LOREENA MCKENNITT: la magia celtica e oltre Recensione live e scaletta concerto
LOREENA MCKENNITT
Recensione live e scaletta concerto
The Mask and Mirror 30th Anniversary Tour”
26 luglio 2024
Teatro Arcimboldi
Milano
Recensione Luca Trambusti
Voto: 8
A distanza di cinque anni dall’ultima volta la canadese LOREENA MCKENNITT torna in Italia per una serie di date estive (dopo quelle di marzo) che si concludono con l’esibizione al Teatro Arcimboldi di Milano (prossimo al sold out).
Il palco
All’ingresso in sala il palco appare pieno di strumenti e su un fondo di luci blu si stagliano una serie di “finti” candelabri con le fiammelle elettriche che perfettamente illuminati proiettano la loro ombra sul fondale di scena. Un’immagine suggestiva che, con diversi colori, accompagnerà tutte le 2 ore e mezza (con un lungo intervallo) dello spettacolo. Prima dell’inizio dell’esibizione sale sul palco un’addetta che invita, su richiesta della protagonista, a non fare foto e video per rispetto dell’artista e del pubblico. Raccomandazione che sarà seguita da tutti.
Quello che va in scena è un concerto diviso in due parti. La prima presenta in scaletta brani del repertorio della McKennitt, che vanno dal 1991 (“The Visit”) al 2018 (“Lost souls”, il suo per ora ultimo album). La seconda parte invece è quella che ha dato origine a tutto il tour (che peraltro si è concluso proprio con la data milanese) ovvero celebrare i 30 anni del suo disco di maggior successo “The Mask and Mirror”, pubblicato appunto nel 1994.
Loreena si muove tra pianoforte, arpa celtica, tastiere, organetto diatonico e ovviamente il canto, accompagnata sul palco da una band composta da un chitarrista (con differenti tipi di strumenti), un batterista/percussionista, un bassista/contrabbassista, una violoncellista/organettista e un violinista. Un ensemble che regala musica di grande atmosfera e di perfetta esecuzione, strumentisti molto abili a mettere “a terra” la scrittura della McKennitt.
Un viaggio nel mondo
La cantautrice canadese, ma di origini scoto irlandesi, scrive prevalentemente con una forte ispirazione musicale celtica, ma non disdegna di viaggiare in altre latitudini, da quelle mediterranee (portandoci a Marrakesh con “Marrakesh Night Market”) o dell’estremo oriente (“Marco Polo”) o arrivando alle porte dell’Asia (“The Gates of Istanbul”) o guardando all’Europa (per lei da canadese terra “esotica” con “Spanish Guitars and Night Plazas”). Dunque catalogare la sua musica con il semplice aggettivo “celtica” è riduttivo perché con lei si rompono confini (geografico mentali) e schemi.
La sua musica è introspettiva, è un viaggio nell’anima, nelle emozioni, che si amplifica ancor più nel versante live, quando si è catturati anche dall’aspetto visuale. Intendiamoci, quello a cui si assiste non è uno “spettacolo”, tutto è piuttosto statico, i musicisti non saltano sul palco, anche perché le occasioni ritmiche sono del tutto assenti, l’impianto luci è sobrio ed essenziale, il suono è morbido, delicato. Ma innegabilmente la messa in scena attrae sia l’udito che la vista, creando una forte connessione tra i due sensi. Tutto ciò che arriva dal palco è magnetico, avvolgente, è un abbraccio caldo e confortevole.
Gli arrangiamenti
La prima parte è più “variegata”, mentre la seconda, fedele al disco – anche nell’ordine di esecuzione, è maggiormente “compatta”, pur a sua volta spaziando tra differenti influenze, è ancor più intima, le atmosfere diventano maggiormente rarefatte. Ma è dalla riproposizione di “The Mask and Mirror” che arrivano i due momenti migliori del concerto con l’esecuzione di “The Bonny Swans” e “Santiago” due lunghi brani in cui la musica prende il sopravvento e dove nel primo la chitarra ha un ruolo centrale e “dialoga” in maniera serrata con il violino. Per il resto del concerto gli arrangiamenti si sviluppano con il fiddle protagonista (che esalta l’anima folk della musica), con contrappunti di chitarra e dialoghi di violoncello, mentre batteria e basso stendono un tappeto ritmico delicato e sottile. C’è poi l’arpa celtica, suonata dalla cantautrice, che si prende i suoi delicati spazi.
Ma su tutto la voce SEMPRE PERFETTA della McKennitt, con un’ampia apertura timbrica, soprattutto verso l’alto, che è in assoluto la protagonista dello show. In genere ha anche un ruolo “strumentale” che si esalta in alcuni episodi (su tutti la già citata “Santiago”) in cui le parole perdono significato e diventano suoni, vocalizzi emozionanti e coinvolgenti.
Un concerto molto sentito, partecipato dal pubblico che si conclude con un’infinita standing ovation, due ore e mezzo di emotività espressa in musica, lanciata verso gli ascoltatori, pronti ad assorbirla e a elaborarla. Intimità, eleganza pacatezza sono le chiavi vincenti, anche in veste live, della musica proposta da Loreena McKennitt che ora ha annunciato una lunga pausa.
LOREENA MCKENNITT: Recensione live e scaletta concerto Milano
Scaletta
All Souls Night
On a Bright May Morning
The Gates of Istanbul
Penelope’s Song
Ages Past, Ages Hence
Marco Polo
Spanish Guitars and Night Plazas
The Lady of Shalott
The Old Ways
Set 2: The Mask and Mirror
The Mystic’s Dream
The Bonny Swans
The Dark Night of the Soul
Marrakesh Night Market
Full Circle
Santiago
The Two Trees
Prospero’s Speech
Encore:
The Mummers’ Dance
Shche ne vmerla Ukraina
Dante’s Prayer
Tango to Evora
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