PFM: il live è una sensazione impagabile (Intervista)
PFM
“The Event – Live in Lugano”
Il nuovo disco dal vivo della band
Intervista di Luca Trambusti
“Sono 6000 i concerti che abbiamo fatto in 50 anni” così dicono Franz Di Cioccio e Patrick Djivas. Questo è il segno del significato e del peso della musica live per la PFM. “Siamo sempre in concerto – dicono i due – non ci limitiamo a fare un tour ogni 2/3 anni. Abbiamo diversi progetti e li portiamo avanti tutti. E poi ci divertiamo”.
Il nuovo album live: la storia
Con queste premesse esce (da venerdì 19 maggio 2023) il nuovo album della band milanese. Un disco dal vivo “The Event – Live in Lugano”, registrato, come dice il titolo nella città svizzera, in occasione della partecipazione della band al “Estival Jazz” il 27 agosto 2022.
“Il concerto di Lugano è stato molto particolare – racconta PFM – perché il nostro chitarrista Marco Sfogli non ha potuto essere presente, era in Spagna per altri impegni. Abbiamo pensato quindi di invitare un musicista con un talento straordinario: Matteo Mancuso(leggi qui). Uno dei migliori chitarristi al mondo, 26 anni e già elogiato dai suoi più illustri colleghi comeAl Di Meola, Steve Vai, Joe Bonamassa, Dweezil Zappa.” “Quello che è sorprendente – aggiunge Patrick Djivas, il bassista della band – è che in 2 o 3 giorni ha imparato in maniera perfetta tutte leparti interpretandole a suo modo, mettendoci del suo. Impressionante.”
La musica
Nei live della PFM ciò che colpisce maggiormente sono gli ampi spazi musicali strumentali che si aprono nelle canzoni (basti per tutte la versione finale di “Impressioni di settembre”) e/o vere e proprie composizioni solo strumentali. Così è anche in questa occasione. “Per noi è fondamentale – dice Franz Di Cioccio – le parti strumentali sono l’essenza della nostra musica. Siamo – aggiunge il batterista – come degli impressionisti che anziché le macchie di colore mettono macchie di musica senza distinzioni di genere e senza rigidità stilistiche. Noi suoniamo e basta. Può essere più difficile perché la gente non canta ma noi siamo così e queste parti strumentali le dedichiamo al pubblico.” “D’altronde – aggiunge – siamo noi che abbiamo messo la musica nelle canzoni di Fabrizio De André”. “La musica – conclude Franz – è un linguaggio universale. In Giappone e in America e in tante altre parti del mondo non capiscono le parole; eppure, sono appassionati alla nostra musica ed ogni volta che suoniamo c’è tanta gente ad ascoltare.”
Computer? No grazie
Storicamente il loro approccio alla musica live è unico e “apparentemente” rigoroso, a partire dalle scelte tecniche. “L’80% della musica live – dice Patrick Djivas – vive con il computer sul palco. Noi non abbiamo mai seguito questa scelta e non lo usiamo, così come non rifacciamo parti in studio per correggere gli errori quando pubblichiamo un disco live. Matteo Mancuso aveva chiesto di risentire le registrazioni, gli abbiamo detto di no, che andava bene così. Alla fine, ci ha dato ragione.” “Il non avere computer – proseguono i due PFM – ci permette la massima libertà sul palco, così da allungare, cambiare e poter improvvisare sulle esecuzioni.” “Ripetere sé stessi in maniera precisa sarebbe la nostra fine. Io – prosegue il bassista – non ho mai fatto una volta uguale all’altra “Impressioni di settembre”, che è sempre presente in scaletta.” (il che significa circa 6000 versioni differenti). “Ma questa – dice il batterista – è la forza del live, dove tutto deve essere diretto, reale.”
Una tale sicurezza sembrerebbe nascondere una maniacale preparazione di un concerto. E invece non è così. Lo svela Djivas. “Quando sono entrato nella PFM – ricorda – arrivavo dall’esperienza degli Area, dove salire sul palco era preceduto da prove, discussioni, continui aggiustamenti. Nella PFM non era così, ero sconvolto. Ed è ancora così, anche durante i soundcheck. Poi – ammette – sul palco cambia completamente. Arriva il rigore e l’adrenalina che ti fa superare tutto ed entrare in un mondo diverso, una sensazione impagabile. Abbiamo suonato con la febbre, stanchi dopo viaggi interminabili. Puoi essere ridotto in fin di vita ma salire sul palco, stare davanti al pubblico guarisce tutto miracolosamente.” “E poi – interviene ridendo lo storico batterista e cantante della band – stare sul palco è una cosa fisica. Io devo sudare. altrimenti non mi diverto.”
Il palco come metro di misura
Il live è per la PFM una questione centrale, non solo artistica ma anche come metro e valutazione per il lavoro fatto. “Una volta – dicono entrambi – il successo si misurava in vendita di dischi. Oggi in maniera più effimera contando i followers e gli streaming. Ma oltre ogni classifica quello che ti dà la giusta misura è il live. Vedere la gente fisicamente presente, disposta a pagare, a viaggiare e venire a sentirti è ciò che realmente ti dice quanto sei apprezzato e amato dal pubblico. Anche per questo il live è impagabile e ti fa sentire vivo.”
Le cantine meno umide dei giovani
Da navigati musicisti con oltre cinquanta anni di carriera sulle spalle i due componenti della PFM ne hanno viste tante di cose cambiare, hanno visto anche susseguirsi le generazioni e le tendenze musicali. Il loro occhio è dunque attento ed esperto su ciò che succede nel panorama musicale attuale e come sia l’approccio alla musica dei giovani. La loro visione è soprattutto legata alla musica “suonata”, quella con la classica strumentazione. “Le nuove generazioni sono tecnicamente molto forti, preparate. Lo dimostra Matteo Mancuso in questo disco che ha solo 26 anni. C’è però un approccio diverso – dicono i due – le nuove cantine lì, dove nascevano le band, ora sono state sostituite dalle camerette, dove ognuno suona il solitudine e poi magari, come avvenuto in pandemia, lo scambio e la “fusione” tra gli strumenti avviene su piattaforme on line. Che diventano così le cantine di una volta…e anche meno umide.”
Più parole meno musica
“A differenza della nostra generazione – aggiunge Djivas – loro cercano più le parole che la musica. Noi negli anni 70 tra assemblee, infinite discussioni eravamo circondati dalle parole e allora curavamo e spingevamo sulla musica. Oggi i giovani cercano più i concetti, le cose da raccontare, perché hanno bisogno di farlo, di esprimersi.” “Per i live – dicono – sono cambiate le cose perché spesso il primo palco è quello televisivo, che non è certo un palco “povero”, anzi… è come se uno andasse a giocare a San Siro dopo le partitelle al bar. I musicisti devono fare musica, non TV.” “Alla base di tutto – aggiunge Di Cioccio – ci devono essere le motivazioni e la validità di un progetto per portare la tua musica al pubblico.”
La scaletta
01) MONDI PARALLELI
02) IL RESPIRO DEL TEMPO
03) TRANSUMANZA JAM
04) IMPRESSIONI DI SETTEMBRE
05) IL BANCHETTO
06) LA CARROZZA DI HANS
07) PHOTOS OF GHOST
08) QUARTIERE 8
09) CYBER ALPHA
10) HARLEQUIN
11) LA DANZA DEI CAVALIERI S. Prokofev – inclusi IL POTERE DELL’AMORE e GLI AMANTI DI VERONA
12) MR 9 TILL 5
13) VIOLIN JAM
14) OUVERTURE WILLIAM TELL G. Rossini
15) CELEBRATION
16) IMPRESSIONI DI SETTEMBRE – reprise
PFM LIVE le prossime date
“PFM 1972-2023” Live. Le prossime date:
2 giugno BOLOTANA (Nu) Bastione San Pietro
3 giugno CODRONGIANUS (Ss) Località Saccargia
25 giugno CHIARI (Bs) Istituto San Bernardino Area esterna coperta
24 luglio CANALE D’ALBA (Cn) Piazza Martiri
28 luglio MOLA di BARI Arena Castello Angioino
29 luglio RECANATI(Mc) Piazza Giacomo Leopardi
1 agosto MASSA D’ALBE (Aq) Alba Fucens
2 agosto ROSETO degli ABRUZZI Stadio Comunale Fonte dell’Olmo
8 agosto LAMEZIA TERME Abbazia Benedettina S. Eufemia
26 agosto SANSEPOLCRO (Ar) Piazza Torre di Berta
9 settembre BORETTO (Re) Cantieri Pirodraga
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