MOTTA: un live che azzera le distanze Recensione live e scaletta concerto Milano
MOTTA
Recensione live e scaletta concerto Milano
27 novembre 2024
BASE
Milano
Recensione Luca Trambusti
Voto: 9
Prendendo in prestito il lessico sportivo si può dire che FRANCESCO MOTTA è in “striscia positiva”… da un po’ di tempo in realtà.
Tra le sue ultime attività c’è anche quella della creazione della “Sona Records”, un’etichetta (per ora) personale con cui ha pubblicato “Suona! (Volume 1)” una raccolta di sette brani del suo repertorio (anche più antico) riletti in una nuova versione, più l’inedito “Suona”. In track list recupera anche ”Bestie”, brano (spesso in scaletta nei concerti) dei Criminal Jokers, la prima band del cantautore.
I quattro live
Con l’uscita del disco l’artista pisano (ora romano d’adozione) ha messo in fila quattro concerti particolari nei quali ha riproposto quelle canzoni del nuovo disco e altre ancora. Un breve tour fatto di due date a Roma (7 e 8 novembre 2024 all’Hacienda) e altrettante a Milano (27 e 28 novembre a BASE).
Quattro live che oltre alla loro veste artistica, hanno una particolarità strutturale: viene infatti completamente annullata la componente fisica e psicologica del concetto di palco. Francesco e la band suonano circondati, abbracciati dal pubblico che è sistemato intorno alla circolarità dello spazio (inizialmente) destinato ai musicisti (Cesare Petulicchio – batteria, Giorgio Maria Condemi – chitarre e Roberta Sammarelli – basso).
Un concetto che annulla le distanze tra pubblico e artista, con addirittura quest’ultimo che invita i presenti a entrare nell’ideale cerchio riservato al gruppo (“Venite pure, ma non lamentatevi se poi non sentite un cazzo”) e chiede se qualcuno vuole suonare uno strumento (un volontario c’è e gli viene dato un tamburo).
Azzerata anche la visibilità
Bellissima idea, bellissimo concetto che però si scontra (almeno a Milano) con un evidente problema “fisico”: le prime due file del pubblico vedono qualcosa, agli altri resta solo da ascoltare e vedere delle luci, anche perché i musicisti suonano per la maggior parte del concerto seduti (Motta alle tastiere). Un vero peccato, l’unica mancanza, perché la bellissima esperienza è riservata nella sua completezza a pochi spettatori, a quelli che sono arrivati presto (forse anche ignari del fatto). Solo per una manciata di canzoni Francesco conscio di questo limite chiede a tutti di sedersi per terra e allora la visione è migliore… ma dura poco.
Musicalmente parlando il concerto è un concentrato di potenza sonora, di dilatazione musicale chitarristica, che passa dalla psichedelia e rasenta il noise. La sintesi di tutto questo è nella lunghissima potente versione di “Roma stasera”, rabbiosa e con un Motta che si addentra tra il pubblico cantando. L’inizio del concerto con l’intensa “Cambio la faccia” non lascia presagire che la musica andrà poi da tutt’altra parte, ma è solo una delle facce della sfaccettata proposta sonora che l’artista è capace di mettere in scena.
La scaletta propone gli otto brani del nuovo disco, riletti in un arrangiamento diverso da quello fermato sul lavoro in studio. Dal palco la musica esplode forte, con un Motta in grande forma accompagnato da ottimi musicisti, con un suono in cui la chitarra è protagonista ma spesso viene affiancata dalle tastiere, anche elettroniche, di Motta.
A parte la stupenda versione di “Roma stasera” nel concerto ci sono altri momenti di estrema qualità, come in “Sei bella davvero”, in una versione corale con il pubblico, come capita anche in “L’ultima canzone” e i due bis “Se continuiamo a correre” e “Prenditiquellochevuoi”.
Gli ospiti
Ospiti sul palco due giovani artisti: Ginevra e il rapper Danno. Per entrambi Motta spende parole di elogio e di grande affetto. “Non trovo molte cose interessanti nella musica di oggi, ma sono rimasto colpito da Ginevra quando l’ho sentita dal palco del 1 maggio a Roma.” spiega Francesco che aggiunge: “abbiamo fatto una canzone insieme ma io sono innamorato della sua “My Baby” e questa sera la faremo”. E così è stato ma poi i due hanno interpretato insieme un altro brano, uno dei più conosciuti di Motta: l’intensa “La fine dei vent’anni”, esperienza che la trentenne Ginevra ha appena vissuto. Con Danno invece sono corse le barre di “Minotauro”.
Zitto e sona
A dispetto della storia del nome dell’etichetta Motta ha parlato molto, scherzando, intrattenendo il pubblico e chiedendo “Ci sono domande?” “Il nome [dell’etichetta] –racconta il protagonista durante il concerto – è un chiaro riferimento a quando ho iniziato a suonare: ho avuto la fortuna di crescere in una provincia piena di musicisti che non solo mi hanno aiutato a migliorare, ma anche a cercare di non parlare troppo durante i concerti fra un brano e un altro, visto che una parola in più poteva essere zittita da un urlo unanime, appunto… “SONA””.
È un concerto originale questo, non convenzionale e apparentemente informale (in realtà l’organizzazione è stata piuttosto complessa per via della sua struttura), potente e coinvolgente, che azzera le distanze fisiche ma anche quelle stilistiche avvicinando in uno stretto abbraccio il rock con la canzone d’autore.
Un’ora e mezza di musica che conferma una cosa: quella di Mottaè una delle migliori performance live del panorama italiano. Una certezza (granitica, verrebbe da dire ad ascoltarlo). Sempre bravo.
SCALETTA
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