interessante.

La prima parte

Il concerto è nettamente diviso in due parti: la prima interamente dedicata alla riproposizione integrale del nuovo album “Gli anni venti” di cui il quartetto (che diventa quintetto con il tastierista e manager Marco Olivotto aggiunto nei live) ripropone tutte le canzoni, quasi nell’ordine del disco. E anche qui si nota una “stranezza”: il pubblico canta le canzoni come fossero già metabolizzate, divenute dei classici della band (il disco è uscito a maggio). Sicuramente, come riconosce lo stesso frontman, molti dei presenti hanno dato il proprio contributo nella campagna di crowdfunding, con cui hanno raccolto quasi 33.000 euro.

È nella trasposizione live, con i suoi arrangiamenti da palco, che si capisce appieno la forza, la potenza, la rabbia e la denuncia di questo nuovo disco con testi dirompenti, accuse chiare, denunce senza mezzi termini, parole “militanti”. Musicalmente le 10 canzoni sono devastanti. Ci si muove dalle parti di un rabbioso grunge, con la chitarra estrema protagonista, accompagnata da una robusta base ritmica e da un tappeto di tastiere. Parole e musica arrivano dunque forti con la vena poetica e melodica di Giulio che non perde occasione di mostrare la sua abilità di scrittura. Gli Estra colpiscono duro, lo fanno con la consapevolezza di farlo, non concedono sconti, niente che possa avere a che fare con il pop ma piuttosto puntano ad un irrobustimento della loro propensione rock. Ma se nella loro storia spesso i testi erano “ermetici”, non così chiari e diretti, più dettati da una dimensione poetica, qui l’ermetismo si affievolisce e, salvo alcuni rari casi, tutto diventa chiaro, potente, con un’insofferenza e rabbia di fondo che si esprimono a parole e musica. Un ottimo ritorno al fulmicotone in tutti i sensi e tutto da ascoltare.

La seconda parte

La seconda parte, divisa fisicamente da un breve intervallo, è invece interamente dedicata, a parte un “inedito” e una cover, alla storia della band. Una manciata di canzoni (8 per l’esattezza) che permettono di ripercorrere la discografia passata della band (4 album + 1 Ep e un live)

È la fase in cui si ritrovano gli Estra più “classici”, quelli che ci hanno accompagnato negli anni ’90/primi ‘00, con le loro chitarre, più “morbide” di quelle attuali, le loro melodie più delicate e un rock più “strutturato”, meno diretto, meno pugno allo stomaco, vicino a un “rock d’autore” (non che ora si siano allontanati da quel percorso, hanno semplicemente scelto altre strade, quelle “blu”).

Nel ripercorrere il passato la band fa anche un tuffo nel presente proponendo un “inedito” o meglio un brano extra (con la “X”) ad appannaggio discografico solo di coloro che hanno contribuito al crowdfunding. Con “E tutto è vero” torna l’impegno e la denuncia politica e la netta appartenenza della band. Giulio introduce la traccia dicendo che è un contributo di poetica militanza antifascista. Tutto da ascoltare. Altra digressione è per “Nature Boy”, brano interpretato da Nat King Cole e qui riproposto per voce e chitarra. Il tutto poi si chiude sul classico “L’Uomo coi tagli” e il suo ritornello che ti cattura e che inevitabilmente ti ritrovi a cantare con gli stessi gesti che hanno sempre accompagnato la sua esibizione live.

L’uomo sul palco

Su tutto il concerto c’è poi la vena teatrale di Giulio, la sua fisicità sul palco, il suo lato emotivo interpretativo, il suo essere parte integrante con ciò che canta e che ha scritto in prima persona. Ecco allora il suo uso delle braccia, delle mani, del suo corpo, che regalano “verità” e passioni alle canzoni. E poi c’è la lezione, l’insegnamento che arrivano dalla frequentazione del repertorio di Giorgio Gaber (di cui Giulio è attualmente il più accreditato interprete). Più volte “Estremo” si ritrova, appena possibile a “gabereggiare” nel suo cantato.

Un bel rientro, apprezzato da una schiera di fan, vecchi e nuovi. Gli Estra sono tornati e speriamo che lo abbiano fatto per restare.

Scaletta

La signora Jones (Intro registrata)
Fluida Lol
Gli anni venti
Che n’è degli umani?
Nessuno come noi
Ti ascolto
Lascio Roma
Nel 2026
Monumenti immaginari
Il peggiore
Notte poi

Seconda parte:
Non canto
Risveglio
Preghiera
E tutto è vero
Veleno che resta
Nature Boy (Nat King Cole cover)
Ai tuoi occhi
Fiesta
Vieni

Encore :
L’uomo coi tagli

https://www.facebook.com/Estra23


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