MANESKIN: it’s only pop n roll but they like it. Recensione
MANESKIN live Milano
IL BALLO DELLA VITA TOUR
20 Dicembre 2018
Fabrique
Milano
Voto: 6
di Luca Trambusti
MANESKIN live Milano
I Maneskin tornano a Milano per la terza volta a conclusione del loro tour autunnale che li ha visti protagonisti in tante date nei club, sempre sold out, incluso questo terzo appuntamento nel capoluogo lombardo. Un fortunato tour (strepitoso direbbero i più appassionati) che ha premiato la band facendo fare loro un salto nelle dimensioni dei club in cui si sono esibiti.
C’è il primo disco da presentare
C’era da presentare un disco (il loro primo disco – come ammette Damiano dal palco) e quindi c’era da mostrare, visto che sinora avevano “lavorato” sulle cover, quale fosse il loro vero valore anche in termini di scrittura. Misurandolo in un’ottica di gradimento del pubblico (tra tour e disco) l’esame è stato superato a pieni voti come dimostrano i dati.
Il pubblico
Veniamo però alle considerazioni sul concerto di chiusura autunnale de “Il ballo della vita tour”, partendo da un’osservazione sul pubblico.
Il Fabrique è gremito con una vasta fascia anagrafica di pubblico. Si va da <10 a >50. Molti sono genitori “accompagnanti” ma anche “partecipanti”. E’ ovvio che la vendita dei biglietti risenta anche dell’effetto “doppio acquisto” cioè di genitori (uno o due, fratelli o sorelle maggiori e familiari) che comprano molteplici ingressi per accompagnare i più giovani ma che poi, alla fine, non disdegnano (giustificati dal ruolo di accompagnatori) di essere lì.
Style rock
All’inizio del concerto sulle note di “Are You Ready” alle spalle del quartetto scorre una scenografia riconducibile all’immaginario rock con il nome di una nota marca di amplificatori ben in vista (non sugli strumenti ma sul wall alle spalle) che quindi pensiamo possa essere sponsor dello spettacolo.
Damiano sul palco sa cosa fare
L’inizio è potente e coinvolge la platea assolutamente ben disposta verso la band. Da subito si nota che l’elemento trainante e catalizzante di tutto è proprio il frontman: Damiano sul palco sa cosa fare e lo fa dannatamente bene. Gli altri 3 sembrano essere, almeno dal punto di vista scenico, dei comprimari. Musicalmente sono basici, le chitarre non graffiano e non perforano, sembra più vitale la base ritmica che è anche un elemento fondamentale nell’architettura sonora e stilistica del gruppo.
Una varietà stilistica
Ciò che i Maneskin restituiscono nella prima parte dello spettacolo è la stessa cosa che si percepisce sul disco ovvero una grande varietà stilistica che parte dal funk per arrivare alla trap passando per il rap (almeno come esercizio vocale) ed il pop per quanto energico. Un grande mix destinato ad accontentare un’ampia fascia di pubblico, più o meno giovane.
Tutto molto costruito e curato
L’impatto sonoro è gradevole, non è, almeno nella testa e nella coda del concerto, noioso o poco energico, sembra piuttosto tutto molto costruito e curato, con Damiano che si sgola nel cantare (complimenti perchè a fine tour ancora la voce regge, anche se nelle parti parlate un po’ di fatica sembra farla.). Ovviamente tutti i rituali del concerto vengono messi in campo: “Ciao Milano” oppure “su le mani” (nelle sue molteplici declinazioni) e riescono ancora a conquistare il pubblico. In scaletta naturalmente c’è il nuovo disco ma essendo ancora il repertorio limitato non possono mancare le cover, sono meno del passato: sette brani che vanno da Caparezza ai Kings of Leon.
Grazie X Factor
Vedendo il concerto sorge un’altra considerazione. Se una band così non fosse andata ad X Factor sarebbe stata destinata (magari come cover band) a concerti in piccoli locali (sempre che esistano ancora) consegnata ad un’eterna gavetta che non avrebbe assecondato le loro velleità e presunzione ed anche quel briciolo di arroganza che li contraddistingue. Entrati in un circuito più grande e più fortunato hanno preso una visibilità mediatica e di pubblico forse fin sovra dimensionata. Conta anche la questione anagrafica: la loro gioventù li porta (in)consciamente a volere tutto e subito, in questo supportati dalla loro struttura e da un pronto supporto/riscontro del pubblico, ovviamente di derivazione televisiva.
Damiano e la sua presenza scenica
Sicuramente l’asse portante di tutto è la presenza scenica di Damiano, un vero animale da palcoscenico. Lui è riuscito a costruire un personaggio, forse un po’ abusato ma per certi occhi nuovo, spostando tutto verso l’aspetto più formale che sostanziale, dividendo l’anima artistica da quella del “fenomeno” glam e della pulsione ormonale. Questi ultimi però se non vanno a braccetto con il primo possono destinare la band, ora più che mai, ad una vita breve.
Giudizio sospeso
Per il momento lo spettacolo è ancora gradevole, per certi versi divertente e (per loro) formativo. Un giudizio definitivo su ciò che saranno non si riesce a dare nemmeno a questo giro. Certo dalla pole dance del precedente tour a ciò che va in scena ora il passo è già grande ma l’impressione è che siano molto pilotati e ben gestiti e forse proprio per questo paradossalmente un po’ costruiti.
Il pubblico sta con loro
Il pubblico però, per ora, sta dalla loro parte e li supporta, loro si godono il successo e lo cavalcano riempiendo club dove fanno furore ad ogni presenza. Lo conferma già il numero di biglietti venduti per la tranche primaverile del tour che partirà a marzo, perché il ferro va battuto sino a quando è caldo. Ed ora la temperatura è quella giusta.
MANESKIN live Milano