MICHAEL KIWANUKA: Una delle rare perle nel panorama del soul attuale. Recensione concerto Roma
MICHAEL KIWANUKA
22 Giugno 2017
“Luglio suona bene”
Auditorium Parco della Musica
Roma
Voto: 8
Di Francesca Amodio
«La mia priorità è creare melodie che ti catturino. L’unica cosa che chiedo è “ti emoziona?”»
In una sola frase il cantante britannico di origine ugandesi Michael Kiwanuka riassume la sua filosofia musicale e quindi di vita, che mette in pratica per la prima volta sul prestigioso palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma raccogliendo l’ovazione completa del pubblico capitolino che lo applaude esultante.
Una giovane stella
Paragonato a personalità della levatura di Randy Newman e Bill Withers, con gente come Kanye West tra i suoi fan, un album che vede l’illustre produzione artistica di Danger Mouse (U2, Gorillaz, Red Hot Chili Peppers, The Black Keys), trent’anni appena e un curriculum già blasonato – lo scopre Paul Butler dei The Bees quando era session guitarist, arrivando in brevissimo tempo a collaborazioni con artisti del calibro di Adele, Danger Mouse e Radiohead, dei quali apre il live di Monza – il suo album “Love & Hate” fila dritto al primo posto della classifica in Uk, consacrandolo come nuovo giovane dio del soul.
Black Music e non solo
Nessuna blasfemia in quest’ultima affermazione: il live di Kiwanuka, accompagnato da una band straordinariamente all’altezza, si rivela ipnotico e travolgente, fenomenale, intenso ed esplosivo. R&B, blues, soul, funky, rock, prog e psichedelia sono solo alcune delle caratteristiche che la magica voce di Kiwanuka, sorprendentemente espressiva e potente, e l’arte con cui il talento naturale delle sue dita scivola sulle chitarre acustiche ed elettriche, combina con una miscela musicale forte, eloquente, incisiva, difficilissima da incastonare in un solo genere: Kiwanuka li attraversa tutti con strabiliante nonchalance ed inqualificabile carisma, regalando al pubblico capitolino, che letteralmente per lui riempie la Cavea dell’Auditorium, un live che difficilmente dimenticherà.
Un artista puro
Finalmente un artista puro, autentico, di una bravura incommensurabile nella sua semplicità e umiltà, che si azzerano totalmente nei magici riff di chitarra a cavallo fra visionarietà e rock, fra blues e reggae, il tutto legato splendidamente da una voce formidabilmente penetrante, finalmente un concerto come quelli di una volta, senza orpelli, ridondanze, pleonasmi, sovrabbondanze né tantomeno lacune, finalmente quindi un live in cui la musica è la vera ed assoluta protagonista. Uno spettacolo musicale nel senso letterale dell’espressione, quasi un’ora e trenta minuti di concentrazione, precisione e soprattutto amore e una sconfinata passione per gli azzeccati e bellissimi voli pindarici di Kiwanuka, così giovane e già scommessa così amabilmente vinta.
Un artista dall’anima musicale pura, un talento di cui occhi e orecchie gioiscono ad ogni nota, per la sua estrema completezza e versatilità. Una delle rare perle nel panorama giovanile del soul attuale, di cui si attendono con estrema curiosità i futuri sviluppi e le successive evoluzioni.