SUPERSONIC BLUES MACHINE & FRIENDS: quando il blues si fa elettrico. Recensione concerto live Milano
SUPERSONIC BLUES MACHINE & FRIENDS
17 Luglio 2018
Carroponte
Milano
Voto: 7,5
di Luca Trambusti
Quello dei Supersonic Blues Machine è un progetto aperto ed inclusivo. Infatti intorno al nucleo centrale composto da Lance Lopez (chitarra, voce), Fabrizio Grossi (basso) e Kenny Aronoff (batteria) ruotano una serie di musicisti/amici/ospiti che innalzano il livello tecnico ed emozionale della musica del trio.
Nel loro giro d’Italia, nell’ambito del tour europeo, hanno fissato 4 tappe, la prima delle quali al Pistoia Blues Festival dove hanno condiviso la serata (in due session differenti) con Mark Lanegan.
Ospite fisso del tour il barbuto chitarrista degli ZZ Top Billy F. Gibbons.
Attenzione però perché quella che arriva in Italia non è la band (base) originaria. Infatti Lance Lopez viene sostituito dall’ottimo Kriss Barras ed accompagnato da Serge Simic. In sostanza una super band che sul palco di Milano si è ulteriormente allargata con un chitarrista ospite e con la presenza in diversi brani di Fabio Treves e la sua armonica che appare anche sul disco della blues band americana. Nella formazione milanese, a costruire un tappeto sonoro, anche un tastierista di origini italiane Alessandro Alessandroni Jr (…. Il figlio del “fischiatore” di morriconiana memoria) e due coristi di cui uno è l’italiano Andrea Grossi.
Al Carroponte di Milano è andato in scena un concerto ad alta gradazione blues, di quello elettrico che nonostante i virtuosismi mantiene la sua passione e la sua anima. E’ quel territorio in cui il grande Padre blues rincontra il “nipote” (?) rock e crea una salda amalgama che ben contiene e ben mischia i due elementi.
Dal palco energia, potenza, tecnica ne sono arrivate a vagonate, anche se il climax è cresciuto più lentamente rispetto alla dimostrazione di potenza messa in campo. Complice forse anche un po’ di timore da parte di Grossi ad affrontare il pubblico della sua città natale, i motori della macchina supersonica sembrava facessero fatica ad accendersi alla massima potenza. Alla fine però grazie anche ad una platea entusiasta il razzo è partito e tra mille lunghi assoli di chitarra la band ha dimostrato tutto il suo valore, non solo quello tecnico. Su tutto aleggia lo spirito dei grandi chitarristi americani rock blues, da Hendrix (in misura minore) a Stevie Ray Vaughan senza dimenticare certe band di blues sudista e tanto spirito anni ‘70
Kenny Aronoff è un martello: potente, preciso mai eccessivo, Barras si lancia in lunghi assoli incredibili (ed alla fine suona la chitarra dietro la nuca e con i denti ricordando qualcuno!!!!) Grossi è un bassista pirotecnico, che allarga molto la concezione di basso ritmico. In tutto c’è “quell’ignoranza”, quella pasta sonora un po’ (volutamente) grossa, quel pompaggio sonoro e di volume che rendono il risultato “umano” e fruibile al massimo: grezzo quanto basta per non cadere nel blues raffinato e tecnico che sovente si ascolta.
Ovviamente ad infiammare il Carroponte arriva, dopo circa un’ora di concerto, il super ospite del tour: Billy F. Gibbons. Gli bastano un “verso” con la sua voce bassa, un colpo di penna ed un riff micidiale e stranoto per dar “fuoco alle polveri”. La versione di “La Grange” (storica hit degli ZZ Top) è potente e partecipata, sia dalla band che dal pubblico. Da qui il concerto ha avuto una svolta, l’attenzione a quel punto è tutta per lui, per il barbuto chitarrista che effettivamente è una figura magnetica, carismatica, sia dal punto di vista musicale che comunicativo.
Con Gibbons è un viaggio nel classic blues e sulle note di “I Got My Mojo Workin’” (di Muddy Waters) il tutto si trasforma in una colossale jam session con 4 chitarre sul palco e l’armonica di Treves che Gibbons invita ad avvicinarsi, a dividere il fronte palco con lui (e il Puma di Lambrate sembra quasi intimidito da tanto onore). Il finale del concerto è una festa, un’orgia di blues che travolge tutti, in un momento di massima condivisione in cui è veramente difficile restare impassibili ed immobili.
SUPERSONIC BLUES MACHINE & FRIENDS E’ la forza del blues.