NOBRAINO: folle spettacolo tra rock d’autore e molto altro. Recensione concerto Milano

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NOBRAINO
03 Febbraio 2017
Salumeria della Musica
Milano

Voto: 7
di Luca Trambusti

Sold Out

“Sold out” c’è scritto grande sulla porta che dal “cortile fumatori” porta all’interno del locale. In anni di frequentazione della Salumeria Della Musica è la prima volta che mi capita di vederlo….

All’interno i tavoli erano sbaraccati per far spazio ad un pubblico che avrebbe, come é poi capitato, inteso la serata come una festa, un’occasione di divertimento, di scatenamento e di totale partecipazione.

Oltretutto la programmazione del locale milanese (peraltro molto bello) vede per la maggior parte serate dedicate alla canzone d’autore, al jazz, serate più “intime” e raramente ospita (anche se in questa stagione è già capitato) concerti rock.

Ma d’altronde i Nobraino (che si definiscono una band folk rock) contengono questi elementi, assemblati in maniera particolare in quanto il loro arrivo al rock passa attraverso molteplici elementi stilistici.

Preceduti dall’esibizione di Crista (Voce e chitarra) salgono sul palco i romagnoli ed è subito grande partecipazione di pubblico che li accoglie con tanto calore. La formazione è quella classica che vede chitarra, basso, batteria, tromba/voce ed il cantante frontman (che visto da lontano con la sua enorme massa di capelli sembra il compianto Simoncelli – il grande Sic).

Audio non dei migliori

Purtroppo l’impatto audio non è dei migliori. La voce è (almeno dal fondo del locale) inudibile, la batteria copre tutti gli altri strumenti e picchia secca. Per una band che fa dei testi una delle prerogative il fatto di non sentire il cantante è grave!!!

Non si capisce se è stata una scelta voluta o un limite dell’impianto, di fatto nel corso della serata e spostandosi più vicino al palco il problema risulta di entità diversa (ma comunque esistente).

Tutto il nuovo album

La prima parte del concerto (un’ora) i Nobraino l’hanno internamente dedicata a suonare il loro ultimo disco “346 0608524”, uscito lo scorso novembre ma già entrato nelle orecchie del fan tant’è che cantavano a squarciagola le canzoni coprendo ulteriormente la voce di Lorenzo Kruger. Il massimo si è raggiunto su “Centesimo” quando lo scatenato frontman invita il pubblico a tirare monetine da un centesimo sul palco e viene più volte centrato dalle nobili “offerte” del pubblico (a fine pezzo comunque le monetine verranno rilanciate verso il pubblico). La seconda parte dello show è invece trovano spazio le grandi “hit” dei Nobraino e lì la festa ed il coinvolgimento del pubblico salgono ancor di più. Tutti cantano, ballano, pogano, in un grande abbraccio collettivo. Immancabile il Stage Diving con cui Kruger si concede fiducioso alle mani ed al cuore dei suoi fan. La “nuotata” è lunga ed ancora in piedi sul palco sale su una cassa per arringare il pubblico a cantare ancora con lui, quasi in trance da performance.

Una ricchezza stilistica unica

Musicalmente si assiste ad una performance molto varia: c’è la canzone d’autore rivitalizzata con un impianto ed impatto rock, c’è il jazz che invade quando entra la tromba che però sa essere anche mariachi, c’è il funk con il basso che pompa e a chitarra “stoppata”, c’è il folle country, c’è la patchanka. E’ insomma un concerto molto variegato. Ma sopratutto c’è tanta, tanta ironia e voglia di divertirsi e di divertire. Questo porta ad una grande energia ed un po’ di confusione sul palco. Kruger ci “da dentro” non si ferma, si muove, recita, inventa si tutto pur di tenare alta l’attenzione sopratutto sul personaggio. Lo aiuta anche la sua inconfondibile voce, bassa e calda e nonostante il tanto movimento mantiene sempre una buona intonazione. Altro problema è che nell’eterno movimento spesso il microfono non è sempre centrato….. ed in più il mix è quello che è!

Ci si diverte

Alla fine si esce dal concerto con un grande senso di divertimento, con la convinzione che la creatività dei Nobraino sembri non avere mai fine. E’ uno spettacolo, sudato, divertente ma non banale, non “leggero”. Unico limite (a parte quello tecnico) è forse l’estrema libertà, la quasi forzata ricerca di creatività e della voglia di stupire.

Comunque da vedere e da godere sino in fondo, sudando se si è fan, divertendosi anche se ci si approccia alla band per la prima volta.


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