SANTI FRANCESI: proponiamo qualità e non semplicità o banalità. (Intervista)

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SANTI FRANCESI
Ci raccontano il loro universo musicale che passa dai live

Intervista di Luca Trambusti

Tra dicembre 2022 e gennaio 2023 il mondo dei SANTI FRANCESI si è ribaltato. Un’inversione iniziata qualche mese prima quando per loro si sono aperte le porte e accese le telecamere dell’edizione 2022 di XFactor, talent che, in squadra con Rkomi, hanno poi vinto a dicembre.

Da allora un EP “In fieri” che “raccontava” quell’esperienza e che seguiva “Tutti manifesti”, l’ esordio discografico del 2019 dei Santi Francesi. Poi a gennaio dell’anno successivo un primo vero tour strutturato con una manciata di date in fila. Un tour che ha portato un grande riscontro di pubblico, concerti spostati in location più ampie e andati sold out dimostrando un vincente passaggio dalla “finzione” televisiva alla realtà di un proprio palco.

Forti di quell’esperienza Alessandro De Santis e Mario Francese, i due componenti del power duo Santi Francesi, in vista dell’estate si sono rimessi in moto. Dopo aver pubblicato il 16 giugno un nuovo singolo dal titolo “La noia” e dopo aver preso parte come ospiti a Musicultura 2023 (da loro già vinto nel 2021) e al Festival di Porto Rubino, sono ripartiti on the road per un tour estivo che li ha visti suonare a Ferragosto anche al prestigioso Sziget Festival a Budapest.

Abbiamo intercettati i Santi Francesi a metà del tour estivo per parlare del loro live, di ciò che è stato e di ciò che sarà.

Queste date estive sono una ripresa del vostro primo tour in assoluto che avete fatto nei club?
(Alessandro) Sì e ci siamo arrivati fiduciosi dopo l’esperienza nei club che è stata incredibile perché era il primo vero e proprio tour che abbiamo fatto. Allora avevamo visto un’ottima risposta da parte del pubblico. Eravamo appena usciti da XFactor, quindi chiaramente, anche se non così prevedibile, era abbastanza probabile che ciò succedesse. In queste date estive riprendiamo un po’ quello che è già successo. Abbiamo modificato leggermente il live, ma non più di tanto e l’intenzione è sempre la stessa: quella di creare una sorta di legame con il pubblico. Siamo molto legati al concetto di musica live perché per noi è l’unico momento in cui realmente riusciamo a incontrare il nostro pubblico e a parlare con loro faccia a faccia senza uno schermo davanti.

Santi Francesi

Vi aspettavate che questo riscontro durasse anche in estate?
(Alessandro) Per l’estate a livello di sentimenti ed emozioni succede esattamente la stessa cosa ma i numeri sono diversi, però sta funzionando così per tutti quanti in Italia in questo momento. Questa è ancora un’estate in cui si stanno recuperando i tour del covid, poi c’è la guerra, c’è un po’ di casino in giro, però sta andando molto bene. Le persone rispondono sempre meravigliosamente.

Sul palco come siete? Cosa proponete al pubblico? Che scaletta fate?
(Mario) Sono più o meno le stesse cose dell’inverno, cambia un po’ l’ordine, però di base abbiamo le nuove canzoni, qualche pezzo più vecchio e un po’ di cover. Sul palco saremo ancora in tre, come lo eravamo a gennaio: a noi si aggiunge Daniel Fasano un batterista che suona anche con Salmo.

Voi siete della scuola di quelli che sconvolgono tutto dal vivo oppure siete fedeli alla linea di rispetto degli originali?
(Mario) Per quanto riguarda le cover siamo soliti portarle molto verso il nostro mondo, come abbiamo fatto anche a XFactor. Per il resto siamo abbastanza fedeli a quello che si sente negli album. Però live, vogliamo dare comunque qualcosa in più perché sennò avrebbe poco senso. I suoni di batteria sono più live rispetto a quelli che si sentono all’interno dell’album e comunque cerchiamo di fare piccole modifiche, piccoli aggiustamenti che rendono la musica più adatta alla versione concerti.

Quanto è cambiata la vostra concezione, la vostra visione della musica da quando avete fatto XFactor?
(Alessandro) Poco, molto poco, nel senso che la nostra concezione della musica o comunque il nostro modo di lavorare, cambia e cambierà in continuazione, ma non credo che XFactor sia stata una rivoluzione. È la cosa più bella di tutte e, come diciamo sempre, siamo riusciti a parteciparci senza cambiare. Abbiamo fatto tutto secondo le nostre idee, i nostri ragionamenti e i nostri arrangiamenti che sono sempre partiti da nostre idee.

Quello che state portando dal vivo è il vostro concetto di musica live oppure qualcuno vi ha dato delle indicazioni, vi ha aiutato a costruire uno spettacolo live visto anche che è la vostra prima vera esperienza in tour?
(Alessandro) Qualche esperienza live l’avevamo già avuta, questa è la prima volta che facciamo un tour strutturato, prima, ci sono state aperture e altre occasioni live, non siamo esattamente degli esordienti, suoniamo insieme da 10 anni, quindi ci è già capitato parecchie volte di suonare dal vivo anche prima di gennaio. E comunque no, non siamo stati aiutati da nessuno. Abbiamo portato esclusivamente le nostre idee e visione del live. Tra Xfactor e i primi concerti è passato molto poco tempo, circa un mese, ed è stato un periodo in cui Mario praticamente ha smesso di vivere perché è stato lui a costruire tutto il live. Per il resto dal punto di vista tecnico essendo una produzione più grande ci siamo dovuti interfacciare con un team di persone incredibili, tecnici che non abbiamo mai avuto fino ad oggi perché mai avevamo lavorato a questi livelli, professionisti che chiaramente ti aiutano e fanno in modo che tutto sia preciso. Sono persone a cui potersi affidare con tranquillità.

Santi Francesi

I Santi Francesi si sono pentiti di aver fatto Xfactor?
(Mario) Assolutamente no. Sono tutte esperienze che in qualche modo aggiungono tasselli al percorso, ti aiutano a cambiare, ti indicano la miglior direzione per te e a capire dove andare e cosa non vuoi essere

Voi che cosa non volete essere?
(Alessandro) Te lo dico fuori dai denti ma senza esagerare. Ultimamente vedo intorno a noi la tendenza, soprattutto da parte di molti addetti ai lavori della musica, a considerare il pubblico come una massa di persone a cui dare quello che le persone stesse vogliono o comunque cercare di lavorare considerando un livello medio di ascolto e di attenzione. Noi non vogliamo fare questo, non vogliamo dare per scontate le persone e vogliamo pensare che il pubblico abbia bisogno di qualità e non di semplicità o banalità. Vogliamo cercare di avere fiducia nel prossimo.

E in questo vi sembra di riuscirci?
(Alessandro) Ci stiamo provando, mi sa che ci dovremmo sentire fra un anno (ride).

Avete fatto uscire un singolo che si chiama “La noia”, che pare uno stato d’animo ultimamente abbastanza lontano dalle persone, o quantomeno da cui si tende a rifuggire, trovando qualche alternativa per essere o sembrare sempre impegnati. Cos’è per voi la noia? E soprattutto immagino che durante un tour la noia abbia un significato diverso
(Alessandro) Ma guarda, in realtà sto sperimentando sempre di più la noia. Se vuoi e se cerchi la noia la puoi trovare… soprattutto in tour dove passi praticamente la metà del tempo in viaggio, quindi paradossalmente ce n’è molta di più rispetto a quando magari sei fermo a casa tua. Per noi è semplicemente un sentimento da accettare. È una sorta di foglio bianco, uno spazio vuoto da colmare. Uno spazio di riflessione, in cui se vuoi, puoi veramente fare un viaggio incredibile che è quello dentro te stesso.

Quanto vi sta insegnando questa esperienza live per il futuro della vostra carriera anche discografica?
(Mario) In generale tanto, perché è proprio il suonare dal vivo che ti aiuta a fare un po’ il callo con tutte le situazioni possibili e immaginabili. Per quanto riguarda la carriera discografica non lo so. Sicuramente però ti insegna e ti aiuta suonare così tanto, suonare in posti così diversi fra loro, viaggiare e vedere più tipi di pubblico, più tipi di persone e molte situazioni. Non siamo, come detto prima, del tutto nuovi al suonare dal vivo, ma questa è un’esperienza che veramente ti fa abituare, ti fa svegliare, ti fa velocizzare anche nel gestire le cose quando sei sul palco.

C’è stato qualche momento di panico?
(Alessandro) C’è comunque sempre un’ansia da prestazione. Devo dire che per me sta diminuendo progressivamente, anche se non scomparirà mai del tutto.
(Mario) Momenti di panico ce ne sono stati soprattutto durante il percorso di XFactor, più che altro per la tensione che a volte c’era lì dentro. Ricordo che c’è stata una puntata in particolare in cui io stavo molto male fisicamente e Ale doveva cantare una canzone molto difficile. Ecco, quello forse è stato il panico più grande. Sono comunque momenti formativi anche quelli.

A parte questi picchi emotivi “mediamente” come vi sentite sul palco?
(Alessandro). Bene, benissimo. Lo dico sempre che praticamente è l’unico luogo sulla terra, per adesso che ho visto e che ho sperimentato, in cui non mi sento a disagio. Quindi è proprio un po’ come se fosse una sorta di casa, si spegne tutto, succede qualcosa di strano ogni volta che saliamo sul palco, è proprio un altro mondo, un altro livello di sentimenti che non saprei neanche bene come spiegare. Ti posso dire che è l’unico posto del mondo in cui non mi sento a disagio e in cui devo raggiungere qualcosa. Il palco è l’occasione per conoscere la gente i nostri fan e capire più cose di noi stessi.

Santi Francesi

Avete la percezione di quali sono le canzoni che il pubblico preferisce di più?
(Mario) Beh, sicuramente, c’è una buonissima reazione sulle cover, che sono quelle che abbiamo fatto a XFactor, quindi sono pezzi già più conosciuti, ascoltati e visti in TV. Insieme a quelle c’è anche “Non è così male” che è il singolo di XFactor. Queste sono quelle che “tirano” di più. Però devo dire che c’è uno zoccolo duro di fan che ci portiamo dietro da anni, che è molto affezionato al nostro primo album. Spesso riceviamo inviti da parte dei nostri “vecchi” fan, a suonare più brani da “Tutti Manifesti”, solo che a noi ogni cosa che facciamo dopo una settimana praticamente ci annoia.

Dal punto di vista discografico che cosa avete in cantiere? Che cosa farete? Finito questo tour come vi organizzerete? Quale sarà il vostro futuro, insomma.
(Mario) Beh, come per tutti in Italia in questo momento non è che il futuro sia completamente limpido e programmabile. Probabilmente, seguendo il mood e lo stile degli anni ’60, pubblicheremo una serie di singoli e il primo potrebbe essere la “Noia”, che poi verranno, magari, raggruppati a un certo punto in un album. Poi, te lo diciamo di nuovo fuori dai denti, senza nessun problema: non c’è un programma ben chiaro su quanto succederà esattamente. Ci sono chiaramente delle cose in cantiere ma non diciamo tutto… anche per evitare di fare brutte figure se poi non si realizzano.

Le date estive dei Santi Francesi

5 luglio – Pavia – “La Città come palcoscenico” Castello Visconteo
16 luglio – Grado (UD) – Grado Festival
18 luglio – Sarzana (SP) – Moonland
19 luglio – Bologna – Bonsai Garden

3 agosto – Assisi (PG) – Suoni Controvento
4 agosto – Arezzo – Arezzo Music Fest
15 agosto – Budapest – Sziget Festival
18 agosto – Edolo (BS) – Valle Camonica Summer Music

22 agosto – Campobasso – Campobasso Summer Festival
25 agosto – Ladispoli (RM) – Festa di Fine Estate
27 agosto – Empoli – Beat Festival
3 settembre – Torrenova (ME) – Festival Amunì
6 settembre – Moncalieri (TO) – Ritmika

https://www.facebook.com/SantiFrancesi


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